Antibiotici, come usarli bene

24 marzo 2010
Interviste

Antibiotici, come usarli bene



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Gli antibiotici sono farmaci importanti, ma è meglio usarli con cautela. Il consiglio arriva direttamente dal ministero della Salute ed è lo slogan portante delle locandine che da qualche mese tappezzano le sale d'attesa dei medici di famiglia. L'obiettivo è quello di sensibilizzare gli italiani sugli effetti derivanti da un uso inappropriato di questa categoria di medicinali, effetti che la campagna ministeriale (presente anche sul web, http://www.iss.it/anti) riassume in un concetto: attenzione all'antibioticoresistenza. Del perché di tale allarme e di come vanno usati gli antibiotici Dica33 ha parlato con Saffi Ettore Giustini, medico di famiglia della Società italiana medicina generale (Simg).


Dottor Giustini, perché una campagna sulle antibioticoresistenze?
Gli antibiotici sono farmaci creati per colpire selettivamente i batteri che provocano un'infezione. Potremmo paragonarli a missili programmati per colpire un obiettivo e quello soltanto. Da alcuni anni, registriamo un numero crescente di casi in cui il missile non riesce a uccidere il proprio bersaglio. Questo fenomeno è chiamato antibioticoresistenza: finora se ne registrano soprattutto in ambito ospedaliero, in pazienti spesso affetti da pluripatologie; ma qualche volta osserviamo casi di questo genere anche nei nostri ambulatori.


Quali sono le cause delle antibioticoresistenze?
Grazie agli antibiotici, negli ultimi 30 o 40 anni la scienza medica è riuscita a ottenere il controllo pressoché totale di quasi tutte le infezioni. Dobbiamo a questa categoria di farmaci la qualità e l'aspettativa di vita di cui godono i paesi più sviluppati. Tuttavia, gli antibiotici sono anche alla base di una consistente modificazione dell'ecosistema batterico-ambientale: oggi, per esempio, alcune infezioni delle vie urinarie hanno all'origine germi che si stanno dimostrando resistenti agli antibiotici di ultima generazione. Il diffuso e spesso ingiustificato impiego di antibiotici contribuisce in modo significativo alla diffusione del fenomeno della resistenza, perché favorisce la selezione di germi immuni a questi farmaci.

Quale consiglio ai pazienti, allora?
Il medico sceglie in base a un'equazione con tre variabili: quale antibiotico per quale paziente con quale malattia. Innanzitutto va identificata con esattezza l'infezione e spesso occorrono due o tre giorni per avere un quadro clinico chiaro, magari con il supporto di qualche esame. Poi è importante valutare le condizioni del paziente. Il consiglio quindi è duplice. Primo, nessuno si senta trascurato se il medico non prescrive immediatamente un antibiotico. Secondo, il paziente eviti di andare a "pescare" nell'armadietto dei farmaci appena ha un paio di gradi di febbre: a parte il fatto che non c'è alcun automatismo tra stato febbrile e infezione, quanto detto poc'anzi a proposito delle antibioticoresistenze spiega perché sia fondamentale lasciare sempre al medico la scelta della risposta più adeguata.



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