Maschio over 50

06 dicembre 2006
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Maschio over 50



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Ogni anno 35mila italiani vengono colpiti dal cancro del colon retto, con circa 19mila decessi. Tanto che in Italia rappresenta la seconda cuasa di morte per tumore dopo il cancro al polmone per gli uomini e quello al seno per le donne. E le cose non vanno molto meglio negli Stati Uniti dove i numeri sono sovrapponibili. Cifre che non accennano a scendere. Dove le cose sembrano andare un po' meglio è nel numero dei decessi, in leggerissimo calo. Le ragioni? Nuove terapie ma soprattutto una maggiore prevenzione. Basterebbe, infatti, sottoporsi almeno una volta, dopo i 50 anni, a uno degli esami indicati per i controlli per ottenere importanti risultati. E il problema è sentito allo stesso modo negli Stati Uniti, come conferma uno studio appena pubblicato sul New England Journal of Medicine. Non è un caso che i Centers for disease control and prevention (Cdc) statunitensi abbiano stanziato a fine 2005, 2,1 milioni di dollari per diffondere tra gli ultracinquantenni l'abitudine al controllo. Ma le indicazioni di screening per il carcinoma colorettale si basano unicamente su età e anamnesi familiare per tumori, ma non sul sesso. Giusto così? A giudicare dallo studio polacco pubblicato sul New England sembrerebbe di no. Il tumore al colon, infatti, colpisce più gli uomini che le donne.

Lo studio


I ricercatori polacchi hanno effettuato l'analisi dei dati da un programma di screening locale comprendente 50148 partecipanti. L'obiettivo primario dello studio era di ricavare un modello per l'identificazione della neoplasia avanzata durante la colonoscopia. Poi definire il numero di persone che avrebbero dovuto sottoporsi allo screening in varie fasce d'età e comparare i numeri ottenuti tra uomini e donne. Il tutto per rifinire ulteriormente le procedure di screening. Per farlo hanno effettuato l'analisi trasversale dei dati raccolti in partecipanti di età compresa tra 40 e 66 anni, con quelli tra 40 e 49 eleggibili solo se la loro anamnesi familiare presentava tumori di qualsiasi tipo. Sui 43042 partecipanti di età compresa tra 50 e 66 anni, il 13,3% riportava un carcinoma colorettale nell'anamnesi familiare, come pure il 66,3% dei rimanenti di età inferiore. Ebbene una neoplasia avanzata è stata rilevata in 2553 (5,9%) partecipanti di età compresa tra 50 e 66 anni e in 243 (3,4%) di quelli di età inferiore. Il tasso di complicanze verificatesi durante la colonscopia è risultato dello 0,1% e nessuno dei partecipanti è deceduto. Ma quello che più conta, in base al modello statistico utilizzato è stata rilevata una associazione indipendente fra sesso maschile e neoplasia avanzata, con un'incidenza di forme neoplastiche del 73% più alta tra gli uomini, senza differenze di età. Un risultato importante, osservano i ricercatori, perché l'indagine potrà contribuire a cambiare le indicazioni dei programmi di screening per un'opera di prevenzione più mirata. Fino ad oggi, infatti, le linee guida non prevedevano alcuna differenza tra i sessi. Certo, concludono, prima di delineare nuovi programmi, sono necessari studi che valutino la loro costo-efficacia e l'effetto dell'incidenza del cancro colorettale e della mortalità. Una cosa, comunque, rimane certa: lo screening paga.

Marco Malagutti



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