Tenosinovite

01 giugno 2006

Tenosinovite


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26 maggio 2006

Tenosinovite

buongiorno sono un musicista, e mi è stata diagnosticata al polso sinistro una tenosinovite interessante il terzo canale con presenza di raccolta liquida peritendinea. avendo provato varie terapie senza alcun risultato (onde d'urto, ultrasuoni e jonoforesi, laser) mi è stato consigliato un periodo di riposo con terapia antiinfiammatoria da applicare direttamene sulla parte interessata. mi potreste gentilmente indicare il farmaco più idoneo al mio scopo? grazie per l'attenzione

Risposta del 29 maggio 2006

Risposta a cura di:
Prof. ENRICO MARGARITONDO


Gentile signore, non è ben chiara la diagnosi che Le è stata fatta: forse una "malattia di De Quervain"? In ogni caso tenga presente che nelle tenosinoviti l'applicazione locale di farmaci antinfiammatori di solito non dà risultati soddisfacenti e l'intervento chirurgico rimane la soluzione più idonea.
Cordiali saluti.
Prof. Enrico Margaritondo
Chirurgo della Mano

Prof. Enrico Margaritondo
Medico Ospedaliero
Specialista attività privata
Specialista in Chirurgia d’urgenza
ROMA (RM)

Risposta del 29 maggio 2006

Risposta a cura di:
Dott. GIANFRANCO BIANCARDI


è altamente improbabile che il riposo e l'applicazione di topici antiinfiammatori sia di qualche utilità dopo quanto già fatto. Prima di ricorrere alla "pulizia" chirurgica dei tendini interessati le rimane da provare con infiltrazione cortisonica.

Dott. Gianfranco Biancardi
Specialista convenzionato
Specialista in Medicina fisica e riabilitazione

Risposta del 29 maggio 2006

Risposta a cura di:
Dott. LUIGI GUACCI


Caro musicista, mi stai a cuore perchè anch'io mi diletto col violino. Ascolta bene: se tu avessi una bronco Polmonite nessun medico ti prescriverebbe una terapia diversa dagli antibiotici e se avessi un grosso ascesso tutti ti consiglierebbero di tagliare; quand'è che arrivano tante proposte diverse? Quando non ce n'è una certa e neppure il chirurgo metterà per iscritto che risolverà il tuo problema. Guarda caso anch'io avrei un altro consiglio diverso dai precedenti. Mi rendo conto che nel tuo caso le mani sono uno strumento di lavoro. Auguri.

Dott. Luigi Guacci
Specialista attività privata
Specialista in Medicina alternativa (omeopatia, agopuntura. . . )
Specialista in Medicina interna
ROMA (RM)

Risposta del 29 maggio 2006

Risposta a cura di:
Dott. ALBERTO MOSCHINI



Bisogna sempre indagare perchè, si è verificata la tenosivite, altrimenti è solamente fine a sè stessa. Importantissime sono le artriti reattive, in cui viene proprio interessato il tendine nella sua attaccatura all’osso. Quindi vanno eseguiti esami specifici per chiarire la diagnosi; eseguire subito una terapia, senza sapere cosa si sta facendo, non mi sembra assolutamente opportuno. Gli antinfiammatori dovrebbero agire sull’infiammazione, come le altre terapie che ha eseguito senza successo, ma l’infiammazione chi la provoca?. Rispondere a questa domanda è essenziale e prioritario. Per questo che vanno considerate le artriti reattive, la terapia sarà adeguata a seconda dell’agente patogeno interessato nella patologia infiammatoria, lontana alla stessa lesione tendineo-articolare. Come vede, la problematica è molto più profonda di una semplice applicazione di pomata locale, oppure un intervento chirurgico, in una zona così importante, che presenta una infiammazione, si può immaginare cosa succederebbe, se prima non si agisce su chi ha provocato l’infiammazione; anche il cortisone, amplificherebbe l’agente patogeno, che si svilupperebeb a dismisura, implicando anche altri agenti patogeni queiscenti. Quindi non risolve assolutamente niente, se non si agisce sulle cause che hanno determinato la patologia.
Saluti.

