Metilfenidato approvato

20 dicembre 2007
Aggiornamenti e focus

Metilfenidato approvato



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Dall'otto marzo 2007 in Italia è possibile vendere il metilfenidato, naturalmente sotto prescrizione medica. Una data cui si è arrivati, con la consueta scia di polemiche che questo farmaco porta sempre con sé. Del resto la storia di questa molecola parla da sola. Il Ritalin, questo il suo nome commerciale, è stato introdotto negli Stati Uniti nel 1956 e da allora le polemiche sul suo uso si rincorrono. In Italia è stato commercializzato due anni dopo, per poi venire ritirato dalla casa farmaceutica nel 1989, anche a causa dell'opposizione di molti psicoterapeuti. Nel 2007 si è arrivati alla sua approvazione, ma con molti paletti e la creazione di una nuova entità, il Registro Nazionale dei trattamenti farmacologici e non farmacologici per l'ADHD, che dovrebbe governare l'uso del farmaco. Come?

Il Registro Nazionale


"Il Registro - ha spiegato Stefano Vella, direttore del Dipartimento del farmaco dell'Istituto Superiore di Sanità in un incontro svoltosi a inizio anno - servirà a prevenire l'uso improprio dei farmaci e a inquadrarlo in un percorso assistenziale adeguato, evitandone quindi l'eccessivo uso, come avviene per esempio negli Stati Uniti". Per assicurare l'impiego esclusivo di questi farmaci in pazienti affetti da ADHD, sono state individuate procedure che vincolano la prescrizione del farmaco a una diagnosi differenziale e a un piano terapeutico definiti da Centri di riferimento di neuropsichiatria infantile individuati dalle Regioni; impongono controlli periodici; richiedono l'inserimento dei dati nel Registro. La decisione di intraprendere una terapia a base di questo farmaco sarà di esclusiva competenza del neuropsichiatria infantile. Lo specialista sarà tenuto dopo una e dopo quattro settimane a una verifica dell'efficacia e della tollerabilità della terapia. Qualora venga deciso di proseguire il trattamento saranno programmati controlli clinici dopo i primi cinque mesi e, successivamente, almeno ogni sei mesi. Almeno una volta l'anno il trattamento verrà interrotto per valutare l'opportunità di proseguire con la terapia psicocomportamentale. Un controllo più serrato perciò, esercitato oltre che sul metilfenidato anche su atomoxetina, altro farmaco registrato in Europa per mutuo riconoscimento. Ma nonostante la maggiore sollecitudine nei controlli e nel ricorso alla terapia, molti osservatori restano perplessi. Il dubbio, infatti, permane su quanti siano realmente i bambini affetti dalla patologia. E il fatto che non esista alcun test oggettivo che rilevi il deficit di attenzione e iperattività e che i criteri diagnostici soffrano inevitabilmente della soggettività di applicazione, complica ulteriormente le cose. Lo ha detto chiaramente Pier Luigi Cancrini, membro della commissione parlamentare per l'infanzia "Ho la netta sensazione che non ci si renda pienamente conto di cosa significa somministrare psicofarmaci stimolanti a un bambino di cinque o dieci anni, del tipo di impatto sul suo sistema ormonale, sul suo sistema nervoso in via di sviluppo". Ancora e sempre polemiche sul metilfenidato, finiranno nel 2008?

Marco Malagutti



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