Croce Rossa

20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus

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"Di fronte ai drammi di questi giorni non possiamo dimenticare che le vite valgono tutte allo stesso modo: americani, palestinesi e afghani. E' con una giustizia diversa nel mondo che si riduce la reazione violenta dei poveri, che si possono conculcare a lungo, ma non per sempre. I popoli che muoiono di fame non soltanto li conosciamo, ma lavoriamo con loro". Parole chiare, come è abitudine di Maria Pia Garavaglia, uno dei migliori ministri della sanità che l'Italia ha avuto e, oggi, presidente della Croce Rossa Italiana e vicepresidente della Federazione Internazionale.
La Croce Rossa, del resto, può permettersi questa posizione perché da sempre è presente in tutte le situazioni, a cominciare da quelle di guerra, in cui sia necessario portare aiuto, prima di e a prescindere da qualsiasi giudizio politico. "Non facciamo prediche" aggiunge Garavaglia "manteniamo un'assoluta neutralità perché siamo dalla parte di tutte le vittime, anche quando sono carnefici". La Croce Rossa, e la Mezzaluna Rossa, quindi hanno una missione molto concreta e, forse, per molti aspetti non ben conosciuta. Eccola

Nati per l'emergenza


Quella di uomini e mezzi della Croce Rossa è una presenza costante. Ma chi "chiama la Croce Rossa"?
La Croce Rossa è nata per intervenire in caso di conflitto, innanzitutto, e disastro. Anche nei paesi in cui non è un ente di diritto pubblico, in forza della Convenzione di Ginevra, la Croce Rossa è un ente ausiliario dei poteri pubblici, ragion per cui è la stessa rete pubblica che gestisce la protezione civile ad allertare la Croce Rossa. Il 118 per le emergenze sanitarie, mentre spetta alle centrali operative di Polizia, Carabinieri, Protezione civile allertarci quando, in altre evenienze, si pone il problema di trasferire infermi o di allestire centri medici avanzati. E questo vale in tutti i 176 paesi in cui è presente la Croce Rossa o il suo analogo islamico, la Mezzaluna Rossa

E poi le Croci dei diversi paesi collaborano...
Sì, sempre. Anche in occasione degli attentati di New York e Washington la Croce Rossa statunitense, la più ricca e potente del mondo, ha fatto ricorso alle organizzazioni sorelle, per esempio per la raccolta del sangue, nella quale anche la Croce Rossa Italiana ha fatto la sua parte.

Un bene prezioso: le conoscenze


Oggi ci trova ad affrontare emergenze diverse e sempre nuove, dal rischio nucleare ai gas tossici. Come si prepara il personale della Croce Rossa?
Il nostro è un volontariato specializzato, e formato da volontari veri, visto che non esistono nemmeno rimborsi. Questo però non significa improvvisazione: ogni volontario segue un corso dedicato non soltanto alla norme che reggono la nostra attività ma, ovviamente, anche al primo soccorso. Si tenga presente che è proprio la Federazione Internazionale della Croce Rossa che fornisce all'Organizzazione Mondiale della Sanità. La formazione, più approfondita per le Crocerossine e per il corpo medico, culmina poi nelle esercitazioni e nelle gare tra formazioni delle diverse Croci nazionali. Si tratta di simulazioni di diverse emergenze, dalle eruzioni vulcaniche alle inondazioni, condotte con il massimo realismo, perché quando si è di fronte a una catastrofe la risposta di chi interviene deve essere automatica, gerarchizzata e coordinata. Altrimenti si crea confusione: a volte ci si trova a lavorare accanto a gruppi di volontari generosissimi ma che non sono addestrati a sviluppare questa reazione automatica e ciò crea difficoltà.

Anche l'aggiornamento sarà continuo...
Certamente: lavoriamo a contatto con l'Università, con la Sanità militare ma anche le stesse missioni di pace costituiscono un'occasione preziosa per aumentare le conoscenze. I volontari che tornano dalle missioni comunicano agli altri quanto hanno appreso sulle culture e le abitudini delle popolazioni presso le quali hanno operato. Magari gli altri non vi si recheranno, ma in questo modo si evita la dispersione di conoscenze e capacità preziose e costose. E' un processo continuo: anche ora un gruppo di operatori per il salvataggio in mare (OPSA) della Croce Rossa Italiana si trova a Malta per istruire non soltanto gli equipaggi della Croce maltese, ma anche gli operatori delle altre strutture territoriali.

Un impegno che richiede continuità

Visti che abbiamo parlato di costi, come sopravvive la Croce Rossa?
Sopravvive è la parola giusta. In Italia siamo un ente di diritto pubblico, quindi abbiamo delle entrate dallo Stato, dovute al convenzionamento, cioè al pagamento delle prestazioni che la CRI fornisce, la più nota è il servizio di ambulanza. Si tratta di circa 280 miliardi l'anno. Poi c'è, è il caso di ricordarlo, la grande generosità degli italiani che non fanno mai mancare il loro contributo. In occasione di grandi calamità, si lanciano poi le campagne straordinarie di sottoscrizione.

Gestire dei fondi richiede un notevole impegno e anche regole di trasparenza...
Sì. La Croce Rossa Italiana conta su 120-130.000 volontari, organizzati in 20 comitati regionali, 105 provinciali, 900 locali. Un'organizzazione che ha bisogno anche di competenze e di impegno professionali a tempo pieno, e per questo abbiamo circa 3.000 dipendenti. Solo così è possibile garantire una gestione corretta e trasparente. D'altra parte siamo forse l'istituzione più presente dopo i carabinieri: tutti conoscono almeno un volontario della Croce Rossa. A volte ci vengono rivolti attacchi radicali, e c'è da chiedersi se non siano finalizzati a diminuire questa credibilità e poter poi distribuire risorse ad altre forme di volontariato che non hanno i requisiti istituzionali della Croce Rossa.

Come si può lavorare per la Croce Rossa?
In molti modi e praticamente a tutte le età. Già a 14 anni si può diventare pionieri, e svolgere compiti preziosi come il servizio di consegna dei farmaci (pronto farmaco) o occuparsi di aspetti sociali ed educativi. Si può anche usare il motorino quindi...Raggiunta la maggiore età i volontari possono svolgere altri compiti dalla guida dell'ambulanza all'opera di pronto soccorso, via via fino a far parte del corpo medico o della struttura logistica. A tutti questi ruoli corrisponde un diverso percorso formativo, resta fermo però l'impegno. Lavorare in Croce Rossa significa rispettare dei turni e poter garantire la propria disponibilità. La continuità dell'impegno deve essere garantita sia quando si svolge un servizio pubblico attraverso le convenzioni sia quando la convenzione non c'è, come nell'assistenza agli anziani o ai tossicodipendenti.

Per finire...
Per finire un messaggio d'orgoglio, che non vuole essere superbia. La Croce Rossa è nata qui in Italia, anche grazie a 2000 anni di civiltà cristiana. Prima della sua nascita i feriti in guerra si uccidevano, dopo sono diventati un soggetto debole da tutelare. E' solo creando consenso su questi valori che si può sperare in una reale opera di pace.

Maurizio Imperiali

Il sito della Croce Rossa Italiana



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