Dolcezza sospetta ?

09 febbraio 2005
Aggiornamenti e focus

Dolcezza sospetta ?



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I cibi in qualche modo in odore di chimica o di tecnologia suscitano sempre discussioni. Anche quando sono piuttosto anzianotti come l'aspartame. Dolcificante sintetico, lanciato dalla Monsanto nel 1981, è in sostanza una miscela di due aminoacidi, l'acido aspartico e la fenilalanina. Recentemente il British Medical Journal ha pubblicato un editoriale dedicato a questa sostanza, il quale sosteneva che circolano ancora troppe leggende sull'aspartame, leggende che lo vorrebbero associato alle più diverse malattie. Per esempio, si è parlato di un legame con la depressione, la perdita dei capelli, la demenza, i disturbi del comportamento e altro ancora. D'altra parte, tutti i messaggi pubblicitari dei prodotti a base di aspartame insistono sui potenziali effetti benefici della sostituzione dello zucchero con il dolcificante.
Sta di fatto che ogni anno in Europa se ne consumano 2000 tonnellate.

5 grammi equivalgono a un chilo di zucchero


Secondo gli autori dell'editoriale, non esistono conferme dei presunti danni da aspartame, mentre è indubbio che usare meno zucchero è senz'altro un'ottima cosa, sia per evitare l'obesità sia per evitare squilibri del metabolismo glucidico. Del resto, si osserva, sempre di due aminoacidi si tratta e ormai è stato dimostrato che un introito giornaliero complessivo fino a 40 mg per chilo di peso è da considerarsi sicuro.
Per fare un esempio, per raggiungere questo limite massimo un adulto dovrebbe bere 10 lattine di bibita dolcificata esclusivamente con aspartame. Davvero di che farsi venire la pancia come un pallone da basket. Si dice esclusivamente con aspartame perché, proprio al fine di evitare anche questo rischio, i produttori di dolci e bevande dietetici sono incoraggiati a usare più che un solo dolcificante una miscela di prodotti diversi. E allora perché si continuano a paventare le conseguenze dell'impiego di questo prodotto? Secondo l'editoriale può darsi pesi la "cattiva reputazione" della Monsanto, alla quale si deve l'introduzione dei ben più temuti alimenti OGM. Quanto ai vantaggi, ebbene sì: 5 g di aspartame possono sostituire, quanto a effetto dolcificante, un chilogrammo di zucchero, che equivale a 4000 calorie.
Resta il fatto che gli studi condotti sull'uso dei dolcificanti e la perdita di peso non sono poi così decisivi quanto a risultati. L'unico dato sicuro riguarda i bambini, dove si è visto che il consumo di bevande dolcificate così, o di succhi di frutta senza zucchero aggiunto, sembra associato a un peso corporeo entro i limiti. Tuttavia, pare potersi concludere che forse per quanto riguarda l'obesità i rimedi necessari siano di ben altra natura.

Non tutti convinti


L'editoriale ha suscitato la risposta piccata di un medico di famiglia britannico, che ha ricordato come già negli anni 90 fossero apparsi studi controllati in cui si provava una relazione tra consumo di aspartame e mal di testa, così come un piccolo studio aveva osservato una serie di reazioni al dolcificante tra coloro che avevano una storia di depressione. Però si tratta di piccoli studi. L'accusa però va anche oltre: secondo lo scrivente, in realtà tutti gli studi che hanno rivelato qualche inconveniente erano stati condotti da ricercatori indipendenti, mentre la grande maggioranza di quelli soltanto positivi aveva visto la partecipazione o il finanziamento dell'industria. Insomma, gatta ci cova. Certo è che con 2000 tonnellate l'anno di consumi se vi fossero pericoli così certi, magari i numeri dovrebbero essere un po' più consistenti...

Sveva Prati



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