Influenza: vaccinarsi sì o no?

10 dicembre 2014
Interviste

Influenza: vaccinarsi sì o no?



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La prima battaglia da vincere è quella dell'informazione. Ogni volta che si parla di vaccinazioni scatta il campanello d'allarme. È bastato qualche caso di mortalità (e capita tutti gli anni quando arriva la stagione dell'influenza) per riempire, nel mese scorso, le pagine dei giornali con la domanda classica: il vaccino antinfluenzale è pericoloso? Secondo Carlo Signorelli, professore di igiene all'Università di Parma e presidente della Società italiana di igiene (Siti) la risposta viene dai numeri: «Noi lavoriamo su milioni di vaccini senza complicazioni indesiderate. E abbiamo una casistica scientifica molto documentata e ampia. In Italia parliamo di cifre comprese tra i 3 gli 8mila morti a stagione».

Sono cifre alte.
«Non se uno pensa al quadro complessivo. Tra influenza stagionale e sindromi influenzali ogni anno si ammalano tra i 6 e i 9 milioni di italiani, con 8mila morti. E se guardiamo al mondo parliamo di un minimo di 300mila morti e di un massimo di 500mila. Ma c'è di peggio. I soggetti fragili come bambini e persone anziane rischiano di più».

Sono queste le categorie alle quali si rivolge il vostro lavoro di prevenzione?
«Sì, noi dobbiamo lavorare sui destinatari e sulle categorie a rischio indicate dal Ministero come quelle destinatarie di un'informazione capillare. Un'informazione che deve andare nella logica della prevenzione in generale. In questo caso specifico è la vaccinazione, ma anche l'adesione agli screening gratuiti, ancora oggi, purtroppo, non considerati da circa la metà dei beneficiari teorici».

Perché?
«Il malato è motivato dalla cura, il sano è meno motivato alla prevenzione. C'è una dettagliata circolare ministeriale che definisce con scientificità le principali categorie basandosi sulle esperienze degli anni precedenti. La circolare dice esattamente come comportarsi. Le condizioni sanitarie personali che sconsigliano la vaccinazione sono molto limitate: dal punto di vista numerico tra loro e quelli che possono trarre beneficio dalla vaccinazione non c'è proprio partita.
Va tenuto presente che il sano non si prende un rischio senza la certezza di un beneficio. In questo lavoro le notizie e le sentenze contribuiscono a creare incertezza. I siti internet amplificano la notizia e ingigantiscono i piccoli rischi rispetto ai grandi vantaggi».

Ma quali sono allora le regole da seguire?
«Intanto va detto che secondo tutti gli esperti i benefici del vaccino antinfluenzale sono sicuramente superiori ai rischi, a patto che si seguano alcune precauzioni».

· Non ci si deve vaccinare se si è allergici a qualche componente del vaccino, se si hanno meno di 6 mesi o se ci sono in corso malattie con febbre alta.

· E se ho un raffreddore?
Ci si può vaccinare se si hanno malattie acute di lieve entità, ma anche in allattamento o in caso di malattie che compromettono il sistema immunitario.

· Che cosa rischio nelle ore successive alla vaccinazione?
Gli effetti più comuni segnalati sono arrossamento, gonfiore, indurimento nella sede dell'iniezione (circa il 15 per cento dei vaccinati con vaccino intramuscolo, e 61 per cento per via intradermica) e si manifestano tra 6 e 24 ore dopo la vaccinazione. Hanno una breve durata, massimo 2 giorni. Ci sono poi sintomi lievi simil-influenzali in circa il 42 per cento dei vaccinati.

· Rischio conseguenze più gravi?
Secondo il Cdc (Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie) statunitense le reazioni avverse gravi, che vanno dalla morte al pericolo della vita alle disabilita permanente fino alle ospedalizzazioni o al ricorso al pronto soccorso hanno una frequenza estremamente bassa di 2,6 ogni 10 mila dosi.