Dott. Alberto Moschini
Specialista in Medicina alternativa (omeopatia, agopuntura. . . )
MASSA (MS)

Risposta del 30 maggio 2006

Risposta a cura di:
Prof. ENRICO MARGARITONDO


Mi permetto di insistere con il concetto che prima di ricorrere ad una qualsiasi terapia bisogna porre una diagnosi corretta. Nel caso del nostro paziente sono semplicemente insufficienti i dati a disposizione o poco chiari quelli riferiti. Nell'ipotesi che si tratti di una malattia di De Quervain, della quale sono molto ben noti sia l'eziologia che la patogenesi, l'intervento chirurgico, una volta constatata l'inutilità di altre terapie, rappresenta una soluzione semplice e definitiva, priva di rischi particolari se effettuato da mano esperta.
Cordiali saluti
Prof. Enrico Margaritondo

Prof. Enrico Margaritondo
Medico Ospedaliero
Specialista attività privata
Specialista in Chirurgia d’urgenza
ROMA (RM)

Risposta del 31 maggio 2006

Risposta a cura di:
Dott. LUIGI GUACCI


Mi permetto di osservare: la m. di De Quervain (ammettiamo che di questo si tratti) per quanto ne so è considerata una malattia da sovraccarico meccanico e l'eziologia e la patogenesi mi pare si fermino qui, e chi dice di conoscerle bene forse sa qualcosa in più, e speriamo sia così altrimenti il ragionamento eziopatogenetico mi sembrerebbe anche molto superficiale. D'altra parte il nostro paziente, musicista, qualsiasi strumento suoni lo deve fare con le mani e spesso i musicisti suonano per parecchie ore al giorno. D'altro canto il dr. Moschini (io so bene come pensa e come si comporta) pone il dubbio che ci possa essere un agente infettivo ivi installatosi favorito dal sovraccarico funzionale. E, se c'è, lui è in grado di trovarlo e anche di curarlo. Ora io non so se questa eziologia sia già stata dimostrata in questa malattia, in ogni caso teoricamente è giusto cercare in questo senso anche se ci fosse l'eventualità di non trovare un agente in fettivo, segnatamente per un musicista per il quale le mani sono strumento di lavoro, e io ci penserei parecchie volte a mettere i ferri su uno strumento di lavoro, ricordando come il calciatore Van Basten dovette smettere di giocare a soli 29 anni dopo non so quante artroscopie alla caviglia e chissà forse proprio a causa di queste. Comunque per seguire la strada dell'eziologia infettiva bisogna andare solo dal dr. Moschini o da quei pochi medici che lavorano come lui. Io che non ho la competenza in questo campo uso una terapia fisica pratica (il metodo Furter) senza, confesso, pormi problemi eziologici, ma ottengo anch'io i miei successi.

Dott. Luigi Guacci
Specialista attività privata
Specialista in Medicina alternativa (omeopatia, agopuntura. . . )
Specialista in Medicina interna
ROMA (RM)

Risposta del 01 giugno 2006

Risposta a cura di:
Prof. ENRICO MARGARITONDO


Ritengo opportuno che prima di disquisire su di una patologia bisognerebbe conoscerla e, in caso contrario, andare a rileggersi qualche libro di base. La malattia di De Quervain, sempre ammesso che di questa si tratti, è conosciuta molto bene da parecchie decine di anni (Fritz De Quervain è morto nel 1940). Essa non ha nulla a che vedere con fatti infettivi o con problemi Artrosi ci (infettivi!?). La mano del musicista è uno dei temi centrali di interesse del chirurgo della mano, proprio per la sua complessità e per l'importanza che riveste professionalmente, anche se la mano non è certo meno importante per tutte le altre categorie di lavoratori e non. La soluzione chirurgica, da praticarsi dopo aver provato le altre soluzioni terapeutiche, è semplice e risolutiva, come ben sa chi è "andato sotto i ferri" risolvendo un problema invalidante che lo assillava forse da molti mesi. Ritengo infine singolare e sicuramente non utile per i pazienti l'atteggiamento quasi irridente di chi si sente depositario della verità assoluta nei confronti di chi probabilmente nel campo specifico ha una certa esperienza in più.
Prof. Enrico Margaritondo
Chirurgo della Mano

Prof. Enrico Margaritondo
Medico Ospedaliero
Specialista attività privata
Specialista in Chirurgia d’urgenza
ROMA (RM)



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