Musica per la riabilitazione dall’ictus

27 luglio 2010
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Musica per la riabilitazione dall’ictus



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Eseguita da un terapista esperto, la musicoterapia potrebbe aiutare i pazienti colpiti da ictus a recuperare le funzioni motorie. È quanto afferma una recente revisione sistematica Cochrane. Più di 20 milioni di persone sono colpite da ictus ogni anno, riportando lesioni cerebrali che interessano le abilità motorie e quelle linguistiche. I musico-terapisti utilizzano tecniche di stimolazione mirate a migliorare le funzioni cerebrali dei pazienti. Una tecnica comunemente usata è la stimolazione uditiva ritmica (Ras), basata sulle connessioni tra ritmo e movimento: in pratica, la musica scandita a un determinato tempo è utilizzata per stimolare i movimenti nei pazienti. La revisione sistematica comprende sette studi clinici condotti su un totale di 184 pazienti. Quattro studi si focalizzano sui pazienti colpiti da ictus e tre di questi confrontano la Ras con la terapia standard. Emerge così che la Ras migliora la capacità di camminare delle persone colpite da ictus; queste in media riescono a camminare ogni minuto 14 metri in più rispetto a chi non è stato curato con musicoterapia. La Ras aiuta inoltre i pazienti a compiere passi più lunghi. In un'altro studio la stessa tecnica migliora i movimenti delle braccia, misurati in termini di estensione dell'angolo del gomito. «Questa revisione mostra incoraggianti risultati della musico-terapia in pazienti colpiti da ictus» afferma il capo ricercatore Joke Bradt del Centro di Ricerca per l'Arte e la Qualità della Vita alla Temple University di Philadelphia. «Come dimostrato dalla maggior parte delle sperimentazioni, il ritmo sembra essere il fattore chiave negli approcci con musico-terapia ai pazienti con ictus». Altre tecniche di musico-terapia, incluso l'ascolto di musica dal vivo o registrata, sono state utilizzate per cercare di migliorare il linguaggio, il comportamento e il dolore nei pazienti con lesioni cerebrali. Malgrado in alcuni casi i risultati siano stati positivi, le prove di efficacia sono ancora limitate.

Cochrane Database Syst Rev, 2010; 7:CD006787



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