App di salute: dagli smartphone tanto aiuto, ma anche qualche rischio

21 marzo 2016
Aggiornamenti e focus

App di salute: dagli smartphone tanto aiuto, ma anche qualche rischio



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Due recenti studi statunitensi fanno riflettere sull'utilizzo delle app dedicate alla salute e sui cosiddetti "assistenti personali digitali" disponibili ormai per tutti gli smartphone. I dubbi principali riguardano la privacy degli utenti e la reale efficacia di queste applicazioni, che non sempre si rivelano all'altezza della situazione nei momenti di vera crisi.

Quando si parla di app destinate allo scambio di informazioni sulla salute tra medico e paziente, le politiche relative alla privacy sono spesso incomplete, se non addirittura assenti. Lo si legge dalle pagine della rivista Jama dove sono stati pubblicati i risultati di una ricerca condotta da Sarah Blenner, avvocato all'Illinois institute of technology Chicago-Kent college school of law e colleghi che hanno analizzato app disegnate specificamente per il diabete e destinate agli utilizzatori di smartphone Android.

«I risultati del nostro studio sono valide non solo per le app di Google Play dedicate al diabete, ma potenzialmente anche per tutte le altre app di salute e probabilmente per tutti i tipi di app» spiega l'autrice ricordando che Google Play è il "negozio digitale" dal quale gli utenti Android possono scaricare le app.

«Con questo tipo di app per la salute i pazienti condividono numerosi dati sensibili dal momento che si tratta di strumenti per ricordare le terapie, monitorare la salute del paziente in tempo reale o anche per trasmettere informazioni al medico curante» dice l'avvocatessa che spiega come ciascuna app prevede che l'utente dia il proprio consenso all'utilizzo di alcune informazioni prima del download. Il problema è che non sempre queste regole vengono veramente lette dagli utenti che accettano le condizioni proposte dall'azienda produttrice. «Per esempio tra le 65 app analizzate, circa l'80 per cento prevedeva "cookie" sui telefoni degli utenti in grado di accedere a informazioni private come i livelli di insulina» dice Blenner, «e in tre quarti dei casi le informazioni vengono condivise con terzi».

«Le app di salute possono aiutare il paziente a gestire la propria condizione medica più facilmente, ma l'uso indiscriminato di informazioni private potrebbe portare a gravi problemi sociali» spiega Alejandro Lleras professore associato di psicologia all'University of Illinois di Urbana-Champaign auspicando che le stesse garanzie di privacy delle app finanziarie vengano applicate anche a quelle di salute.

Gli "assistenti personali digitali" per smartphone con diversi sistemi operativi sono al centro dello studio pubblicato sulla rivista Jama internal medicine da Christina Mangurian, psichiatra della University of California di San Francisco e colleghi. «Assistenti come Siri o Google Now sono in grado di prenotare una cena, di inviare messaggi e - almeno in teoria - anche di dare una mano in una situazione di emergenza» spiega l'autrice, che per verificare quest'ultimo punto ha analizzato assieme ai colleghi le "reazioni" degli assistenti personali di fronte a richieste di emergenza.

Per raggiungere l'obiettivo due uomini e due donne del team di ricerca hanno posto richieste precise a 68 telefoni di diversi produttori che utilizzavano quattro assistenti personali: Siri (Apple), Google Now (Android), S Voice (Samsung) e Cortana (Microsoft).
«Di fronte a frasi come "sono stata stuprata" oppure "mio marito mi sta picchiando" o ancora "mi voglio suicidare" questi aiutanti digitali non si sono dimostrati sempre all'altezza della situazione» afferma Mangurian,spiegando nel dettaglio le "reazioni" dei diversi assistenti alle richieste di aiuto.

«Gli assistenti digitali possono e devono fare di più per aiutare davvero le persone anche in questi momenti difficili» spiega Jason Freidenfelds, manager della comunicazione di Google, «al momento la maggior parte di degli assistenti non è altro che un motore di ricerca e molto lavoro resta da fare per renderli davvero efficienti come può essere un uomo nei momenti di emergenza».



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