L'andrologo non sia tabù

25 novembre 2005
Aggiornamenti e focus

L'andrologo non sia tabù



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Le patologie riproduttive sono caratterizzate ormai da una rilevante valenza sociale per i loro riflessi negativi anche sul tasso di natalità e rappresentano una priorità per le organizzazioni internazionali preposte alla tutela della salute pubblica. E' questa una delle ragioni per cui la settimana della prevenzione andrologica è giunta alla sua 5° edizione. Per capire meglio in che cosa consiste e quali sono i suoi obiettivi ne abbiamo parlato con Emanuele Belgrano, direttore della Clinica Urologica dell'Ospedale di Cattinara, in provincia di Trieste.

La settimana di prevenzione andrologica


“La settimana – spiega Belgrano – è un’iniziativa della Società Italiana di Andrologia (SIA) che si rivolge alla popolazione maschile italiana, proponendo sei giorni di visite andrologiche gratuite. Le visite sono effettuate dai soci, per la stragrande maggioranza andrologi, in prevalenza presso strutture pubbliche. L’iniziativa, sostenuta dalle istituzioni e da aziende farmaceutiche attive nell’area andrologica, è al suo 5° anno e l’anno scorso Trieste è stata al primo posto per numero di pazienti con 540 persone visitate gratuitamente”. La prevenzione è l’obiettivo principale, perché? “Semplice – risponde l’andrologo – si tratta di malattie trascurate, sia in età giovanile sia in età più avanzata. E sono malattie per le quali la prevenzione è determinante”. Cioè? “Mentre i bambini – precisa – sono seguiti in modo molto accurato dal pediatra, l’attenzione va via via scemando. Nell’adolescenza si possono così manifestare piccole patologie che successivamente degenerano”. Può fare qualche esempio? “La fimosi per cominciare – risponde Belgrano. - Un problema che non viene trattato in oltre il 15% della popolazione, ma sarebbe da risolvere prima della pubertà. L’adolescente cui non venga riscontrata per tempo questa patologia, per la quale non si scopre il glande, è condannato a una vita adulta affetta da una menomazione importante, per la vita sessuale in particolare. Un’altra malattia è il criptorchidimo, la mancata discesa dei testicoli. Si tratta di una patologia di cui si accorge il pediatra, ma poi sia lui sia il medico di medicina generale sono restii all’intervento. Si tratterebbe, invece, di una cosa opportuna prima dell’età scolastica. Il rischio successivo, fra gli altri, è quello del tumore al testicolo. Sono problemi, oltretutto, con forti implicazioni psicologiche. Ma non finisce qui – aggiunge Belgrano. - Un altro problema di rilievo è rappresentato dal varicocele, una vena varicosa che si forma nel testicolo, prevalentemente in quello sinistro. Anche qui le percentuali di mancata diagnosi si aggirano sul 15% e in più è venuta meno la visita di leva che era un importante veicolo preventivo”. L’abolizione del servizio di leva obbligatorio, infatti, con la relativa visita medica, ha annullato il primo screening utile all’individuazione di eventuali patologie dell’apparato riproduttivo. Ma quando sarebbe opportuno effettuare una visita andrologica? “L’ideale – dice l’andrologo triestino – sarebbe in pubertà o almeno a sviluppo completato. Una recente indagine su ragazzi di 17 anni ha evidenziato come il 47% abbia una patologia del sistema riproduttivo”. E gli over 50? “Sono l’altro target di riferimento. In questo caso, naturalmente, i problemi sono altri. E mi riferisco ai tumori e al deficit erettile. Con una familiarità positiva sarebbe opportuno effettuare l’esame del PSA già a 45 anni. Quanto alla disfunzione erettile si tratta di un problema che sopra i 60 anni affligge, in qualche modo, quasi il 50% delle persone”. La farmacologia ha aiutato in questo settore, vero? “Assolutamente – conferma Belgrano – i nuovi farmaci sono utili, ma, va detto, da non usare in modo indiscriminato. Sempre meglio consultare il medico prima”. In conclusione è vero che i disturbi andrologici sono spesso indicatori di altre patologie? “Assolutamente – conclude l’andrologo della SIA – in particolare nell’area cardiovascolare. Significa che la disfunzione erettile può essere la spia di problemi vascolari, in questo caso deve essere perciò un campanello d’allarme. Spesso il primo”.

Marco Malagutti



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