28 marzo 2005
Come curare mio padre?
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24 marzo 2005
Come curare mio padre?
Nell'anno 2000 mio padre è caduto dalle scale a causa di un'ischemia celebellare come evidenziato dalla tac, senza conseguente ricovero. Dopo di che ci siamo affidati ad un neurologo, il quale gli ha prescritto delle goccie da prendere due volte al dì. Il tutto sembrava procedere bene quando nell' aprile del 2004 ha avuto un'altro episodio ischemico, questa volta è stato ricoverato presso l'ospedale Molinette di Torino per circa un mese, nel quale è stato sottoposto ad una risonanza magnetica, una tac, un ecodoppler alle carotidi, un'esame per il cuore attraverso una sonda nell'esofago e tutti gli esami di routin. In questo caso gli hanno cambiato la cura sostituendo le gocce con la cardioaspirina. Nel mese di gennaio 2005 si è verificato lo stesso episodio, ma questa volta non è stato fatto il ricovero. Il 3 marzo 2005 mio padre è stato colpito di nuovo da ischemia, con successivo ricovero di 2 settimane presso lo stesso reparto delle Molinette. Durante questo ricovero è stato sottoposto agli stessi esami di quanto sopra con lo stesso risultato. Nonostante tutti questi esami e ricoveri non sanno dare la spiegazione a tale fenomeno, tanto che oggi 24 marzo 2005 a neanche una settimana dalle dimissioni ospedaliere l'ischemia si è presentata di nuovo anche se questa volta in modo leggero. Prima del 3 marzo ci siamo recati da un'altro neurologo il quale ha supposto che potrebbe essere di cause genetiche, per cui il 15 marzo si è sottoposto ad esame genetico. Purtroppo non si può verificare presso gli antenati di mio padre in quanto è figlio unico ed ha perso entrambi i genitori a cui chiedere informazioni. In questo caso le chiedo un parere ed anche se eventualmente ci fosse un centro dove approfondire il caso di mio padre. Sperando in una Vostra cortese risposta porgo distinti saluti.Risposta del 28 marzo 2005
Risposta a cura di:
Dott. EDOARDO GENTILE
Come sicuramente le avranno già detto, non c'è nessun modo per prevenire le ischemie cerebrali e, in più, anche se si scoprisse che suo padre ha una predisposizione genetica ad un'eccessiva coagulazione del sangue non si potrebbe, al momento attuale, fare niente comunque. Le uniche terapie che abbiamo a disposizione sono, appunto, gli antiaggreganti come l'aspirina che, comunque, non riescono a ridurre il rischio di ictus di più del 30%, pertanto rimane sempre un 70% di probabilità di averlo. All'ospedale che lei menziona, lavorano molti neurologi e tutti di ottima professionalità; in questo caso, purtroppo, non si tratta di maggiore o minore bravura del neurologo ma di mancanza di altre opzioni terapeutiche valide.
Dott. Edoardo Gentile
Casa di cura convenzionata
Specialista in Neurologia
TORINO (TO)