Rifiuti tossici e cancro, il legame accende la polemica

11 gennaio 2013
Interviste

Rifiuti tossici e cancro, il legame accende la polemica



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In Campania la mortalità per tumori è superiore rispetto ai valori dell'intera Italia, con situazioni particolarmente preoccupanti per le province di Napoli e Caserta. È questo il dato emerso dalla relazione sulla situazione epidemiologica del territorio redatta dal gruppo di lavoro istituito dal ministero della Salute.
Secondo il rapporto, peraltro, non e' dimostrato alcun nesso tra l'aumento della mortalità e la presenza di rifiuti tossici o di altri elementi inquinanti come roghi, diossina e sversamenti illegali. «Potenziali implicazioni sulla salute non possono essere escluse» ha detto il ministro della Salute Renato Balduzzi, sottolineando anche come «sedentarietà, eccesso di peso e fumo sono significativamente più frequenti nella popolazione campana che nel resto del Paese». Parole che hanno sollevato reazioni indignate nel mondo scientifico al punto da indurre il ministro a ritrarre in parte le sue affermazioni: «Ad Aversa ho detto che i risultati di cui dispongo, elaborati dal gruppo di studio che ha fatto un approfondimento sul nesso tra presenza dei siti di smaltimento rifiuti e alcune patologie, dicono che a oggi non risulta accertato un nesso di causalità, ma è anche emerso che potenzialmente non possono essere escluse delle conseguenze negative per la salute».

«Sono sconcertato che nel 2013 ancora si facciano questi discorsi e che si dica che gli stili di vita incidono più della diossina e dello sversamento illegale di rifiuti sulla salute dei cittadini campani» risponde così Antonio Giordano, presidente del Comitato scientifico del Centro ricerche oncologiche di Mercogliano (Avellino) e ricercatore allo Sbarro Institute della Temple University di Philadelphia. Le parole del ministro Balduzzi sono «da politico non da tecnico» secondo Giordano che sottolinea come il problema Campania sia noto «da oltre 40 anni, come evidenziato in un libro bianco da poco pubblicato». Una lentezza inaccettabile per l'esperto che si dice «sconfortato» visto che «cambiano i ministri ma le parole sono sempre quelle, vengono promesse commissioni d'indagine, ma intanto la situazione peggiora». Le ricerche ci sono, come conferma anche il senatore Pd Ignazio Marino «il ministro Balduzzi sembra non conoscere o almeno non prendere in considerazione le relazioni che centinaia di studi scientifici pongono tra una sostanza come la diossina e l'insorgenza di tumori». Serve prevenzione e bonifica del territorio ma per ora non se ne vede traccia secondo Giordano, per questo «chiedo al ministro che apra un tavolo dove ci si possa confrontare con i suoi tecnici sui dati effettivi. Le affermazioni politiche» continua l'esperto napoletano «sono un modo per non dire nulla e conducono a situazioni come quella dell'Ilva dove la magistratura è dovuta intervenire». Persino i pentiti della Camorra» continua «si pentono per aver "sversato" rifiuti così pericolosi». Altrettanto amareggiato Antonio Marfella, componente del Coordinamento Comitati Fuochi e dei medici per l'ambiente (Isde) Campania che in una nota parla di «disastro negato» provocato «dai rifiuti industriali e tossici che ogni giorno, da oltre trenta anni ormai, avvelenano i territori delle Province di Napoli e Caserta». L'unica cosa che conta fare, conclude Marfella la sua lettera aperta al ministro Balduzzi è «agire, agire e agire, ognuno nei propri ruoli e responsabilità, affinché questo avvelenamento che ci uccide ogni giorno abbia termine».

Marco Malagutti



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