Di' che fai tutto per me

13 febbraio 2004
Aggiornamenti e focus

Di' che fai tutto per me



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Le coppie italiane, nei rapporti intimi, vanno a giornate: a volte si è più attenti a bisogni ed inclinazioni del(la) partner, a volte invece si chiede almeno tanta abnegazione quanta se ne dimostra. Una maggioranza schiacciante, pari al 74%, questo il dato saliente del sondaggio condotto da Dica 33 tra i suoi lettori in occasione della festa degli innamorati. Visto che Dica33 è un periodico di medicina e salute, ci si è rifatti a uno strumento psicologico validato: la Sexual Relationship Scale, messa a punto in seno al Dipartimento di Psicologia della South-Eastern Missouri State University. Lo scopo del test è stabilire il tipo di rapporto che si intrattiene con il partner, limitatamente alla sfera sessuale. In pratica, come in quasi tutti gli aspetti della vita di relazione, esistono due atteggiamenti estremi. L'uno è quello basato sullo scambio più o meno concreto, l'altro è quello basato sull'idea di comunione, cioè di condivisione di sentimenti, atteggiamenti, ideali eccetera. Un esempio banale: a chi non è mai capitato di fare un dono a un amico e a non riuscire ad andarsene senza che l'amico dovesse per forza contraccambiare subito, magari con il primo oggetto carino che aveva in casa? Questo è un rapporto orientato allo scambio. D'altra parte a chi non è capitato di vedersi precedere nei desideri, ovviamente non da parte di chi passa per la strada, ma nemmeno necessariamente dal partner: il capoufficio, una zia eccetera. Chi ha questa tendenza ad agire prima di una richiesta più o meno esplicita è orientato alla comunione..

Un film a colori, non in bianco e nero


Ovviamente, se questi sono gli estremi della scala, i suoi atteggiamenti possono convivere anche all'interno dello stesso rapporto. In effetti il monolitismo nei comportamenti non è sempre l'optimum, a meno che non si tratti di situazioni come pagare le tasse regolarmente o non passare con il rosso. Se infatti, e si torna al sesso, tenere la contabilità dei baci sembra un po' arido: ci si prodiga ma solo per ottenere altrettanto o, magari, perché si è avuto in passato. C'è come il sospetto che in fin dei conti non ci si senta responsabili del piacere e della soddisfazione dell'altro. D'altra parte non è detto che anche restare appiattiti sui desideri dell'altro sia l'optimum, si aggiunge un carico di responsabilità che può essere controproducente. Inoltre, significa restare delusi, con le conseguenze del caso, dall'eventuale "insensibilità" del(la) compagno(a).

Un campione di utenti di Dica33


Nei due giorni trascorsi dal lancio del sondaggio, al momento di scrivere questo articolo, il test aveva ricevuto 600 risposte valide. Un campione non enorme ma vicino alle 1000 persone delle indagini telefoniche standard. Nessuna pretesa di scientificità con questi dati preliminari, ma comunque la possibilità di parlarne.
Per cominciare, a rispondere sono in maggioranza donne, il 60%. Che abbia prevalso il profilo B, cioè quello corrispondente all'atteggiamento più elastico, si è già detto. Segue il profilo A, in cui prevale il rapporto come scambio, cui corrisponde il 16% del campione, ultimo il profilo C, quello del rapporto come comunione, con il 10%. Insomma, sembra che tutto sommato prevalga la convinzione che un po' di do ut des sia necessario, anche se non sempre.
Chi ha scelto che cosa? Nel profilo B c'è una prevalenza femminile, il 64%, nel profilo del rapporto di scambio c'è una sostanziale parità ma la polarizzazione inaspettata viene dal profilo C: sono gli uomini a rivelarsi più orientati al soddisfacimento dei bisogni della partner. Che sia perché la cosa più gratificante, per la vanità maschile, è uno sguardo estatico e riconoscente? A pensar male, diceva il noto politico...

Maurizio Imperiali



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