Morbillo

19 marzo 2024

Morbillo: cause, sintomi e cure



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Indice


Definizione


Morbillo: definizione e generalità


Il morbillo è un'infezione virale acuta altamente contagiosa, caratterizzata da una tipica eruzione cutanea. Il morbillo è causato da un virus della famiglia dei Paramyxovirus, la cui infezione determina un'immunità che dura tutta la vita.

Cause


Morbillo: cause principali


La trasmissione della malattia avviene mediante contatto diretto con il muco o la saliva di un soggetto infetto o tramite l'inspirazione di goccioline infette immesse nell'aria con i colpi di tosse, gli starnuti o semplicemente parlando. E' possibile anche un contagio indiretto, toccando superfici infette e portando le mani a contatto bocca, naso oppure occhi.

l periodo di incubazione può variare da 9 a 20 giorni, in media 13 giorni. 
La possibilità di contagiare un'altra persona inizia 1-2 giorni prima della comparsa dei sintomi e termina 4-5 giorni dopo la scomparsa dell'esantema.


Sintomi

Visualizza le schede dei sintomi più comuni per questa patologia:

Morbillo: sintomi più comuni


I sintomi caratteristici dell'infezione sono febbre, tosse, mal di gola, gocciolamento nasale, congiuntivite e la presenza di piccole macchie bianche (chiazze di Koplik) all'interno della bocca. Dopo qualche giorno compare la tipica eruzione pruriginosa sulla cute, costituita da aree rosse, piatte e irregolari, a cominciare da sotto le orecchie e dai lati del collo, fino a diffondersi (nel giro di 24-48 ore) anche al tronco e alle estremità. Nella fase acuta della malattia la febbre può raggiungere anche i 40°C. La durata complessiva del morbillo è, solitamente, di 8-10 giorni. La malattia è contagiosa a partire da 3-4 giorni prima dell'insorgenza dei sintomi fino a 10 giorni dopo la scomparsa della febbre.

Diagnosi

Morbillo: come efftuare la diagnosi


La diagnosi si basa sui sintomi tipici e sulla presenza dell'eruzione cutanea, con la caratteristica progressione dall'alto in basso. Sono disponibili anche specifici test sierologici, riservati generalmente a casi particolari.

Cure

Morbillo: cure e rimedi


La terapia è sintomatica e comporta l'uso di antipiretici e antinfiammatori: febbre e dolore possono essere tenuti sotto controllo con paracetamolo o ibuprofene. Possono essere utili sciroppi per la tosse e sostanze ad azione balsamica.
Oltre al riposo e ai farmaci sintomatici, possono essere utili accorgimenti alimentari: per prevenire la disidratazione è bene bere molti liquidi. Eliminare inoltre i grassi dalla dieta perché di difficile digestione, soprattutto quando il sistema digerente è indebolito da un'infezione

Complicazioni

Il morbillo può causare complicanze molto gravi. Questo vale a qualsiasi età ma sono più a rischio i bambini di età inferiore a un anno, i bambini malnutriti, gli individui con  sistema immunitario indebolito e infine adolescenti e adulti.
Le complicanze più comuni sono infezioni dell'orecchio, che si verificano in 1 bambino su 10 e che nei casi più gravi possono portare a sordità permanente, e più raramente diarrea.
Le complicanze maggiori, più rare ma particolarmente pericolose riguardano la polmonite (1 caso su 20, la causa di mortalità più frequente associata al morbillo) e l'encefalite (1 caso su 1000) che può portare disabilità intellettiva permanente. Esiste infine la possibilità di incorrere in complicazioni epatiche, cardiache e a danno della vista, con il rischio di cecità.
Le donne in gravidanza che contraggono l'infezione sono a rischio di aborto, parto pre termine e basso peso alla nascita.

Vaccino

L'unico modo per prevenire il morbillo è la vaccinazione. Con l'entrata in vigore del decreto Lorenzin del 2017 il vaccino fa infatti ora parte di quelli obbligatori e viene  somministrato insieme a quelli per parotite, rosolia e varicella.
La prima dose del vaccino viene somministrata tra i 13 e i 15 mesi di età, e poi nuovamente dai 4 ai 6 anni di età. I bambini non ancora sottoposti alla prima dose di vaccino potrebbero essere suscettibili di contagio. A causa di questo rischio può essere somministrata una prima dose a partire dai sei mesi di età, per esempio quando il bimbo sia venuto a contatto con un paziente affetto dall'infezione. Il vaccino è infatti efficace anche dopo l'esposizione al virus,  purché venga somministrato entro 72 ore dal contatto.
Il vaccino non deve essere somministrato alle donne in gravidanza, ai bambini con tubercolosi, leucemia, tumori, o il cui sistema immunitario sia compromesso.  Il vaccino infine non dovrebbe essere somministrato ai bambini con una storia documentata di reazione allergica alla gelatina o alla neomicina, perché a rischio di andare incontro a gravi reazioni avverse al vaccino.
La somministrazione di immunoglobuline umane (contenenti anticorpi anti-virus)   -entro le 72 ore e, comunque, non oltre i 6 giorni dall'esposizione- è indicata per la protezione delle donne in gravidanza e dei bambini di età inferiore a 1 anno. Nel caso siano state somministrate immunoglobuline, nelle persone di qualsiasi età, è necessario aspettare almeno 6 mesi prima di procedere alla vaccinazione.


Farmaci

Di seguito è riportato l'elenco dei principi attivi maggiormente utilizzati nella cura di questa patologia. E' sempre necessario consultare il proprio medico per la scelta di un farmaco, del principio attivo e della posologia più indicati per il paziente.



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