L'artrosi d'anca: come combattere dolore e difficoltà nei movimenti

19 dicembre 2016
Interviste

L'artrosi d'anca: come combattere dolore e difficoltà nei movimenti



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L'anca è tra le articolazioni più colpite da artrosi. A essere colpita è la cartilagine dell'articolazione coxo-femorale, il punto in cui femore si articola con l'acetabolo, la cavità dell'anca destinata ad accogliere la testa del femore. Questo processo può essere causato da varie patologie, tra cui forme di artrosi meccaniche, degenerative o acquisite, ma anche artriti infiammatorie.
Le conseguenze per tutti sono dolore e difficoltà nei movimenti. Tutto questo oggi può essere affrontato con diverse armi, prima tra tutte quella della prevenzione delle persone a rischio. Ne parliamo con Marco Merlo, Primario dell'Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia dell'ospedale di Busto Arsizio.

Dottor Merlo, quali sono le principali cause che favoriscono questa malattia?

«L'artrosi d'anca causa impotenza funzionale (cioè l'impossibilità di eseguire un movimento o una serie di movimenti da parte di un'articolazione) in circa il 15 per cento della popolazione sopra i 60 anni. L'incidenza è maggiore nella donna rispetto all'uomo, anche per caratteristiche anatomiche peculiari del genere femminile.
Ci sono situazioni che favoriscono questa malattia degenerativa: la displasia congenita d'anca, alcune attività fisiche e, come noto, il sovrappeso. Sono quindi a maggior rischio le persone che stanno a lungo in piedi, soprattutto se sono pesanti, perché sovraccaricano le articolazioni. Alcuni mestieri aumentano il rischio di svilupparla, come fare la commessa, così come alcune attività sportive. Si tratta di quelle che sollecitano di più l'anca, cioè gli sport dove si corre, si salta, e si fanno balzi, come il calcio, il running, il tennis, la pallavolo, la pallacanestro, l'aerobica e la più recente Zumba. Sono infatti noti a tutti atleti di ottimo livello che negli anni hanno sviluppato artrosi d'anca.
Un altro fattore predisponente è la displasia congenita dell'anca. Questa è una condizione ereditaria che con il tempo può favorire la degenerazione di questa articolazione. Oggi fortunatamente il trattamento della displasia congenita dell'anca si comincia, grazie all'ecografia neonatale, già dalla nascita, e sono quindi molto ridotti i rischi di trattamento inadeguato. Pertanto è meno probabile rispetto al passato che si sviluppi una artrosi grave e precoce.
Esistono poi anche situazioni che si presentano senza particolari fattori di rischio, perché l'artrosi è un processo degenerativo progressivo».

Quali sono i principali sintomi?

«L'artrosi dell'anca si manifesta con due sintomi. Innanzitutto il dolore, questo inizialmente è vago e colpisce la zona inguinale, della coscia e a volte anche il ginocchio, e si accentua facendo attività. Infatti una delle domande che si pongono al paziente è quanto riesca a camminare senza interrompersi. Il dolore può manifestarsi tipicamente anche in un altro modo: l'alzarsi dopo essere stato a lungo seduto è la condizione più dolorosa, con dolore più insistente e persistente.
Il secondo sintomo è la rigidità, cioè la perdita di movimento dell'anca. In questi casi la cartilagine che si usura impedisce un movimento completo della testa del femore. I disturbi sono tali che cominciano a diventare difficili attività quotidiane come mettersi calze e scarpe o tagliarsi le unghie dei piedi.
Una condizione a cui prestare attenzione è il mal di schiena con dolore sciatico, questo talvolta può sottendere una non diagnosticata artrosi d'anca, soprattutto in stadio iniziale».

È possibile prevenire lo sviluppo della patologia?

«Per prevenire lo sviluppo dell'artrosi d'anca è fondamentale:
- il controllo dell'alimentazione e del peso
- evitare sollecitazioni da carico nelle persone a rischio.

È opportuno a questo proposito ricordare ai pazienti con artrosi che, se sentono dolore sull'anca quando praticano attività fisiche che prevedono corsa e salti, dovrebbero rivolgersi al loro medico per valutare sport che evitino le sollecitazioni dell'articolazione. A volte invece si verifica l'opposto: la persona continua l'attività pensando che man mano che pratica lo sport il dolore possa passare. Questo è un ragionamento sbagliato: non bisogna né forzare né sovraccaricare l'anca e neppure l'asse inferiore, perché anche il ginocchio può risentirne. Sport consigliabili a chi è predisposto o soffre di questa patologia sono invece la bicicletta e il nuoto, che non creano sovraccarico sulle anche. È particolarmente importante indirizzare verso queste attività fisiche i bambini e i ragazzi che hanno avuto problemi che possono renderli più a rischio di sviluppare artrosi. Anche il pattinaggio può andare bene. L'importante è evitare la sedentarietà: il movimento giova all'apparato locomotore e a quello cardiovascolare».

Quali le terapie più efficaci?

«La gravità dei sintomi determinano la risposta terapeutica.
Nelle fasi precoci di artrosi grave si può intervenire:
- con il trattamento fisico, con fisioterapia e ginnastiche particolari,
- con l'educazione, per insegnare al paziente quali sono i movimenti e le attività giuste,
- con il trattamento farmacologico, per gestire il dolore,
- con la viscosupplementazione. Quest'ultima è una terapia infiltrativa che prevede l'iniezione dentro l'articolazione dell'anca di acido ialuronico, un precursore della cartilagine che favorisce lo scivolamento delle superfici articolari e riduce il dolore, oppure l'iniezione dei fattori di crescita piastrinici ricavati dal sangue del paziente stesso.
- chirurgicamente in artroscopia, per evitare che la situazione possa peggiorare nel tempo.

In caso di artrosi avanzata che causa una limitazione importante delle attività quotidiane è invece possibile intervenire con l'artroprotesi d'anca».

Infine, è vero che l'artrosi dell'anca può creare problemi a livello sessuale e in sala parto?

«Sì, l'artrosi può creare problemi anche alla sessualità, soprattutto a causa del dolore e della rigidità dell'anca. Certe posizioni, soprattutto per la donna, diventano difficili. Il consiglio è parlarne con il medico e all'interno della coppia per trovare soluzioni adatte alla situazione.
Nei casi di artrosi precoce, displasia e lussazione congenita dell'anca questo potrebbe portare difficoltà anche nell'espletamento del parto. Queste mamme spesso devono ricorrere al cesareo perché non hanno la possibilità di divaricare in modo corretto le gambe perché hanno una rigidità dell'anca come invece richiede un parto naturale».



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