Aggressiva ma non troppo

29 gennaio 2004
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Aggressiva ma non troppo



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L'influenza è dietro l'angolo. Anzi si può affermare, considerati i casi via via crescenti, che l'epidemia sia già cominciata. La novità di quest'anno, annunciata dai CDC in una recente dichiarazione ufficiale, è il virus. Il nuovo arrivato si chiama Fujian e viene dalla Cina. C'è davvero da preoccuparsi? Ne abbiamo parlato con Fabrizio Pregliasco, virologo all'Università di Milano.

La minaccia Fujian


"Intanto - precisa immediatamente Pregliasco - il virus circolante non è soltanto uno ma si può parlare di un mix. Di questi quello prevalente è sicuramente il Fujian di provenienza cinese, sempre appartenente al ceppo A (tipo A H3N2), la stessa famiglia di quello degli anni scorsi, il Panama". Quello che si è verificato, come spiegato in un recente studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine, è un drift antigenico. Si tratta di una piccola mutazione cui vanno incontro la maggior parte dei virus influenzali nel corso del tempo, e che si distinguono dagli shift, grandi modifiche che possono far diventare il virus realmente pericoloso. "Il fatto che il virus sia nuovo- riprende Pregliasco- comporta una maggiore diffusione e un margine di rischio superiore, in particolare per le categorie più esposte come i bambini e gli anziani". Quindi i bambini sono effettivamente i più sensibili al nuovo virus? "Sì, ma per una ragione molto semplice. Il loro sistema immunitario non ha avuto occasione di conoscere questa variante, cominciata a circolare soltanto alla fine della passata stagione influenzale. Si può parlare così di verginità anticorpale, il bambino deve rinforzarsi dal punto di vista immunitario, anche perché le ultime stagioni influenzali sono state piuttosto debolucce". Non è un caso, così, che degli otto milioni di casi attesi in Italia, il 40% dovrebbe essere rappresentato da bambini tra gli zero e i quattordici anni. Negli Stati Uniti, dove il virus ha già fatto il suo esordio da qualche tempo, sono stati segnalati alcuni decessi, soprattutto in bambini, associati a influenza da A-Fujian, bisogna preoccuparsi? "Non si muore di influenza, evidentemente - rassicura il virologo milanese - ma si rischiano seri problemi. E i problemi vengono dalle complicanze. Per intendersi sono più a rischio anziani con malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio o circolatorio".

In Italia sta arrivando


L'epidemia comunque è ancora moderata e non ha raggiunto il suo picco. "È così, dopo aver raggiunto il picco in Gran Bretagna, Spagna e Portogallo ed essere partita pesantemente in Norvegia, Belgio e Francia, l'influenza sta avanzando rapidamente alle porte dell'Italia. Il valore attuale è di 3 casi su 1000, un numero che comincia a essere significativo. Nelle prossime 2-3 settimane vedremo crescere il dato fino al picco della curva. Comunque la campagna di vaccinazione condotta in Italia è stata buona." A proposito di vaccinazione, la mutazione del virus ha fatto crescere la preoccupazione rispetto all'inefficacia del vaccino. E a rincarare la dose è arrivata un'indagine dei CDC statunitensi con la notizia che il vaccino antiinfluenzale 2003-2004 offrirebbe protezione minima contro il Fujian. "Non sarei così disfattista rispetto alla copertura vaccinale" rassicura Pregliasco. "Nello studio per cominciare non mancano le pecche, peraltro dichiarate dagli stessi ricercatori, e uno studio analogo condotto in Francia, lo studio GROG, ha individuato un'efficacia del 60% nell'evitamento della malattia, un valore da non sottovalutare. Il vaccino resta così raccomandato per tutte le categorie a rischio (anziani sopra i 65 anni e bambini con malattie croniche). È indubbio che la copertura sarà inferiore a quella degli anni scorsi, ma si tratta di un problema tecnico. L'allestimento delle partite di vaccino richiede tempi lunghi e la cosa diventa più complicata se si ha a che fare con un ceppo virale selvaggio non previsto. Due aspetti, però, lasciano ben sperare - chiude con una nota di ottimismo Pregliasco - il fatto che il virus in questione assomigli molto a uno dei tre inseriti nel vaccino anti-influenzale e il fatto che non sia una novità assoluta ma, sebbene in forma più blanda, si sia già presentato negli anni scorsi. Non è da escludere così che molte persone abbiano sviluppato anticorpi adeguati". Il virus perciò non è così aggressivo e le regole per difendersi restano sempre quelle. Vaccinarsi è la prima, almeno per le categorie a rischio.

Marco Malagutti



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