Concorrenza sottile

31 ottobre 2003
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Concorrenza sottile



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Il Pap test, esame per la diagnosi precoce del tumore della cervice uterina, insuperato da 50 anni si trova ora a fare i conti con un moderno concorrente.
La nuova metodica è un'evoluzione di quella convenzionale: il prelievo si esegue nello stesso modo mentre l'esame citologico si effettua su strato sottile. In breve: la spatola con il campione di tessuto vaginale e cervicale, invece di essere strisciata su un vetrino da microscopio, viene immersa e risciacquata in una fiala contenente una soluzione apposita. In questo modo tutte le cellule presenti vengono sicuramente raccolte e la fiala è pronta per essere inviata a un processore. Il processore esegue automaticamente alcune operazioni (dispersione, raccolta e trasferimento) al termine delle quali sul vetrino ci saranno solo le cellule che il citologo deve esaminare al microscopio.

Pro...


La lettura del vetrino risulta semplificata perché le cellule sono isolate, non vi sono più tracce di sangue o muco che interferiscono con l'analisi, quindi il risultato è più attendibile. Diminuisce perciò il numero di falsi positivi e falsi negativi, di conseguenza diminuiscono anche gli accertamenti non necessari e l'ansia che ne deriva alla donna. Si riduce considerevolmente la possibilità che vi siano campioni inadeguati o sub-ottimali: un problema piuttosto comune con il Pap test convenzionale che non dà risultati conclusivi obbligando la paziente a sottoporsi nuovamente al test.
Inoltre sulla medesima fiala si possono effettuare anche altre analisi, per esempio la ricerca del papilloma virus, senza che la paziente debba sottoporsi ad un secondo prelievo.

...e contro


Il costo della metodica su strato sottile è maggiore di quello del Pap test classico, inoltre è necessario che il personale addetto riceva un addestramento specifico per poter leggere i nuovi campioni. Una volta presa confidenza con la nuova tecnica, il citologo non può continuare a leggere anche i vecchi vetrini: i due metodi, dal punto di vista delle abitudini acquisite dall'operatore, si escludono a vicenda.

Nuovo è meglio?

Tecnicamente la nuova metodica ha dimostrato di essere migliore di quella classica. È più affidabile e più sensibile, riesce a individuare un numero maggiore di lesioni di basso grado, sfuggite al Pap test, curabili senza conseguenze. Sicuramente con l'esame su strato sottile si potrebbe eradicare, cioè eliminare definitivamente, far scomparire dalle casistiche il cervico-carcinoma invasivo. Come spesso accade, però, i meriti non sono solo del mezzo ma anche dell'uso che se ne fa.
Quando fu introdotto, il Pap test in pochi anni ridusse la mortalità per tumore maligno del 70%, ma poi, nell'ultimo decennio, le statistiche si sono stabilizzate e recentemente vi è una leggera tendenza al peggioramento. Colpa in parte della modificazione delle abitudini sessuali, che espone al rischio d'infezioni diminuendo le capacità difensive dell'organismo. Colpa anche di un calo d'attenzione su questo tumore: il cervico-carcinoma non è molto diffuso e, per fortuna, cresce molto lentamente, una volta sviluppato però è particolarmente aggressivo. La sopravvivenza a 5 anni dopo asportazione del tumore, infatti, è inferiore a quella per il tumore del seno. Il Pap test, indipendentemente dalla metodica utilizzata, può prevenire lo sviluppo del tumore a condizione che ci si sottoponga regolarmente all'esame. Sia in Europa che in Italia, infatti, vi sono molte donne che eseguono il test regolarmente ma vi sono ancora donne che non lo eseguono mai. Ridurre la mortalità significa poter raggiungere quest'ultimo gruppo di donne con programmi di screening organizzati.

Screening poi ottimizzazione

In sostanza, come hanno già fatto il Ministero della Salute scozzese e quello inglese, prima si effettuano programmi di screening invitando tutte le donne a sottoporsi al test, poi si abbandona progressivamente la vecchia metodica a favore di quella più moderna. In questo modo si massimizzano i benefici ottenibili in termini di riduzione degli interventi demolitivi e della mortalità. Solo così il rapporto costo/beneficio della citologia su strato sottile diventa sostenibile a livello nazionale.
In Italia alcune ASL stanno già seguendo questo esempio: il Veneto ha iniziato con un programma di screening nel distretto di Verona nel 1997, che si è poi allargato a tutte le ASL della regione. Il passo successivo è stato l'introduzione della nuova tecnica.

Elisa Lucchesini



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