Un “cucciolo” per tenere sotto controllo il diabete

08 luglio 2015
Aggiornamenti e focus

Un “cucciolo” per tenere sotto controllo il diabete



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Sono molti gli ambiti nei quali gli animali si rivelano utili per alleviare o aiutare gli uomini a superare una malattia fisica o psicologica e a quanto pare aiutano anche nel diabete di tipo 1 pediatrico. È quanto emerge da uno studio statunitense da poco pubblicato sulla rivista The diabetes educator e che ha coinvolto 28 adolescenti di età compresa tra 10 e 17 anni con diabete di tipo 1, una patologia nella quale le cellule del pancreas non riescono a produrre l'insulina che serve all'organismo. «Gli adolescenti sono pazienti molto difficili da trattare visti i molti fattori psicosociali che influenzano la crescita in questa fase della vita» afferma Olga Gupta del Children's medical center di Dallas e coordinatrice della ricerca che poi aggiunge: «abbiamo quindi deciso di valutare l'impatto della terapia con gli animali sul controllo della malattia». Ma il cucciolo in questo caso non era un cagnolino o un gattino come si potrebbe immaginare.

Gupta e colleghi hanno infatti scelto un pesce, il Betta splendens, noto anche come pesce siamese combattente. Ecco come si è svolto lo studio. I ragazzi sono stati suddivisi in due gruppi: uno di controllo che ha seguito le solite terapie e uno nel quale è stata utilizzata questa particolare forma di pet therapy. Ai ragazzi del secondo gruppo è stato affidato un pesce del quale dovevano prendersi cura dandogli da mangiare due volte al giorno e cambiando una parte dell'acqua della vasca una volta alla settimana. E in base alle istruzioni ricevute, i ragazzi dovevano controllare la propria glicemia ogni volta che davano da mangiare al "cucciolo" e dovevano rivedere assieme a un adulto l'andamento della glicemia una volta a settimana, in corrispondenza del cambio dell'acqua nella vasca.

«La strategia utilizzata si è rivelata utile nel controllo della malattia: dopo tre mesi, i livelli di emoglobina glicata nei ragazzi che si sono presi cura del pesce sono scesi dello 0,5 per cento, mentre nel gruppo di controllo sono aumentati di 0,8 per cento» spiega l'autrice che poi precisa come i benefici di questa terapia comportamentale sono visibili a tutte le età, ma sono maggiori nei ragazzi più giovani, quelli tra 10 e 13 anni. «Prendersi cura di un animale aiuta i ragazzi a responsabilizzarsi anche in altri ambiti, come per esempio il monitoraggio del diabete» conclude Gupta, sottolineando l'importanza del coinvolgimento dei genitori nell'aiutare gli adolescenti a stabilire una routine per il controllo dei propri livelli di glucosio.



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