Scaver

06 maggio 2024

Scaver


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Cos'è Scaver (ivermectina)


Scaver è un farmaco a base di ivermectina, appartenente al gruppo terapeutico Endectocidi. E' commercializzato in Italia da SF Group S.r.l.

Confezioni e formulazioni di Scaver disponibili in commercio


Selezionare una delle seguenti confezioni di Scaver disponibili in commercio per accedere alla scheda completa, visualizzare il prezzo e scaricare il foglietto illustrativo (bugiardino):

A cosa serve Scaver e perchè si usa


  • Trattamento della strongiloidiasi gastrointestinale (anguillulosi).
  • Trattamento di sospetta o diagnosticata microfilaremia in pazienti con filariasi linfatica causata da Wuchereria bancrofti.
  • Trattamento della scabbia sarcoptica umana. Il trattamento è giustificato quando la diagnosi di scabbia è stata stabilita clinicamente e/o da un esame parassitologico. Senza diagnosi formale, in caso di prurito, il trattamento non è giustificato.
Le linee guida ufficiali devono essere prese in considerazione. Le linee guida ufficiali includeranno normalmente le linee guida dell'OMS e delle autorità sanitarie pubbliche.

Controindicazioni: quando non dev'essere usato Scaver


Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Scaver può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?


Gravidanza

Durante il trattamento di massa per l'oncocerchiasi, i dati su un numero limitato (circa 300) di gravidanze esposte, non hanno indicato effetti avversi come anomalie congenite, aborti spontanei, mortalità fetale e mortalità infantile dopo utilizzo di ivermectina durante il primo trimestre di gravidanza. Ad oggi, non sono disponibili altri dati epidemiologici.

Studi su animali hanno mostrato tossicità per la riproduzione (vedi paragrafo 5.3 Dati preclinici di sicurezza); tuttavia, il rischio potenziale nell'uomo non è noto.

L'ivermectina deve essere utilizzata solo quando strettamente indicato.

Allattamento

Meno del 2% della dose somministrata di ivermectina è presente nel latte materno.

La sicurezza non è stata stabilita nei neonati: pertanto il farmaco deve essere somministrato alle madri che allattano solo se il beneficio per la madre supera il potenziale rischio per il lattante, e il trattamento delle madri che intendono allattare al seno i loro bambini deve essere ritardato fino a una settimana dopo la nascita del bambino.

Fertilità

L'ivermectina non ha mostrato effetti avversi sulla fertilità dei ratti fino a 3 volte la dose massima raccomandata per l'uomo di 200 μg/kg (mg/m²/giorno).

Quali sono gli effetti indesiderati di Scaver


Sono state segnalate ipereosinofilia transitoria, disfunzioni epatiche, tra cui epatite acuta, aumento degli enzimi epatici, iperbilirubinemia ed ematuria.

Molto raramente sono state riportate necrolisi epidermica tossica e sindrome di Stevens-Johnson.

È stata segnalata tossicità neurologica, incluso ridotti livelli di coscienza e coma (vedere paragrafi 4.4 e 4.9).

Gli effetti indesiderati sono correlati alla densità del parassita e sono lievi e transitori nella maggior parte dei casi, ma la loro incidenza e gravità può essere aumentata nei pazienti infettati con più di un parassita, in particolare nel caso di infestazione con Loa loa.

Raramente, casi gravi e potenzialmente fatali di encefalopatia sono stati descritti dopo la somministrazione di ivermectina in pazienti anche pesantemente infettati con Loa loa. In questi pazienti sono state segnalate anche le seguenti reazioni avverse: dolore dorsale o al collo, iperemia oculare, emorragia congiuntivale, dispnea, incontinenza urinaria e/o fecale, difficoltà di stare in piedi/camminare, alterazioni dello stato mentale, confusione, letargia, stupor o coma (vedere paragrafo 4.4).

Nei pazienti che ricevono ivermectina per il trattamento di strongiloidiasi, sono stati riportati i seguenti effetti indesiderati: astenia, dolore addominale, anoressia, stipsi, diarrea, nausea, vomito, capogiro, sonnolenza, vertigini, tremore, ipereosinofilia transitoria, leucopenia/anemia e aumento della ALT/fosfatasi alcalina.

Nel trattamento della filaria dovuta a Wuchereria bancrofti, l'intensità degli effetti indesiderati non sembra essere dose-dipendente, ma è legata alla densità microfilariale nel sangue. Sono stati riportati: febbre, cefalea, astenia, sensazione di debolezza, mialgia, artralgia, dolore diffuso, disturbi digestivi come anoressia, nausea, dolore addominale ed epigastrico, tosse, sensazione di difficoltà a respirare, mal di gola, ipotensione ortostatica, brividi, vertigini, diaforesi, dolore testicolare o sensazione di fastidio.

A seguito della somministrazione di ivermectina in pazienti affetti da Onchocerca volvulus, le reazioni di ipersensibilità osservate derivanti dalla morte microfilarica riguardano reazioni di tipo Mazzotti: prurito, eruzione oriticarioide, congiuntivite, artralgia, mialgia (compresa la mialgia addominale), febbre, edema, linfadenite, linfoadenopatie, nausea, vomito, diarrea, ipotensione ortostatica, vertigini, tachicardia, astenia, cefalea. Raramente, questi sintomi sono stati gravi. Sono stati descritti alcuni casi di aggravamento dell'asma bronchiale.

In questi pazienti sono state descritte anche sensazioni anomale negli occhi, edema palpebrale, uveite anteriore, congiuntivite, limbite, cheratite e corioretinite o coroidite. Queste manifestazioni, che possono essere dovute alla malattia stessa, sono state descritte anche occasionalmente dopo il trattamento. Sono raramente gravi e generalmente sono risolte senza trattamento corticosteroide.

L'insorgenza di emorragia congiuntivale è stata segnalata in pazienti con oncocerchiasi.

Dopo assunzione di ivermectina, è stata osservata l'espulsione di adulti di Ascaris.

Nei pazienti con scabbia, l'esacerbazione transitoria di prurito può essere osservata all'inizio del trattamento.

Segnalazione delle reazioni avverse sospette

La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Patologie correlate:


Nota: Nel contenuto della scheda possono essere presenti dei riferimenti a paragrafi non riportati.

Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico



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