Influenza, come si comportano gli italiani?

30 settembre 2019
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Influenza, come si comportano gli italiani?



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Con l'arrivo dell'autunno come ogni anno si torna a parlare di malattie stagionali, prima fra tutte l'influenza. Come sarà quella del  prossimo inverno, come ridurre il rischio di ammalarsi? E soprattutto come curarsi per non aggravare la situazione?

A questa domanda ha voluto rispondere l'indagine Gli italiani e l'influenza stagionale, condotta da Assosalute su un campione di 1.000 individui rappresentativo della popolazione italiana.
Un primo risultato riguarda il modo di gestire la sintomatologia. Il 55% del campione segue un comportamento corretto: si mette a riposo, assume farmaci di automedicazione e contatta il medico solo se dopo tre giorni non nota un miglioramento. La percentuale di coloro che sanno come è bene comportarsi è più alta tra le donne (61,7%) rispetto agli uomini (48,5%).

Resta tuttavia circa il 22% di persone (24,6% tra gli uomini e il 20,2% tra le donne) che cerca di continuare la vita di sempre, assumendo farmaci con la convinzione di azzerare in fretta i sintomi ma di fatto trascurando l'influenza, con il rischio di dar luogo a successive complicanze.

Una percentuale di persone per curare l'influenza si affida al consiglio di amici e parenti o a ricerche su internet. Questo comportamento è diffuso soprattutto tra gli uomini (8,8%, rispetto all'1,2% delle donne). Ma nella maggioranza dei casi (53%) gli italiani si affidano correttamente alle indicazioni fornite dal medico di base e in due casi su dieci a quelle del farmacista.

Per quanto riguarda le cure, i farmaci di automedicazione sono scelti come primo rimedio in caso di influenza dal 64% degli intervistati. Seguono con il 24% le "bevande della nonna" come bevande calde, spremute, latte e miele.

Risulta invece ancora troppo alta (16,2%) la percentuale di chi crede che gli antibiotici siano un rimedio efficace contro l'influenza. Questo accade più spesso nel caso degli uomini e soprattutto tra i giovanissimi, dove si arriva al 29,2%. Gli antibiotici non hanno alcuna efficacia verso una infezione virale come l'influenza e che abusarne o farne un uso scorretto può solo favorire l'insorgenza di resistenze batteriche, che rischiano di renderli poi inefficaci.


Prevenire l’influenza


La maggioranza mette in atto comportamenti corretti come evitare gli sbalzi di temperatura (55,2%) e lavarsi spesso le mani (41,3%). Molto meno efficace invece cercare di ridurre il tempo passato all'aria aperta, indicato dal 18% del campione. Se è vero che l'influenza inizia a diffondersi con l'abbassamento delle temperature e raggiunge il picco di diffusione dopo circa sei settimane, non è il clima freddo a causare l'infezione quanto piuttosto gli sbalzi di temperatura. Evitarli, e lavarsi molto spesso le mani sono tra le migliori misure preventive che tutti possono facilmente mettere in atto, seconde solo alla vaccinazione indicata però solo dal 14% degli italiani intervistati.

Il vaccino anti-influenzale è invece essenziale per evitare il contagio, soprattutto nei soggetti più fragili. "La vaccinazione è un'opportunità per tutti, ma ha una impellenza sempre più alta al crescere della fragilità del soggetto", afferma Fabrizio Pregliasco, Virologo, Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell'Università degli Studi di Milano. "Il vaccino contro l'influenza non ci mette a riparo da tutti i virus in circolazione, ma il suo successo va misurato in ottica salvavita. L'obiettivo principale del vaccino è proprio quello di dare copertura ai soggetti fragili e ridurne la mortalità associata".

Influenza 2019-2020


Per il prossimo inverno sono attesi circa seimila casi di influenza. "I virus influenzali di quest'anno saranno più 'insidiosi', perché si sono diffuse due nuove varianti dei virus, H3N2 - H1N1, che oltre ad avere una maggior capacità diffusiva, sono quelle forme influenzali che - soprattutto l'H1N1 nei piccoli e l'H3N2 nei più anziani e fragili - possono provocare maggiori severità e un più alto rischio di complicanze. Oltre a questi, saranno presenti anche i virus B/Colorado e A/Kansas che sono varianti già conosciute dalle precedenti stagioni" spiega Pregliasco.

Quest'anno il vaccino sarà prevalentemente quadrivalente, conterrà cioè quattro virus:

  • antigene analogo al ceppo A/Brisbane/02/2018 (H1Nl) pdm09;
  • antigene analogo al ceppo A/Kansas/14/2017 (H3N2);
  • antigene analogo al ceppo B/Colorado/06/2017 (lineaggio B/Victoria/2/87)
  • antigene analogo al ceppo B/Phuket/3073/2013-like (lineaggio B/Yamagata/16/88).

Nel caso dei vaccini trivalenti, l'OMS raccomanda, per il virus dell'influenza B, l'inserimento dell'antigene analogo al ceppo B/Colorado/06/2017 (lineaggio B/Victoria/2/87). 

Come sempre il vaccino è offerto gratuitamente alle persone più fragili: anziani, cardiopatici e alati di patologie respiratorie croniche di tutte le età, pazienti oncologici, donne in gravidanza.
Necessario ricordare che il vaccino non garantisce la protezione totale dai virus dell'influenza, ma riduce la probabilità di contagio e offre una copertura a chi sarebbe a rischio di complicanze anche gravi.

Non protegge invece da tutti gli altri virus simil-influenzali. Ne esistono oltre 262 tipi, attivi non solo in inverno, che quest'anno daranno luogo a 8 milioni di casi di infezioni respiratorie divario grado.
Come distinguerli dall'influenza vera e propria? L'influenza si distingue da tutte le altre forme virali per la comparsa simultanea di tre caratteristiche:

  • Insorgenza brusca della febbre oltre il 38°
  • Presenza di almeno un sintomo sistemico: dolori muscolari/articolari
  • Presenza di almeno un sintomo respiratorio: tosse, naso che cola, congestione/secrezione nasale, mal di gola.


Stefania Cifani




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