Vaccino non fa neurodeficit

20 febbraio 2009
Aggiornamenti e focus

Vaccino non fa neurodeficit



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Sulla questione vaccini al mercurio (nel conservante tiomersale) e presunti rischi di autismo o altri deficit neuropsicologici si è scritto davvero molto. E la mole di studi condotti, pur i più estesi e ben disegnati, ha portato nella stessa direzione: l'assenza di quel tipo di associazione. Una nuova, esauriente dimostrazione in tal senso arriva da una ricerca italiana su un campione ampio e con un periodo di osservazione di ben dieci anni, coordinata dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS) in collaborazione con l'Ospedale Bambin Gesù di Roma e l'Università di Padova, appena pubblicata su Pediatrics. I dati che ne emergono depongono di nuovo per un'associazione inconsistente, togliendo ulteriore terreno alla controversia.

Le valutazioni dello studio

Lo studio ha sfruttato un'occasione ottimale, ha riguardato infatti bambini veneti che erano stati coinvolti nel 1992-3 in un trial dell'ISS sull'efficacia dei vaccini antipertosse, per i quali c'erano dunque tutti i dati su vaccinazioni e preparati usati comprese le dosi di mercurio assunte nel primo anno di vita. In 1.403 di questi bambini, ricontattati nel 2003, raggiunta l'età di 10-12 anni si sono valutati 24 esiti di tipo neuropsicologico attraverso una batteria di test somministrati da psicologi durante le ore scolastiche; i campi interessati erano la memoria, l'apprendimento, l'attenzione, le capacità di esecuzione, visuo-spaziali e di espressione, le abilità motorie. L'autismo è stato considerato a parte, valutato ricorendo ai genitori e ai pediatri. Si è ricercata un'eventuale relazione tra peggioramenti delle performance o disturbi e assunzione, con i vaccini del primo anno, di dosi di tiomersale maggiori (primo gruppo, 137,5 mcg complessivi) o minori (secondo gruppo, 62,5 mcg totali). I timori che sono stati evocati in proposito si riferiscono soprattutto allo sviluppo di autismo, ritardo mentale, disturbi del linguaggio, deficit di attenzione/iperattività. Nessuno studio ha appurato quale dose di tiomersale possa associarsi a danni neuropsicologici, in ogni caso le agenzie regolatorie internazionali hanno raccomandato fino dal 1999, a livello prudenziale, di eliminare la sostanza dai vaccini (in Italia richiesto ai produttori entro fine 2002, con ritiro dei preparati dal commercio entro fine giugno 2003).

Associazione irrilevante

Il risultato è stato che i punteggi sono apparsi nella norma per quasi tutti i 24 esiti, soltanto per due, relativi al finger-tapping test sulla mano dominante (funzione motoria) e al Boston Naming test (linguaggio), si è osservata un'associazione con l'esposizione al tiomersale nella dose più alta rispetto alla più bassa, e solo per le femmine. Le differenze tra i punteggi erano comunque molto piccole e giudicate di scarsa rilevanza clinica. Per l'autismo, si sono avuti un caso su 856 bambini del gruppo a esposizione minore e nessuno per quello a esposizione maggiore; non si sono evidenziate relazioni neanche con i tic, a differenza di qualche studio osservazionale. In sintesi, l'associazione nelle femmine per soli due test e per di più con scarso differenziale può essere attribuibile al caso, secondo gli autori, che rilevano però che l'assunzione cumulativa di tiomersale nello studio era relativamente bassa in confronto a quella delle vaccinazioni schedulate nel primo anno di vita in altri paesi compresi gli Stati Uniti; né il confronto era tra dosi di tiomersale e assenza di tiomersale. Quanto rilevato dallo studio e da altri studi suggerisce, è la conclusione, che un'associazione tra l'esposizione alla sostanza nella primissima infanzia e deficit neuropsicologici sia improbabile o di nessun rilievo clinico; altri elementi utili potrebbero comunque derivare da studi su livelli più alti d'esposizione o con periodi più lunghi d'osservazione.

Elettra Vecchia

Fonti:
  • Tozzi A. E. et al. Neuropsychological Performance 10 Years After Immunization in Infancy With Thimerosal-Containing Vaccines. Pediatrics 2009;123: 475-482.



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