Quando Facebook è nemico dell’autostima

05 maggio 2014
Aggiornamenti e focus

Quando Facebook è nemico dell’autostima



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Ma questo colosso statunitense non ha solo aspetti positivi: sono infatti molte le persone che trascorrono diverse ore al giorno nella comunità virtuale fondata da Mark Zuckerberg, con conseguenze sui rapporti sociali "reali" e anche sulla salute. Gli esperti da sempre mettono in guardia dai rischi legati alla sedentarietà - che inevitabilmente aumenta in proporzione al tempo trascorso davanti a uno schermo, non necessariamente su FB - ma da qualche tempo stanno emergendo anche pericoli più subdoli, che spesso riguardano gli utenti più giovani.

«Dai risultati del nostro studio è emerso che troppo tempo su FB può dare origine a problemi di autostima nelle giovani donne, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto fisico» chiarisce Petya Eckler della University of Strathclyde di Glasgow, in Scozia. I dati sono stati presentati nel corso del congresso annuale della International Communication Association che si è svolto a Seattle (Usa) e derivano da un sondaggio condotto dai Eckler e colleghi su 881 studentesse di college. «Abbiamo posto loro domande specifiche sul social network e domande relative alle loro abitudini alimentari, al loro peso attuale, a quello desiderato e anche al rendimento scolastico» spiega l'autrice. E queste, in sintesi, sono state le risposte: in media le ragazze intervistate trascorrevano 80 minuti al giorno su FB, avevano un peso medio di circa 55 chilogrammi e nella maggior parte dei casi desideravano perdere qualche chilo. «E per chi trascorreva più tempo su FB - soprattutto se già pensava di essere in sovrappeso - era più probabile non sentirsi bene con il proprio corpo e fare confronti con gli altri» continua Eckler.

L'autrice dello studio non nasconde una certa preoccupazione sugli effetti che questi confronti possono avere: «Molte persone postano le immagini di come vorrebbero essere e non di come sono in realtà, ritoccandole prima della pubblicazione, e non c'è da stupirsi che una giovane donna che si confronta con tali immagini possa sentirsi inferiore e cadere magari vittima di un disturbo alimentare». Ma niente caccia alle streghe. Bisogna infatti precisare che, ad oggi, nessuno ha stabilito un legame causa-effetto tra il tempo dedicato a FB e lo sviluppo di questi disturbi, anche se non mancano gli studi che fanno notare una tendenza preoccupante in questa direzione. «È importante che i giovani cerchino di capire a fondo le motivazioni che li spingono a usare Facebook - chiedendosi per esempio perché postano delle immagini o come si sentono quando utilizzano il social network» conclude April Smith, che insegna psicologia alla Miamy University di Oxford, in Ohio (Usa) che assieme ai suoi colleghi si occupa anche di social network.



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