Pessimisti? Al gioco serve

18 febbraio 2004
Aggiornamenti e focus

Pessimisti? Al gioco serve



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Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? Dalla risposta a questa domanda scaturiscono due diversi atteggiamenti rispetto alla vita. Da una parte gli ottimisti che considerano la vita con serenità ed entusiasmo e affrontano le difficoltà con spirito combattivo, come momenti di opportunità e crescita, dall'altra i pessimisti che guardano, invece, alle situazioni con preoccupazione e ansia, focalizzando la loro attenzione più sulle difficoltà incontrate o da affrontare durante la giornata, piuttosto che sulle gioie da assaporare. Gli studi condotti sino a ora hanno messo in luce come si arrendano più facilmente davanti alle difficoltà, abbiano meno successo nel lavoro, cadano più spesso in depressione e si ammalino più facilmente. Al contrario gli ottimisti rendono meglio nello studio, nel lavoro e nello sport. E come non bastasse sarebbero più abili quando si tratta di affrontare test attitudinali e tendono a essere scelti più della controparte quando si tratta di concorrere a cariche politiche e dirigenziali. Infine si è rivelato come le persone ottimiste godano di uno stato di salute eccezionalmente buono, grazie a un sistema immunitario più efficiente per cui si ammalano di meno, invecchiano meglio e vivono più a lungo. Tutti gli studi sino a ora realizzati perciò non hanno fatto che attestare il vantaggio dell'essere ottimisti. Ma non esiste nessun lato positivo nell'essere pessimisti? A giudicare da un nuovo studio statunitense sembrerebbe di sì.

Pessimismo al casinò


Una sana dose di pessimismo - sostengono i ricercatori - è preziosa in situazioni della vita nelle quali l'ottimismo genera speranze eccessive. Una su tutte è rappresentata dal gioco d'azzardo. Un pessimista, infatti, sa bene quando è il caso di fermarsi per non correre troppi rischi. Per dimostrarlo i ricercatori, i cui risultati sono pubblicati su Personality and Social Psychology Bulletin, hanno osservato gli effetti della disposizione d'animo di una persona rispetto al gioco. Tre gruppi di studenti di college sono stati così sottoposti a un questionario per attestare la loro indole rispetto alla vita e il loro atteggiamento rispetto al gioco. Gli studenti hanno poi effettuato parecchi test a blackjack e a una slot machine simulata. È stato così facile definire che gli ottimisti credono più spesso di poter vincere al gioco. Una relazione ancora più spiccata in individui che avevano precedentemente perduto, segno inequivocabile della capacità degli ottimisti di convertire un fatto negativo in uno positivo. Infatti, non si arrendono e continuano a giocare nonostante le sconfitte. Al contrario gli scettici ridimensionano le loro scommesse se le precedenti esperienze non sono state positive. Secondo i ricercatori i risultati di questo studio potrebbero essere applicati tranquillamente ad altre situazioni. Un esempio? I pessimisti possono essere avvantaggiati in situazioni dove risorse e opportunità siano limitate, il mercato azionario o il mondo finanziario potrebbero essere esempi calzanti. E se Tanzi e Cragnotti fossero due inguaribili ottimisti?

Marco Malagutti



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