Virus epatite B: molto contagioso ma curabile

23 marzo 2011
Interviste

Virus epatite B: molto contagioso ma curabile



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In Italia sono circa mezzo milione i portatori cronici del virus dell'epatite B (Hbv), ma a queste stime mancano i dati relativi ai gruppi di migranti che arrivano in Italia da zone come l'Asia, l'Africa del Nord, l'Europa orientale e la ex Unione Sovietica, che costituiscono serbatoi importanti della malattia; ma anche i dati sui tossicodipendenti da droghe endovena e sui soggetti rinchiusi nelle carceri. Si tratta di un virus molto contagioso da cui è possibile difendersi e guarire in caso di infezione, come spiega a Dica33, Massimo Colombo, professore di gastroenterologia all'Università di Milano e direttore del dipartimento di medicina dell'Ospedale Maggiore di Milano.

Quali sono le modalità di contagio e di trasmissione?
L'Hbv è un virus molto contagioso e viene trasmesso attraverso sangue e liquidi corporei degli individui infetti. In Italia e nei paesi occidentali le fonti di contagio più importanti sono i rapporti sessuali e l'uso di droghe endovena, ma vanno anche considerate a rischio quelle pratiche che prevedono la perforazione della pelle eseguite in ambienti non sicuri, dal tatuaggio ai trattamenti estetici. Non va dimenticato che anche in ambienti più sicuri come gli ospedali il rischio, si verificano seppur raramente casi di trasmissione. La trasmissione da madre infetta a neonato è efficacemente prevenuta dallo screening delle partorienti e dalla vaccinoprofilassi dei neonati.

Quali sono i segni che permettono di capire se c'è l'infezione?
L'infezione dà pochi sintomi, per lo più aspecifici come la stanchezza. In alcuni casi acuti il paziente è itterico (cute gialla). Solo nel 5-10% dei pazienti l'infezione diventa cronica, evento comune nei piccoli e raro negli adulti: circa il 20% degli infetti cronici sviluppa cirrosi nell'arco di 20-40 anni. La diagnosi di epatite cronica B si fonda sulla storia clinica, considerando anche provenienza del paziente e determinati esami del sangue.

E, quindi, come si arriva a diagnosticare l'infezione?
Di solito gli esami diagnostici di epatite B sono richiesti per due motivi, e cioè se il paziente ha avuto comportamenti a rischio oppure se a seguito di esami di routine, sono emerse alterazioni dei test epatici come le transaminasi. In questi casi, occorre verificare la presenza del virus nel sangue mediante ricerca di marcatori di infezione, come gli antigeni HbsAg e HBeAg e l'Hbv-Dna che è il virus replicante. In meno del 5% dei pazienti l'infezione HBV è accompagnata dalla presenza del virus dell'epatite D, che è riconoscibile con un esame sierologico specifico, l'anti Hdv.

Come è possibile difendersi dall'infezione?
Il vaccino anti Hbv protegge dalla infezione. È però opportuno adottare anche comportamenti corretti, che includono l'uso di profilattico nei rapporti sessuali, etero e omosessuali, soprattutto se il partner è un soggetto a rischio, evitare pratiche con strumenti pungenti in luoghi non controllati, poiché il materiale usa e getta potrebbe essere riciclato. Questo può avvenire nei centri per tatuaggio ed il rischio è massimo quando gli strumenti monouso vengono intinti in flaconi di tintura già esposti ad altri aghi. La vaccinazione è obbligatoria in Italia dal 1991 per tutti i neonati, e sino al 2003 anche per gli adolescenti di 12 anni.

Quindi chi oggi ha 30 anni è protetto? E chi ne ha di più?
La fascia di età tra 0 e 30 anni è protetta contro il virus dalla vaccinazione. Nel caso di esposizione a rischio professionale, sessuale o ambientale, come il trasferimento in zone endemiche di epatite B o se sono previsti trattamenti medico-chirurgici, è consigliato il vaccino che viene fornito gratuitamente dal Ssn. Il livello di protezione anticorpale (anti-Hbs) è controllabile mediante prelievo di sangue. In alcuni casi è consigliato sottoporsi a richiamo del vaccino. Il vaccino protegge a vita: la risposta è molto efficace nei neonati, mentre alcuni adulti (10%) possono rispondere meno brillantemente. Le persone di età superiore a 30 anni non vaccinate che non sono mai venute a contatto con Hbv (anti Hbs siero negative) sono a rischio, e devono proteggersi con appropriati comportamenti per prevenire l'infezione o meglio con il vaccino.

Esistono cure efficaci contro l'epatite B?
Si. Oggi l'infezione è curabile e può guarire. In pazienti selezionati, giovani, con malattia epatica e carica virale modesta, la somministrazione di interferone pegilato per 12-18 mesi può portare negli anni alla guarigione definitiva. Il farmaco agisce su due fronti: stimola la risposta immunitaria del paziente e sopprime la replicazione del virus. I pazienti che non rispondono alla terapia e quelli non indicati all'interferone vengono trattati con farmaci antivirali diretti, che non agiscono sul sistema immunitario ma bloccano la replicazione virale nelle cellule epatiche, controllando l'evoluzione della malattia epatica ed in alcuni casi permettendo negli anni la guarigione clinica del paziente.

Simona Zazzetta



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