· Cosa rischio se prendo l'influenza?
Le complicanze, spiega il sito del Ministero della salute, sono più frequenti in soggetti predisposti, ma tutti sono a rischio. Si va dalle polmoniti batteriche, alla disidratazione, al peggioramento di malattie preesistenti (quali ad esempio il diabete, malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie croniche), alle sinusiti e alle otiti nei bambini. Si stimano ogni anno circa 8mila morti dovuti all'influenza.

· Le conseguenze gravi sono più frequenti nei soggetti al di sopra dei 65 anni di età e con condizioni di rischio, come malattie preesistenti, ma anche le donne in gravidanza hanno una probabilità maggiore di avere problemi.

· Perché devo vaccinarmi in gravidanza?
Le donne nel secondo e nel terzo trimestre di gravidanza dovrebbero vaccinarsi perché hanno un maggior rischio di complicanze come parto prematuro e basso peso del feto. La vaccinazione inoltre protegge il nascituro dall'influenza fino ai 6 mesi.

· Il vaccino dovrebbe essere preso tra metà ottobre e fine dicembre. Siamo protetti dall'influenza dopo due settimane dalla somministrazione, e la protezione dura minimo un anno.

· Se pensate di avere avuto un effetto negativo meglio parlare con il medico, che poi farà la segnalazione all'Aifa (Agenzia italiana del farmaco).

· Secondo il rapporto dell'Aifa nella stagione 2012/2013 le segnalazioni di sospetti eventi avversi sono state 285, di cui il 16,8 per cento considerate gravi.

L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha pubblicato i "dieci timori non scientifici che gravano sui vaccini". Ecco l'elenco:

1) I vaccini sono associati a effetti dannosi a lungo termine ancora sconosciuti e che possono essere anche fatali: falso. I vaccini in uso sono molto sicuri, la maggior parte delle reazioni avverse sono in genere lievi e transitorie e gli eventi gravi molto rari. I benefici delle vaccinazioni superano il rischio.
2) Migliorando le misure igieniche e sanitarie verranno eradicate tutte le malattie e i vaccini non saranno più necessari: falso, perché le malattie prevenibili con vaccino si possono diffondere indipendentemente dal livello di igiene.
3) Nel mio Paese le malattie prevenibili con i vaccini son quasi eradicate: falso, bisogna continuare a vaccinarsi, perché gli agenti infettivi continuano a circolare e possono varcare i confini.
4) Il vaccino contro difterite, tetano e pertosse e quello contro la poliomielite sono responsabili della sindrome della morte in culla (sids): falso, non esiste alcun nesso di causalità.
5) Le malattie prevenibili con i vaccini sono un fatto negativo che fa parte della vita: falso. Morbillo, parotite e rosolia possono causare complicazioni serie come polmonite, encefalite, cecità, diarrea, infezioni dell'orecchio, sindrome da rosolia congenita e morte.
6) Dare a un bambino più di un vaccino per volta aumenta il rischio di eventi avversi pericolosi, sovraccaricandone il sistema immunitario: falso, non ci sono scientifiche che lo dimostrano.
7) L'influenza è solo un disturbo e il vaccino non è molto efficace: falso. È una malattia talvolta grave responsabile di 300-500mila morti ogni anno nel mondo. La vaccinazione è il modo migliore per ridurre la probabilità di malattia grave e di contagio.
8) È meglio essere immunizzati dalla malattia che dai vaccini: falso, perché i vaccini interagiscono con il sistema immunitario senza causare la malattia ed esponendo le persone al rischio di complicazioni.
9) I vaccini contengono mercurio che è pericoloso: falso. Il tiomersale è un composto organico contenente mercurio, aggiunto ad alcuni vaccini come conservante. Non ci sono prove che la quantità di tiomersale utilizzata nei vaccini comporti rischi per la salute. In Italia sono utilizzati vaccini che non contengono tiomersale.
10) Legame con autismo: falso, non ci sono prove di un legame tra il vaccino contro morbillo-parotite-rosolia e questa malattia.



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