Più informazioni sulla contraccezione

02 luglio 2009
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Più informazioni sulla contraccezione



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Durante una conferenza stampa organizzata a Roma lo scorso 24 giugno GfK Eurisko ha presentato una propria indagine con risposte a molti quesiti che le donne italiane si pongono sulla contraccezione. "La nostra ricerca - ha spiegato Isa Cecchini, Direttore del Dipartimento GfK Eurisko Healthcare ha coinvolto un campione rappresentativo di donne tra i 18 e i 45 anni. Alcuni risultati sono sorprendenti. Il 28% delle donne italiane fra i 18 e i 45 anni utilizza contraccettivi ormonali, il 26% altri metodi. Quasi la metà (il 46%) non fa uso di contraccettivi, nella maggior parte dei casi perché dichiara di non averne bisogno. La pillola (23%) e il preservativo (20%) sono i contraccettivi più utilizzati. I contraccettivi ormonali sono più utilizzati in Triveneto (38%), Sicilia (41%) e Sardegna (43%). Il 90% delle donne parla con il ginecologo per scegliere il contraccettivo più adatto a lei, ma vengono interpellati (soprattutto dalle più giovani 18-25 anni) anche il partner (25%), le amiche (17%) e Internet (17%). Nonostante questo solo il 19% delle donne ritiene di essere realmente informata mentre è forte e condiviso il desiderio di saperne di più (il 91% delle donne vorrebbe avere più informazioni)".

"La richiesta di informazioni - ha aggiunto l'esperta - arriva prima di tutto dal medico ma anche dai media ci si aspetta una risposta concreta". "La donna italiana - ha spiegato Vincenzina Bruni, Ordinario di Ostetricia e Ginecologia all'Università di Firenze - ha un duplice rapporto con i contraccettivi ormonali - li sceglie perché li ritiene sicuri, li vive con ansia perché teme gli ormoni. Eppure pochi farmaci sono stati oggetto di un così vasto numero di studi quanto la contraccezione estroprogestinica. Sicuramente l'uso di contraccettivi ormonali - mi riferisco alla pillola, all'anello e al cerotto - comporta non solo una copertura contraccettiva ma anche una copertura verso alcune patologie importanti, non solo neoplastiche. La donna non sempre si rende conto di questo paracadute, anzi a volte teme proprio l'effetto contrario. Eppure, gli studi dimostrano che l'uso di pillola e anello, ad esempio, comportano un minor rischio di alcuni tumori benigni della mammella, della ricorrenza di cisti ovariche e in parte anche della malattia infiammatoria pelvica. Ma non solo: l'uso del contraccettivo estroprogestinico - ha spiegato Bruni - riduce nettamente il rischio di alcune patologie tumorali come, ad esempio, il cancro dell'ovaio e dell'endometrio. E poi, ha un'azione terapeutica verso malattie che sono invalidanti nella qualità di vita della donna come meno metrorragie, endometriosi, dismenorrea e sindrome premestruale, solo per citarne alcune. Se una donna vive con ansia il suo rapporto con il contraccettivo orale, pur riconoscendone l'efficacia, dovrebbe rendersi conto che esistono anche altri metodi contraccettivi che potrebbero venire incontro alle sue esigenze".

Gianluca Casponi

Conferenza stampa "Le italiane e la contraccezione"; Roma, 24 giugno 2009



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