L’apnea ostruttiva del sonno complica l’esercizio aerobico

09 gennaio 2015
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L’apnea ostruttiva del sonno complica l’esercizio aerobico



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Piccole interruzioni nella respirazione e propensione all'ansimare e al russare sono i sintomi più tipici dell'apnea ostruttiva del sonno, un disturbo nel quale le vie aree superiori sono ostruite in modo totale o parziale. «Il disturbo si associa all'aumento del rischio di problemi cardiovascolari, ma non è chiaro il legame tra apnee ostruttive del sonno e capacità di svolgere esercizio» dice Jeremy Beitler, professore alla University of California, San Diego school of medicine e autore di un articolo da poco pubblicato sulla rivista Journal of Clinical Sleep Medicine.

Assieme ai suoi colleghi Beitler ha portato a termine uno studio per verificare l'ipotesi che l'apnea ostruttiva del sonno sia legata a una ridotta capacità di svolgere esercizio. Sono state coinvolte nella ricerca 15 persone con apnea da moderata a grave e 19 controlli che avevano solo una forma lieve del disturbo o non ne soffrivano affatto. «Le persone che soffrivano di apnea ostruttiva del sonno avevano raggiunto punteggi inferiori rispetto ai controlli nel test utilizzato per misurare la VO2, cioè la quantità di ossigeno incamerata durante l'esercizio fisico» spiega l'autore aggiungendo poi che i pazienti con apnea avevano più probabilità di risultare in sovrappeso o obesi e, di conseguenza, di avere una ridotta capacità di svolgere esercizio.

«La differenza in realtà rimaneva anche nelle persone dei due gruppi con la stessa taglia corporea» precisa Beitler che ricorda come la presenza di una associazione non indica comunque che l'apnea è la causa di questa scarsa capacità di esercizio. «Spingere i pazienti a svolgere più attività fisica è solo una parte della storia: siamo del parere che il disturbo possa causare cambiamenti strutturali nei muscoli che rendono difficile allenarsi» conclude l'autore, convinto che la misurazione dei livelli di VO2 possa aiutare a identificare i pazienti con apnea ostruttiva del sonno che hanno un maggior rischio di infarto e ictus e a optare per un trattamento precoce del disturbo respiratorio.



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