Covid-19, ambiente e patologie della tiroide. Intervista ad Annamaria Colao (Sie)

22 novembre 2021
Interviste, Speciale Tiroide

Covid-19, ambiente e patologie della tiroide. Intervista ad Annamaria Colao (Sie)



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Studi in corso valutano l'impatto del Covid-19 sulla tiroide


La tiroide è una piccola ghiandola, posta alla base del collo, che svolge una fondamentale azione ormonale responsabile della regolazione dei processi metabolici e del consumo di energia dell'intero organismo. La sua funzionalità può essere alterata da molti fattori come quelli ambientali, la carenza di microelementi o lo stile di vita. Attualmente, inoltre, sono in corso studi sull'impatto di Sars-CoV-2 sulla ghiandola: sebbene sia considerato un virus che infetta prevalentemente l'apparato respiratorio, con il passare dei mesi si è visto che altri organi vengono attaccati da questo virus che ha causato la pandemia Covid-19. Anche la tiroide è uno degli organi bersaglio? Abbiamo chiesto qual è lo stato dell'arte sulle patologie della tiroide ad Annamaria Colao, presidente della Sie (Società italiana di Endocrinologia) e professore ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, presso l'Università Federico II di Napoli.


Covid-19 e Long Covid, che impatto hanno avuto sulle patologie della tiroide?

Abbiamo registrato molte più patologie della tiroide durante la prima fase dell'epidemia, quella in cui non erano ancora disponibili i vaccini. In particolare, sono aumentate rispetto ai numeri normali le tiroiditi sub-acute di origine virale, di solito poco frequenti, al contrario delle tiroiditi croniche che sono molto diffuse. Molti ricercatori hanno riportato un aumento delle tiroiditi subacute - su base infiammatoria e da infezione virale - accompagnate anche da dolore alla palpazione del collo, malessere generale ed anche alterazione della secrezione degli ormoni tiroidei. Ciò avviene poiché gli ormoni già prodotti dalla tiroide, vengono rilasciati immediatamente e come conseguenza si ha una prima fase di ipertiroidismo. A questa fase, seguita l'ipotiroidismo, per una riduzione della funzione dell'organo a causa del virus. Dopo la risoluzione dell'infezione la funzione tiroidea può tornare alla normalità, ma più spesso può residuare uno stato di ipotiroidismo cronico. Inoltre, c'è da dire che anche la vaccinazione, promuovendo una reazione molto forte del sistema immunitario, nelle persone predisposte può aumentare gli anticorpi anti-tiroide quindi anche la tiroidite cronica di Hashimoto potrebbe risentire della pandemia che stiamo vivendo. Infine, per quanto riguarda il Long Covid, come Università di Napoli, stiamo facendo uno studio su tutti i pazienti ospedalizzati per Covid, ma non abbiamo ancora dati sufficienti per valutare l'impatto della malattia in generale. Ci aspettiamo che il Long Covid impatti sulla salute della tiroide, anche nelle persone che non hanno registrato problemi in fase di infezione.


La tiroide è influenzata da alcune sostanze presenti nell'ambiente, quali in particolare?

Molte sostanze presenti nell'ambiente possono interferire con la funzione tiroidea anche quando la tiroide è sana. Tra queste ricordiamo i tiocianati che vengono utilizzati in agricoltura, e che sono caratteristicamente inibitori della sintesi degli ormoni tiroidei; il perclorato, anch'esso utilizzato in agricoltura, ma non solo: per esempio si trova anche nei componenti dell'airbag. Infine, tra gli interferenti endocrini ricordiamo anche il bisfenolo, contenuto in alcuni tipi di plastica, che benché interferisca principalmente con il recettore dell'insulina, aumentando il volume degli organi può avere un impatto anche sulla tiroide. Possiamo poi citare, tra le sostanze che alterano la tiroide, tutte le radiazioni, da quelle naturali dei terreni vulcanici a quelli derivanti da incidenti nucleari, primo tra tutti quello di Chernobil. Infatti, dopo il noto incidente, c'è stato un aumento dei tumori tiroidei nei dieci anni successivi anche nella popolazione italiana comprese le persone molto giovani.


Quanto, invece, è importante lo iodio per la tiroide?

Lo iodio è un elemento chiave per la corretta sintesi di ormone tiroideo. Alcune zone d'Italia, note come zone a endemia gozzigena, sono carenti di iodio nell'acqua, e la carenza di questo elemento porta a un ingrossamento della tiroide (il gozzo) sia nell'adulto che nei bambini. È quindi fondamentale che questo oligoelemento così importante venga supplementato: generalmente si utilizza il sale iodato.


Quanto è importante l'aderenza alla terapia nel paziente con ipotiroidismo?

Il trattamento standard per l'ipotiroidismo consiste principalmente nell'assunzione di levotiroxina per riportare in equilibrio i livelli ormonali e richiede un costante monitoraggio del paziente per adeguare la cura. Trovare il dosaggio più appropriato è essenziale per raggiungere i migliori risultati clinici. I farmaci a base di levotiroxina sono disponibili a diversi dosaggi e in differenti forme farmaceutiche quali compresse, capsule soft gel e adesso la nuova formulazione in soluzione liquida, che permette di superare i fattori che normalmente interferiscono con l'assorbimento del principio attivo. La dose ottimale di levotiroxina è in funzione del target terapeutico, ossia del livello di TSH da raggiungere nel singolo individuo, che non dipende unicamente dalla dose assunta, ma risente dell'interferenza di numerosi fattori quali età, sesso, peso e stile di vita, che richiedono adeguamenti di dosaggio per ottenere l'efficacia attesa. Grazie alle nuove formulazioni oggi per il paziente è molto più facile seguire con costanza e precisione la terapia per l'ipotiroidismo.


Chiara Romeo



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