Adolescenti ribelli. Come gestirli

12 settembre 2018
Aggiornamenti e focus

Adolescenti ribelli. Come gestirli



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Gli adolescenti si ribellano. E lo fanno spesso proprio verso i genitori. Nella gran parte dei casi si tratta di un passaggio transitorio di crescita, fondamentale per la costruzione e affermazione della personalità del ragazzo, per staccarsi da quel 'cordone' che lo lega in modo non ancora adulto al padre e alla madre.

Tuttavia è un momento che va affrontato e gestito. Indicando una direzione all'adolescente, ponendo una serie di paletti non "trattabili" che non devono mai abdicare alla mancanza di rispetto. Proprio in tutte quelle richieste di indipendenza, libertà, scostamento dallo stile di vita familiare che si fanno sempre più pressanti e certe volte "violente" nel linguaggio dai 13 anni in poi. Bisogna saper negoziare e non trincerarsi dietro "No" assoluti che rischiano di accrescere ulteriormente le distanze tra figlio e genitore.


Rispetto innanzitutto


Il rispetto è alla base del rapporto. Deve essere instaurato fin dalla tenera età. E non deve essere a senso unico. Si deve pretendere che l'adolescente non usi un linguaggio oltre i limiti, fatto di offese e insulti, ma al tempo stesso il genitore deve saper rispettare gli spazi del figlio. Giusto mantenere un controllo soft e costante ma senza spiare l'adolescente, invadendo i suoi spazi, la sua vita più intima.

Nel farlo bisogna ricordarsi che i figli vanno accettati e valorizzati per quello che sono. Per quel carattere, stile di vita, ambizioni, anche debolezze che sembrano allontanarli dal nostro modo di pensare, dai nostri modelli ma che devono esprimersi e svilupparsi liberamente nel tempo.


Gestire la richiesta di libertà


La richiesta di maggiore libertà è la pressione più comune che viene rivolta ai genitori: restare fuori oltre l'orario consentito, incontrare amici diversi dal solito gruppo, frequentare posti nuovi. Gli adolescenti si sentono improvvisamente grandi ma hanno la sensazione di essere trattati ancora come fossero dei bambini.

In questo caso, bisogna saper mediare tra il desiderio del ragazzo di ottenere tutto e l'affermazione di alcune regole di comportamento. Si deve aprire una trattativa no stop. Mai arroccarsi nella difesa di regole che spingerebbero l'adolescente a una maggior spinta alla ribellione, ma neppure cedere su tutto il fronte.

È necessario responsabilizzare il figlio, garantendogli spazi liberi progressivi. Il rapporto deve basarsi sulla fiducia ma deve anche indicare - e far rispettare - eventuali conseguenze. Non va mai sottovalutato che l'adolescente, anche se appare ribelle, ha bisogno e desiderio di una guida concreta alla quale fare riferimento in questo passaggio di crescita. Saprà apprezzare la vostra apertura al cambiamento, il vostro investimento di fiducia e, dunque, anche i vostri no e i vostri paletti ogniqualvolta saranno anche ben motivati. Su un punto non bisogna però mai abdicare: l'insulto, l'offesa non sono ammessi.


Carla De Meo




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