Capelli bianchi ma arzille e in forma

18 giugno 2004
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Capelli bianchi ma arzille e in forma



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Fare attività fisica fa sempre bene, ma quanto, come e quando è nella maggior parte dei casi, quando va bene, una decisione basata su regole dettate dal buon senso e dalla supervisione di uno specialista. Esistono invece categorie di soggetti in cui la pianificazione deve essere puntuale e finalizzata. E' il caso per esempio delle donne in menopausa, che sicuramente si saranno sentite raccomandare dal proprio ginecologo di fare attività fisica per migliorare certi sintomi. Ma a voler cercare in letteratura riferimenti esatti non è sempre facile. Gli studi su questa popolazione di donne sono rari e prendono quasi sempre in considerazione un solo fattore di rischio per un periodo, al massimo, di 12 mesi: troppo breve per capire, per esempio, se ci sono effetti sulla perdita di tessuto osseo.

Un programma serrato


Uno studio tedesco recentemente pubblicato dagli Archives of Internal Medicine, sembra ovviare a questa lacuna, proponendo i risultati ottenuti in 24 mesi di osservazioni. L'Erlangen Fitness Osteoporosis Prevention Study (EFPOS) ha infatti coinvolto circa 80 donne in post menopausa, che non assumevano farmaci o non avevano patologie che danneggiavano il metabolismo osseo. Di queste, 50 hanno seguito il programma di attività fisica proposto, le altre sono state seguite come gruppo controllo, ma tutte le donne si sono sottoposte a visite mediche e hanno risposto a un questionario.
Erano previste 4 sessioni di allenamento alla settimana divise in due di gruppo supervisionate di circa un'ora ciascuna e 2 individuali non supervisionate di 25 minuti ciascuna.
L'incremento dell'impegno fisico è stato graduale: nei primi tre mesi era prevista una camminata e una corsa di 20 minuti di intensità crescente, al quinto o sesto mese è stato aggiunta una sequenza di salti. Per lavorare sulla forza muscolare sono state usate macchine per il sollevamento di pesi e cinghie elastiche, prima e dopo questi esercizi e durante il riposo venivano eseguiti movimenti di stretching.

Miglioramenti su tutta la linea


Due mesi prima di intraprendere il programma e 26 mesi dopo l'inizio sono state effettuate le misurazioni di alcuni parametri. Oltre all'altezza, il peso, la composizione corporea e il rapporto vita-fianchi, è stata misurata la forza muscolare, la densità mineraleossea e, su campioni di sangue, i lipidi e i marcatori di turnover dell'osso.
Il miglioramento a distanza di più di due anni è stato osservato in tutti i parametri considerati.
La densità ossea è rimasta stabile nelle donne che avevano aderito al programma mentre diminuiva del 2,3% in quelle del gruppo controllo. Anche la forza muscolare traeva giovamento dall'attività fisica: misurata in più punti del corpo aumentava dal 13% al 39% mentre rimaneva stabile nel gruppo controllo. I parametri sanguigni, colesterolo e trigliceridi, diminuivano rispettivamente del 5% e del 14%; senza esercizio fisico addirittura aumentavano, del 4% e del 23%.
La tendenza positiva interessava anche le risposte al questionario, dalle quali emergeva che il mal di schiena, in chi ne soffriva, non era peggiorato, così come i dolori alle ginocchia, all'anca e al gomito, mentre miglioravano i sintomi vasomotori (le vampate di calore), l'umore e, in grado minore, l'insonnia.
In definitiva, il programma proposto ha dato buoni frutti e, per quanto impegnativo, ha dimostrato di saper premiare la costanza di donne che, certamente, non vantavano grandi prestazioni atletiche. Losforzo paga, almeno in termini di salute.

Simona Zazzetta



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