Salute mentale a tutte le età

15 giugno 2007
Aggiornamenti e focus

Salute mentale a tutte le età



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Ci volle Freud per capire che le radici di certi malesseri dell'anima andavano cercate lontano, nell'infanzia. Ma senza scomodare troppo le sue teorie, molti ricercatori odierni continuano a interrogarsi sull'origine di certe patologie psicologiche riscontrate nei soggetti adulti, perchè alcuni di questi disturbi hanno un inizio precoce durante la vita con una cronologia di insorgenza sincronizzata con le tappe dello sviluppo individuale. Certo, la maggior parte degli individui con una cattiva salute psicologica durante l'infanzia non sviluppa cattiva salute anche in età adulta, ma in alcuni casi può diventare una condizione ricorrente e ripresentarsi anche nella mezz'età.

Diagnosi in successione


C'è una crescente convinzione, per esempio, che disturbi affettivi o da ansia nella prima età adulta siano associati a problemi insorti durante l'infanzia. Infatti, è stata dimostrata che ricorre la stessa diagnosi (continuità omotipica) in diversi momenti della vita, tra disturbi internalizzanti (chiusura, depressione) dell'infanzia e della prima età adulta.
Mentre insorgono disturbi psicologici di varia natura (continuità eterotipica) tra un'infanzia con problemi esternalizzanti (ansia di essere accettati, ostilità, iperattività) e una prima età adulta con disturbi affettivi o da ansia. Tuttavia, poiché spesso non è facile ricordare tutto, si è pensato di cominciare dall'inizio, cioè dall'infanzia. Per questo tipo di lavoro sono molto utili gli studi di coorte avviati parecchi anni prima, come quello utilizzato dagli psichiatri inglesi, autori di un'analisi sui disturbi psicologici dei quarantacinquenni: in questo caso la lancetta è stata riportata indietro al 1958, quando ha avuto inizio la 1958 British Birth Cohort.
Con grande lungimiranza i ricercatori di allora arruolarono 17 mila nuovi nati in Inghilterra, Scozia e Galles, in una sola settimana di Marzo di quell'anno, e raccolsero informazioni presso i genitori e le scuole fino ai 16 anni e con colloqui a 7, 11, 16, 23, 33 e 42 anni per chiudere poi l'indagine tra il 2002 e il 2004 quando i soggetti avevano raggiunto i 45 anni.

Infanzia, adolescenza, giovinezza e mezz'età


La valutazione della salute mentale e delle condizioni psicologiche dei soggetti nelle varie tappe della crescita ha confermato un'associazione ma con un certo gradiente. Infatti, un'infanzia con problemi psicologici aumentava fino al doppio il rischio di avere un salute mentale fragile nella prima età adulta e nella mezz'età. Un'associazione indipendente da altri aspetti, infatti a parità di salute mentale tra i 23 e i 33 anni, si riscontravano disturbi affettivi o da ansia a 45 anni.
Tuttavia se si consideravano i problemi psicologici nella prima età adulta, l'associazione con i disturbi nella fase successiva della vita era ancora più forte, il rischio di sviluppare ansia e affettività disturbata aumentava da due a sette volte. Un effetto probabilmente dovuto alla prossimità temporale delle due epoche della vita, tale da creare continuità anche per le difficoltà psicologiche, che dimostra il ruolo diretto dei disturbi mentali infantili e di quelli della mezz'età. Non c'era però un effetto cumulativo, vale a dire che una cattiva salute mentale in entrambe le prime fasi della vita non aumentava il rischio di soffrirne a 45 anni. Con un'eccezione: ragazzi di 16 anni con problemi internalizzanti che da giovani adulti (23 anni) avvertono un malessere psicologico a 45 anni hanno maggiori probabilità di avere ansia e disturbi dell'affettività. Il che potrebbe anche suggerire una natura ricorrente e ciclica di stati depressione e chiusura in uno stato di malessere che si ripresentano in varie tappe della vita di un individuo. Un decorso che può anche giustificarsi con una suscettibilità genetica o una certa continuità nelle influenze ambientali. Consapevolezze che suggeriscono molteplici occasioni nel corso della vita di un soggetto problematico per intervenire.

Simona Zazzetta



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