Stress, preoccupazioni e social network: ecco che cosa fa male alla testa degli italiani

22 novembre 2013
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Stress, preoccupazioni e social network: ecco che cosa fa male alla testa degli italiani



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E tu di quale mal di testa soffri? Un'indagine Doxa Marketing Advice-Dompé disegna i contorni di un problema che riguarda almeno il 90 per cento degli italiani: il mal di testa. Tutti gli italiani soffrono di mal di testa almeno una volta all'anno, ma tre italiani su quattro devono farci i conti praticamente ogni mese.

Una o due volte per il 46 per cento dei connazionali, a cui si aggiunge un 27 per cento per i quali il mal di testa è un compagno di viaggio che arriva ogni settimana. Il primo dato che colpisce è che il 39 per cento degli intervistati non conosce di quale mal di testa soffre. Segno di uno scarso ricorso al medico per una corretta diagnosi.

«Questo dato è sicuramente preoccupante, soprattutto se si pensa alle persone che accusano frequentemente cefalee» spiega Gennaro Bussone, Fondatore centro cefalee, Irccs Istituto neurologico C. Besta e Presidente onorario Anircef (Associazione neurologica italiana per la ricerca sulle cefalee). «Se per gli attacchi saltuari, tipici della cefalea muscolo-tensiva, si può infatti ricorrere all'automedicazione con gli analgesici, in caso di attacchi ricorrenti di mal di testa è fondamentale rivolgersi al medico per una corretta diagnosi e terapia».

L'indagine mette sotto accusa il poco sonno, l'ansia e le preoccupazioni: sono le principali cause degli attacchi determinati anche dall'attuale scenario economico.

Ma si fa avanti un nuovo mal di testa: quello dei "sempre connessi". Una persona su tre ritiene che il mal di testa sia diretta conseguenza dell'abuso di computer e smartphone, per "esserci" 24 ore su 24 su Facebook e simili. Il mal di testa è un fenomeno così invasivo che obbliga a molte rinunce oltre l'80 per cento degli italiani.

Tra queste anche il sesso: uno su tre, infatti, rinuncia all'intimità per colpa di questa patologia. Ma è solo la punta dell'iceberg. Quasi metà degli italiani, infatti, rinuncia alla propria vita di relazione (ad esempio, uscire con gli amici), uno su tre ha rinunciato ai propri hobby e passioni (sport, cinema e viaggi) e due su dieci hanno rinunciato ad andare al lavoro.

E che cosa chiedono gli italiani alla scienza per rimediare al mal di testa? Per la maggioranza fondamentale è che il dolore passi il prima possibile. Secondo l'indagine, infatti, per gli italiani oltre ad essere efficace, il rimedio farmacologico deve innanzitutto essere a rapida azione, non avere effetti collaterali e utilizzabile anche a stomaco vuoto. Di fronte al dolore, racconta la ricerca, gli italiani assumono comportamenti diversi.

Lo studio ha individuato quattro tipologie: gli "stoici", che considerano il dolore una prova da superare stringendo i denti, sono soprattutto giovani che fanno i conti con il mal di testa abbastanza spesso; gli "indifferenti", ovvero chi preferisce aspettare che il dolore passi, in particolare gli uomini adulti con livello di scolarizzazione medio basso; gli "ego-riferiti", giovani tra i 35 e i 44 anni, vittime della patologia indotta da "frequentazioni" elettroniche, che cercano l'immediata soluzione al dolore; i "risoluti", in maggioranza donne, che hanno scelto di informarsi e contrastare il problema, in particolar modo perché il mal di testa penalizza la loro qualità di vita.



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