E' pur sempre una tossina

29 novembre 2006
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E' pur sempre una tossina



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Disse bene Alistair Carruther, il dermatologo che per primo propose l'uso della tossina botulinica per le rughe, quando in un convegno del 1991 affermò: "Presto useremo il più mortale agente conosciuto dall'umanità, la tossina botulinica, per il trattamento delle rughe". Già perché nonostante le varie donne dello spettacolo che confessano candidamente i loro interventi, si sta parlando di un agente potenzialmente tossico e perciò da non sottovalutare. E per di più si tratta dell'ultimo grido in terapia ed è per questo uno degli interventi più richiesti negli Stati Uniti. Non è un caso che un articolo del Financial Times abbia parlato del botox come un obbligo sociale del ceto medio-alto (costa dai 400 ai 700 euro, si deve rifare ogni quattro- sei mesi) più che una forma di medicina estetica. Lo richiedono, infatti, una donna su tre e un uomo su cinque, in un contesto quello statunitense dove, secondo gli ultimi rilievi, si spendono 3,4 miliardi di dollari per farmaci-cosmetici. Il monito a non sottovalutare l'intervento, però, arriva da un articolo di Jama in cui vengono descritti i casi di quattro pazienti americani, che per un volto più liscio hanno rischiato la vita.

Quali rischi


I rischi per cominciare. L'azione diretta della neurotossina non è quella di correggere volumetricamente la ruga con un riempimento, bensì di provocare un blocco della contrazione muscolare che porta quindi alla successiva distensione della cute. Il botulismo è una paralisi letale causata dalle tossine di Clostridium botulinum. Ma con il prodotto registrato per l'uso cosmetico il problema non dovrebbe sussistere. Esistono cioè due preparazioni a base di tossina botulinica autorizzate negli Stati Uniti dall'Fda e a quelle bisogna far riferimento. Si tratta di prodotti utilizzati per trattare disturbi seri come la distonia neuromuscolare, ma in dosaggi bassi riducono le contrazioni involontarie di alcuni muscoli facciali che determinano la formazione delle rughe cosiddette di espressione. E la revisione della letteratura e dei dati dei Cdc evidenzia che ad oggi nessun caso letale si è verificato per l'uso cosmetico. Ci si è arrivati vicini nei casi raccontati da Jama, dove il problema è stato.rappresentato sia dal tipo di tossina che dal suo dosaggio.

Il caso


Nei quattro casi finiti ai Cdc di Atlanta, i pazienti avevano ricevuto iniezioni di un preparato non autorizzato di tossina botulinica di tipo A, destinato alla ricerca e non all'uso umano. A somministrare il trattamento a tre pazienti e a se stesso, un medico di un centro americano. Il quadro clinico che si è presentato in tempi rapidi per tutti e quattro i soggetti assomiglia molto da vicino a quello indotto da botulismo "naturale": progressiva debolezza, anomalie del controllo dei muscoli facciali e disturbi della deglutizione. Sintomi presto accompagnati da fiato corto e altri disturbi respiratori. Per fortuna si è intervenuti in tempo, perché il passaggio successivo sarebbe stata l'insufficienza respiratoria e poi la morte. Il fatto è che, secondo i ricercatori del Cdc, i pazienti avevano ricevuto dosi molto più elevate rispetto a quella considerata mortale per l'uomo, attraverso una serie di iniezioni facciali. E non di poco visto che i test sul sangue eseguiti prima delle cure in ospedale hanno rilevato livelli della tossina superiori di 21-43 volte rispetto a quella ritenuta letale. Tutto è bene quel che finisce bene ma l'occasione è ghiotta per far ribadire ai ricercatori Cdc la necessaria cautela nel ricorso a botox per uso estetico. "Medici e pazienti devono essere a conoscenza dei pericoli associati a un uso fuori legge di prodotti non autorizzati a base di tossina botulinica. Solo quelli autorizzati dovrebbero essere usati a livello clinico" hanno detto. Ma le rughe di espressione sono poi così male?

Marco Malagutti



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