Covid-19, nei bambini più casi di diabete

Covid-19: aumentano i casi di diabete di tipo 1 tra bambini e adolescenti

Da uno studio appena pubblicato su Diabetes Care e coordinato dai ricercatori delle Università di Giessen e di Ulm, emerge che tra gennaio 2020 e giugno 2021, nel corso della pandemia COVID-19, è aumentata l'incidenza di diabete di tipo 1 (DM1) tra i bambini e gli adolescenti rispetto agli anni precedenti.

Gli autori dell'articolo, attingendo ai dati del registro multicentrico tedesco di follow-up prospettico del diabete che include dati di oltre 680.000 pazienti, hanno selezionato 5.162 bambini e adolescenti tra sei mesi e 18 anni con diagnosi di DM1 posta tra gennaio 2020 e giugno 2021, calcolando un'incidenza di 24,4 casi per 100.000 anni-paziente. «Ma utilizzando i modelli di regressione di Poisson sui dati di incidenza rilevati tra il 2011 e il 2019, l'incidenza stimata per il 2020/21 avrebbe dovuto essere del 21,2 per 100.000, il che significa che durante la pandemia c'è stato un aumento del 15% rispetto ai casi attesi» spiega il coautore Reinhard Holl, professore di endocrinologia pediatrica all'Università di Ulm, precisando che i nuovi casi sono aumentati in particolare tra giugno e luglio 2020, ma anche in marzo e giugno 2021, con un ritardo di circa tre mesi rispetto alle ondate di COVID-19 e alle misure di contenimento della pandemia.

La ricerca, tuttavia, non è stata in grado di identificare un legame diretto tra precedenti infezioni da Covid-19 e comparsa di DM1 nei bambini e negli adolescenti, ma i ricercatori tedeschi ipotizzano che l'aumento di incidenza sia una conseguenza indiretta della pandemia piuttosto che sia stata innescata in modo diretto dall'infezione da COVID. «In altri termini, la pandemia potrebbe giocare un ruolo importante nell'aumento di incidenza del DM1: le misure restrittive, le modifiche negli stili di vita, il forte stress, ma anche la mancata esposizione ad agenti infettivi utile a regolare il funzionamento del sistema immunitario potrebbero aver agito da innesco per scatenare la malattia nei soggetti predisposti» conclude Holl.

Fonte: Doctor33