L'esito scritto nel cervello

16 settembre 2005
Aggiornamenti e focus

L'esito scritto nel cervello



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L'Alzheimer è una forma di demenza alla base della quale vi è una lenta e progressiva degenerazione delle cellule nervose, con graduale perdita delle capacità cognitive e intellettuali. Il deterioramento cognitivo lieve (MCI) può essere interpretato come una sorta di fase di transizione che può portare allo sviluppo della malattia di Alzheimer. I pazienti affetti da deterioramento cognitivo lieve e disturbi della memoria presentano alterazioni strutturali in diverse regioni del cervello, come per esempio la riduzione del volume di alcune aree cerebrali fondamentali per la memoria, l'apprendimento e il ragionamento. Tali anomalie risultano particolarmente evidenti nei pazienti che nel tempo hanno sviluppato l'Alzheimer. È quindi importante cercare di individuare i processi attraverso i quali evolve la patologia in modo da poter sviluppare terapie farmacologiche mirate a rallentarne o modificarne il decorso.

Lo studio


A questo scopo uno studio statunitense si è occupato di confrontare i volumi di materia grigia in pazienti affetti da due diversi sottotipi di MCI, uno più lieve che comporta amnesia focale (MCI-A) e uno più grave che implica disfunzioni cognitive diffuse (MCI-MCD). Lo studio ha coinvolto 37 pazienti tra i 49 e gli 85 anni affetti da MCI e 47 individui sani tra i 55 e gli 88 anni (gruppo di controllo). Annualmente tutti i soggetti coinvolti sono stati sottoposti a risonanza magnetica volumetrica per evidenziare differenze tra pazienti MCI e gruppo di controllo e tra pazienti con MCI e coloro che hanno sviluppato demenza. L'analisi non è stata indirizzata a regioni del cervello specifiche in modo da individuare eventuali anomalie in zone "non sospette". Inoltre, mediante il Mini-Mental State Examination (MMSE), la scala di valutazione della demenza di Mattis e la misura di alcuni domini cognitivi, quali il linguaggio e la memoria, veniva monitorata la condizione neuropsicologica.

Modificazioni diverse


I risultati hanno evidenziato la presenza di distinte anomalie strutturali cerebrali tra i pazienti affetti da amnesia focale e quelli con disturbi cognitivi diffusi. Mentre entrambi mostravano perdita del volume corticale e dell'area temporale mediale, quelli con deficit focale di memoria presentavano maggiore implicazione delle strutture temporali mediali con atrofia dell'amigdala e di un'area del cervello chiamata corteccia entorinale che rappresenta la formazione anatomica più importante sulla via che porta informazioni spaziali dalla neocorteccia all'ippocampo (centro cerebrale di elaborazione dei ricordi). D'altro canto i pazienti con un deterioramento cognitivo diffuso (MCI-MCD) presentavano una maggiore e più estesa perdita di associazioni eteromodali neocorticali, importanti nel processare l'informazione sensoriale complessa.Dai risultati è emerso che la presenza di atrofia in specifiche regioni corticali precede l'insorgere della demenza nei pazienti con deterioramento cognitivo lieve. Infatti, nei 14 pazienti (appartenenti sia al gruppo MCI-A, sia MCI-MCD) che hanno sviluppato l'Alzheimer durante lo studio si è riscontrata una significativa diminuzione del volume della corteccia entorinale e di aree motorie e sensoriali del linguaggio. Inoltre è stata evidenziata la presenza di anomalie strutturali anche all'interno della corteccia frontale, sede del pensiero razionale. Questo studio ha messo in luce la presenza di due sottotipi di deterioramento cognitivo, ognuno dei quali è caratterizzato da specifiche anomalie strutturali, studi più approfonditi avranno il compito di verificare se tali differenze possano essere associate a variazioni nel decorso della malattia e nella risposta al trattamento, in quanto rappresentano lo stadio precedente allo sviluppo dell'Alzheimer.

Ombretta Bandi



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