Rischioso sesso orale

12 marzo 2004
Aggiornamenti e focus

Rischioso sesso orale



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Sesso sicuro sempre e comunque, perché questo è l'unico modo per prevenire il contagio di microrganismi che non perdonano, come il virus dell'immunodeficienza umano (HIV), per esempio. Tuttavia, avere rapporti sessuali protetti non mette al sicuro da tutti gli agenti patogeni, in quanto le infezioni non si trasmettono solo attraverso il contatto tra gli organi genitali, ma anche per contatto della mucosa orale con i genitali. Questa seconda via di trasmissione non è considerata tra le più probabili ma esiste e in alcuni casi è stato dimostrato che contribuisce alla diffusione di malattie sessualmente trasmesse potenzialmente pericolose.

Bacco tabacco e venere...


E' il caso, infatti del papillomavirus umano (HPV), la cui presenza nei tessuti dell'apparato genitale può degenerare in tumore della cervice uterina se non viene adeguatamente trattato. Ma esistono prove che suggeriscono che sia coinvolto anche nell'eziologia dei tumori della cavità orale e dell'orofaringe, cioè la porzione che si estende dal palato molle verso la faringe.
Si tratta di forme tumorali piuttosto rare, ogni anno si segnala un caso ogni 10 mila persone e generalmente i fattori di rischio chiamati più frequentemente in causa sono il fumo e l'alcol.
Il rischio di sviluppare tumori maligni della testa (cavo orale, faringe e laringe) in soggetti che fumano meno di 15 sigarette al giorno è di 3-4 volte superiore rispetto ai non fumatori mentre per livelli di fumo maggiori sale a 9-10 volte. Anche nei forti bevitori (più di 8 bicchieri al giorno) il rischio aumenta fino a 3-5 volte. Se i due "vizi" si sommano si ha un'interazione moltiplicativa che porta il rischio ad aumentare fino a 50 o 100 volte.
La conferma che anche il papillomavirus sia un fattore di rischio emerge dalla ricerca dell'International Agency for Research on Cancer di Lione durante la quale è stata anche dimostrata l'associazione tra la pratica di sesso orale e tali neoplasie.

Abitudini pericolose


I ricercatori hanno confrontato 1670 pazienti colpiti da forme tumorali della bocca, con 1732 volontari sani, sulla base di colloqui, esami del sangue e dei tessuti. In particolare sono stati esaminati campioni di biopsia e cellule superficiali della mucosa orale dei pazienti con il tumore ed è stata eseguita una ricerca di anticorpi anti-HPV nel sangue.
Nel 3,9% dei campioni di biopsia dei 766 tumori della cavità orale è stato rintracciato DNA di papillomavirus, come pure nel 18,3% dei 142 tumori orofaringei; nel 94,7% dei pazienti positivi per HPV si trattava di DNA del ceppo 16, cioè quello che solitamente colpisce gli organi genitali. A conferma della provenienza del ceppo virale, è stato riscontrato che la presenza del virus era maggiormente frequente nei pazienti che avevano più di un partner o che avevano praticato sesso orale rispetto ai fumatori o ai masticatori di tabacco. Infatti, era molto probabile, tre volte di più, che i pazienti con tumore contenente HPV16 dichiarassero di aver avuto rapporti orali rispetto a quelli il cui tumore era HPV16-negativo, senza nessuna differenza tra uomini e donne. Gli stessi risultati si ottenevano con la ricerca degli anticorpi anti-HPV16. I risultati ottenuti in un certo senso possono spiegare la comparsa di queste forme tumorali in soggetti giovani o in coloro che non fumano e non bevono.

Controlli per una sessualità serena

Per quanto i tumori orali siano piuttosto rari, l'infezione da HPV è invece molto comune: circa un terzo delle donne americane di 25 anni ne è affetta, ma solo nel 10% dei casi si tratta di ceppi oncogeni. In ogni caso, i risultati ottenuti in Francia alzano il livello di allarme non tanto sulle abitudini sessuali quanto sulla necessità di fare prevenzione corretta ed efficace. Infatti il suggerimento non è orientato verso il cambiamento e la rinuncia a certe espressioni sessuali, ma piuttosto sottolinea l'importanza di eseguire controlli periodici mediante esami di routine, come il pap-test, in grado di evidenziare la presenza del papillomavirus precocemente.

Simona Zazzetta



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