Che muscoli (finti)

20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus

Che muscoli (finti)



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Tra le sostanze illegali per lo sportivo compaiono, come gruppo C della classificazione del CIO, le sostanze anabolizzanti, che come risultato principale stimolano la crescita di massa muscolare e migliorano le prestazioni. Sono inclusi due gruppi di molecole distinti per struttura chimica: gli steroidi anabolizzanti androgeni e i beta 2 agonisti.
Le discipline in cui si ricorre maggiormente all'uso di tali sostanze sono sport in cui sono richieste forza e potenza, in particolare nel football americano, nel rugby e in alcune specialità dell'atletica leggera.

Steroidi anabolizzanti


Dalla manipolazione chimica del testosterone, l'ormone endogeno presente nella maggior parte dei Mammiferi, si ottengono prodotti steroidei anabolizzanti. La lista è piuttosto ampia e tuttora in espansione: con ulteriori alterazioni della struttura si cerca di potenziare gli effetti anabolizzanti e minimizzare quelli androgenici, cioè mascolinizzanti.
Si ricorre a queste sostanze anche in campo medico, per curare alcune patologie, ma il dosaggio dopante supera quello terapeutico da 10 fino a 100 volte.
L'azione anabolizzante si sviluppa su due fronti, da un lato migliora la qualità del sangue dall'altro favorisce il bilancio dell'azoto.
Per stimolare l'eritropoiesi (produzione di globuli rossi) gli anabolizzanti penetrano nell'eritrocita (globulo rosso) dando luogo ad una catena di eventi a cascata che portano alla stimolazione indiretta dell'eritropoietina e alla differenziazione delle cellule staminali ematopoietiche in globuli rossi.
L'effetto anabolizzante, ovvero favorire il metabolismo di sintesi, provoca l'aumento della massa muscolare scheletrica incrementando il livello di sintesi proteica.
Nelle fibre muscolari sono presenti recettori che formano un complesso con gli steroidi anabolizzanti o con gli ormoni tipo il testosterone, che attiva l'RNA-polimerasi, enzima responsabile dell'inizio della sintesi delle proteine.
Le sostanze anabolizzanti hanno anche un effetto anticatabolizzante: contrastano il metabolismo di consumo della massa corporea che si innesca quando si è in condizioni di stress o di intenso sforzo fisico e l'organismo ha bisogno di energia. Gli steroidi competono a livello dei recettori cellulari con i glucocorticoidi, che sono appunto catabolizzanti, impedendo la degradazione delle proteine. Per completare l'opera infine promuovono la ritenzione di azoto, componente caratteristico delle proteine, spostandone l'equilibrio verso l'utilizzazione nella sintesi proteica. Insomma: fanno produrre più tessuto muscolare e impediscono che venga consumato.
Negli atleti che consumano steroidi anabolizzanti si è riscontrato un generale stato di euforia, aumento dell'aggressività e innalzamento della soglia di percezione della fatica, condizioni che rendono sopportabili allenamenti prolungati in attività faticose, con conseguente ulteriore potenziamento della massa corporea.
Nella lista indicata dal CIO compaiono svariati nomi, i più noti, anche per la ricorrenza nelle cronache sportive, sono il testosterone e il nandrolone. Il primo, per quanto prodotto dall'organismo umano, se introdotto artificialmente, può avere un effetto dopante, riconosciuto dal rapporto testosterone/epitestosterone superiore a 6, a meno che non si possa provare che il fatto sia dovuto a una condizione fisiologica o patologica (per esempio: bassa escrezione di epitestosterone; deficit enzimatici; tumori che producono androgeni).
Il nandrolone, è apparso sul mercato nel 1959 ed è uno dei prodotti dopanti più utilizzati nello sport. Per identificarne la presenza si misurano nelle urine le concentrazioni di due metaboliti il 19 NA e il 19 NE, prodotti finali della degradazione della sostanza nell'organismo
Negli ambienti sportivi è ancora diffusa l'opinione che questa sostanza non sia particolarmente dannosa per il fisico umano, ma oltre agli effetti noti per tutti gli anabolizzanti il nandrolone può accentuare la tendenza, se ereditaria, al diabete.

Effetti collaterali e dipendenza


Nonostante la diffusione di informazione sugli effetti a lungo termine, molti atleti non si sottraggono a questa pratica. Attualmente l'uso dei queste sostanze si è diffuso anche tra i frequentatori di palestre, bodybuilder e cultori del fisico, con il grave inconveniente di venire assunte in modo "amatoriale", senza controllo medico.
L'assunzione orale ha significativi effetti epatotossici con possibilità di infiammazioni croniche e tumori.
L'azione androgenica ha conseguenze gravi e irreversibili sul sistema riproduttivo: il bilancio ormonale disturbato determina atrofia dei testicoli, diminuzione delle gonadotropine (ormoni che stimolano lo sviluppo delle gonadi), ingrossamento della prostata, riduzione del 90% della produzione di spermatozoi, sviluppo delle ghiandole mammarie. Nelle donne si assiste a una mascolinizzazione con abbassamento della voce, e ingrossamento del clitoride, per altro irreversibili, aumento dell'aggressività e della libido, comparsa di acne, aumento dei peli del corpo e diminuzione dell'adipe, scomparsa del ciclo mestruale.
Si verifica un indebolimento dei tendini per ridotta elasticità a causa dell'aumento della forza muscolare, e nei soggetti più giovani le epifisi si chiudono prematuramente impedendo lo sviluppo in lunghezza dell'osso.
L'intervento sul metabolismo dei grassi comporta una diminuzione del colesterolo ad alta densità (HDL) ed un aumento del colesterolo totale e del colesterolo a bassa densità (LDL), con la possibilità di sviluppo di aterosclerosi e malattie cardiovascolari (ischemia, infarto).
Le conseguenze a livello psicologico e psichiatrico non mancano: oltre ai cambiamenti in qualche misura utili alla prestazione, gli atleti possono accusare alterazioni comportamentali (irritabilità, ansia, diminuzione della libido) e cognitive (confusione, perdita della memoria) e addirittura manifestazioni psichiatriche (manie, psicosi, paranoia, depressione, allucinazioni e deliri). Spesso si sviluppa anche dipendenza dal farmaco riconosciuta secondo i criteri del "Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali" (DSM-IV)

I beta 2 agonisti

Noti anche come stimolanti, i beta 2 agonisti hanno effetti anabolici legati alla stimolazione protratta dei recettori beta-adrenergici che, almeno nei modelli animali, è correlata all'aumento della massa muscolare (dal 13 al 65%), la potenza fisica, la sintesi proteica e la beta-ossidazione lipidica. Per la capacità di favorire la crescita della parte magra del corpo, diminuendo quella grassa, sono stati estensivamente studiati gli effetti sugli animali, per migliorare le qualità alimentari delle loro carni. Per gli stessi motivi sono stati introdotti nell'ambito sportivo ma con effetti collaterali quali stanchezza, insonnia, vertigini, mal di testa, eritemi, orticaria, nonché gravi conseguenze per la salute: tachicardia, palpitazioni, ipotensione e infarto del miocardio.

Simona Zazzetta



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