Con l'esenzione cresce l'infezione

27 ottobre 2006
Aggiornamenti e focus

Con l'esenzione cresce l'infezione



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In materia di vaccinazioni si dibatte da tempo sulla possibilità di arrivare al superamento dell'obbligo, mentre viene indicato come obiettivo da perseguire l'aumento dell'adesione a quelle raccomandate. Le vaccinazioni rimangono indubbiamente un'arma preventiva fondamentale e l'adempimento dell'obbligo richiesto ai bambini per l'iscrizione scolastica è stato finora uno strumento molto efficace per il raggiungimento e il mantenimento di bassi livelli d'incidenza di alcune malattie infettive. I genitori dovrebbero essere consapevoli e nel caso ulteriormente informati riguardo alla validità delle vaccinazioni e ai rischi che si corrono evitandole, ciononostante in questi anni si sono andate diffondendo in diversi paesi anche forti motivazioni contrarie, in base a convinzioni personali, come quelle religiose, ma soprattutto a timori per la sicurezza dei vaccini. Paradossalmente sembra che il successo delle immunizzazioni abbia portato alcuni genitori a spostare la preoccupazione dalle malattie prevenibili con le vaccinazioni ai rischi di eventi avversi di queste ultime: l'osservazione è degli autori di una ricerca sugli effetti delle esenzioni non mediche rispetto all'incidenza della pertosse negli Stati Uniti. Un altro recente studio aveva mostrato che a opporsi sono più spesso genitori con maggiori livelli d'istruzione.

L'incidenza minore negli Stati restrittivi


In tutti gli Usa si richiede per l'iscrizione scolastica l'adempimento alle vaccinazioni previste dagli Stati stessi, salvo ragioni mediche; l'esenzione per motivi non medici è permessa in 48 Stati per motivi religiosi e 19 prevedono anche convinzioni personali; variano poi le modalità, perché in alcuni di essi la scelta viene facilitata, per esempio in California basta firmare un modulo prestampato disponibile per tutti i genitori indipendentemente dalle loro convinzioni; altre volte il procedimento è più selettivo e difficoltoso. Aumentare la possibilità d'esenzione può incrementare il rischio individuale e collettivo di malattie prevenibili con la vaccinazione e il sistema scelto è quindi importante: questo negli Usa vale per esempio per la pertosse che ha visto crescere l'incidenza nell'ultimo decennio, ed è stata perciò focalizzata per la valutazione dello studio. Si sono considerati i tassi di esenzione non mediche dal 1991-2 al 2004-5 nei 48 Stati che le consentono (tutti tranne Mississippi e West Virginia) più il Distretto di Columbia, suddivisi per ottenimento facile, di media difficoltà, difficile; si sono inoltre analizzati l'andamento della pertosse e i sistemi di esenzione dal 1986 al 2004.
E' risultato che negli Stati che hanno aggiunto i motivi personali a quelli religiosi le esenzioni sono aumentate in media del 6% per ogni anno, e che in quelli dove sono state rese più facili sono cresciute del 5% per anno. Quanto all'incidenza della pertosse, è apparso un incremento di incidenza associato sia all'estensione allargata (rischio aumentato del 48%), sia alla facilità nell'ottenerla (rischio cresciuto del 53%); da notare che Mississippi e Distretto di Columbia erano gli ultimi (e il West Virginia tra gli ultimi) con meno di un caso annuale su 100 mila, contro il massimo del Vermont con quasi 13.

Garantire gli obiettivi di salute pubblica


Almeno due le considerazioni che si possono trarre. Per decidere ed eventualmente cambiare le politiche vaccinali vanno approfonditi i fattori culturali e sociali che influenzano le scelte, quali appunto le esenzioni. Nello studio comunque, dopo gli aggiustamenti statistici per fattori come livelli educativi e urbanizzazione, l'associazione è risultata tra incidenza della pertosse e sistemi di esenzione: le strategie scelte sono apparse dunque determinanti. Inoltre, bisogna riuscire a conciliare l'autonomia delle famiglie con gli obiettivi di salute pubblica per quanto riguarda le malattie prevenibili con le vaccinazioni. Sempre in America, tra il 1985 e il 1992 per i bambini esentati di tutti gli Stati la probabilità di contrarre il morbillo è stata 35 volte maggiore che per quelli non esentati. E gli esempi di risalita di forme infettive laddove si sono allentate o sospese le immunoprofilassi sono numerosi, in vari paesi. Il raggiungimento di una sufficiente sensibilizzazione del singolo e quindi di un'adeguata copertura della collettività resta le premessa indispensabile per la liberalizzazione delle vaccinazioni.

Elettra Vecchia



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