Antidepressivi incriminati?

25 gennaio 2008
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Antidepressivi incriminati?



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Studi recenti hanno dimostrato come i recettori per la serotonina siano espressi a livello di osteoblasti, osteoclasti e osteociti, supportando, così, l'ipotesi secondo la quale questi recettori potrebbero svolgere un ruolo chiave nel metabolismo osseo. Gli antidepressivi appartenenti alla famiglia degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), largamente prescritti anche nella popolazione anziana, proprio per il loro meccanismo di azione potrebbero, dunque, influenzare il metabolismo osseo. Non solo. Una simile ipotesi è stata proposta anche per quanto riguarda una classe di antidepressivi più antica, i triciclici (TCA), che agiscono inibendo la ricaptazione di noradrenalina e serotonina.

Lo studio


Per rispondere a questo interrogativo, un gruppo di ricercatori americani, ha valutato se l'assunzione di TCA e SSRI incrementasse il tasso di deplezione di densità minerale ossea (BMD) a livello dell'anca, un noto indice di osteoporosi, in donne ultrasessantacinquenni.Lo studio ha coinvolto 2722 donne (età media 78,5 anni), che sono state suddivise in base all'assunzione o meno di antidepressivi: il 7,3% era in terapia con SSRI, il 4,3% con TCA ed il restante 88,4% del campione non faceva uso di antidepressivi. Inoltre, è stata misurata la BMD dell'anca alla sesta e all'ottava visita, mentre i sintomi depressivi sono stati valutati attribuendo un punteggio GDS (Geriatric Depression Scale).Dai dati ottenuti è emerso come, tenendo conto di numerosi fattori confondenti, la BMD dell'anca subisse una diminuzione annua dello 0,47% nelle donne che non assumevano alcun tipo di antidepressivi, rispetto ad un decremento dello 0,82% osservato nel gruppo trattato con SSRI. La novità consiste, però, nel fatto che anche le pazienti che assumevano TCA mostravano un calo della BMD dello 0,47%, una percentuale identica a quella osservata nelle donne non in terapia con antidepressivi. Inoltre, in un'analisi secondaria, non sono state osservate differenze significative nel tasso di deplezione di BMD tra le donne che assumevano gli SSRI abitualmente e quelle in cui l'impiego era solo parziale. I risultati ottenuti sono stati confermati anche dopo l'esclusione delle donne (336) che presentavano marcati sintomi depressivi, cioè un punteggio GDS superiore a 6, visto che alcuni studi precedenti avevano dimostrato un'associazione tra depressione e bassi valori di BMD.

Le possibili motivazioni


Studi condotti in vitro e in vivo supportano la teoria secondo cui l'effetto negativo esercitato dagli SSRI sulla BMD sarebbe di tipo diretto, dovuto ad una riduzione dell'attività degli osteoblasti mediata dall'inibizione dei trasportatori della serotonina. Non va, poi, sottovalutato il ruolo della depressione che, essendo associata a una diminuzione della mobilità e al calo ponderale, potrebbe avere di per sé un effetto negativo sul metabolismo osseo. Inoltre, numerose condizioni cliniche in cui si osserva una maggior perdita ossea, tra cui il diabete mellito e le patologie epatiche, sembrano predisporre chi ne soffre alla depressione e potrebbero, quindi, rappresentare dei fattori confondenti.Nel caso dei TCA, invece, non sono stati riscontrati effetti dannosi sulla BMD probabilmente perché, spesso, questi farmaci sono prescritti per indicazioni differenti dalla depressione (ad esempio i disturbi del sonno e gli attacchi di panico) e, di conseguenza, meno pazienti trattati con TCA rispetto a quanti ricevono gli SSRI manifestano sintomi depressivi. Inoltre, i triciclici vengono frequentemente prescritti a dosi inferiori a quelle indicate nel trattamento della depressione, per cui il grado di inibizione della ricaptazione della serotonina potrebbe essere minore di quello che si verifica nel caso degli SSRI e, quindi, potrebbe per questo non incidere a livello osseo.Non va, tuttavia, dimenticato che, malgrado i TCA non incrementino la deplezione della BMD (almeno nella popolazione di donne anziane presa in esame), vengono generalmente impiegati in misura minore a causa degli effetti collaterali.

Ilaria Ponte



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