24 giugno 2008
Informazione
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24 giugno 2008
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Buon pomeriggio, sono una donna di quasi 50 anni (fra le tante "counsellor" e da due anni ho un rapporto e adesso da un anno sto convivendo, con una persona affetta da schizofrenia e disturbo bipolare, quando l'ho conosciuta non sapevo niente dei suoi problemi, anche se avevo intuito qualcosa e ho provato a chiedere ma non mi è stato detto tutto per paura e forse per non realtà sulla sua malattia, minimizzata anche dai genitori. man mano che il tempo passava e il nostro rapporto si faceva più solido sono riuscita a capire e a farlo aprire sull'argomento, è una persona ora come ora ben compensata dai farmaci e quindi con atteggiamenti e stile di vita abbastanza normali e tranquilli (per inciso è una persona dolcissima e molto buona e alla quale voglio molto bene), a volte mi domando però quale sarà il nostro futuro e se devo riaspettarmi una ricaduta da un momento all'altro. Forse un pò di sindrome della crocerossina ce l'hò. . Ma poi non più di tanto. . . A volte ha paura che lo consideri "matto" perchè sto molto attenta a che prenda con regolarità tutti i farmaci, anche nella sua famiglia tendono molto a minimizzare l'accaduto e a rimuoverlo. La mia domanda è questa. . . "si può vivere una relazione affettiva "abbastanza normale" oppure sono un po' disturbata pure io? Alcuni amici psicologi mi dicono che di psicotici c'è pieno il mondo e quindi di stare vigile ma serena, altri mi danno della pazza perchè non sono scappata a gambe levate quando ho inquadrato il problema. Chi avrà ragione? Io lo amo. . . Grazie GloriaLa domanda è in attesa di risposta.