Raccontare il cammino con il cancro

02 gennaio 2019

Raccontare il cammino con il cancro



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«Sono arrivato fino all'oceano a piedi e ho un cancro inoperabile. L'ho gridato davanti all'Atlantico e l'oceano mi ha risposto. Mi ha detto: "Sei un pazzo, ma non ti fermare". Il cammino di ogni malato inizia dal momento in cui è diagnosticata la malattia; poi tocca a noi, solo a noi decidere in che direzione andare, non importa la strada che si fa o dove si va, ma come. Qualcuno l'ha detto molto prima di me: ogni cammino inizia con il primo passo.»

«La parola cancro fa paura», scrive Andrea Spinelli nel libro Se cammino vivo affetto da un adenocarcinoma alla testa del pancreas in stato avanzato e non operabile dall'ottobre 2013, «ma non deve essere un tabù». Lui ci convive da quasi cinque anni, un passo alla volta, ed è proprio il caso di dirlo, visto che per restare in equilibrio, per tenerlo a bada, ha deciso proprio di camminare. Questo antico e naturale modo di muoversi lo fa star bene e diventa il suo modo di ringraziare la vita, nonostante tutto. Andrea ha cominciato con viaggi brevi, il tragitto casa-ospedale, e poi, pian piano, è passato ai grandi cammini: la Romea Strata, la Via Francigena, il Cammino di Santiago...

In mezzo, ci sono stati momenti difficili, i "pit-stop" necessari per riprendere le forze, per affrontare le terapie, o sottoporsi ai temuti controlli. Il suo contapassi però aumenta di giorno in giorno e oggi conta più di diecimila chilometri. «Tutto può cambiare all'improvviso; senza chiedere il
permesso, qualcosa di devastante è entrato con prepotenza a far parte del mio tempo. È stato come uno spartiacque, una cesura. Di qua, seppur lesa, c'è la mia seconda vita».

Andrea Spinelli
Se cammino vivo
Se di cancro si muore, pur si vive
Ediciclo Editore




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