Cosa c’è da sapere sulla pillola antinvecchiamento “dei 5 premi Nobel”

23 febbraio 2015
Interviste

Cosa c’è da sapere sulla pillola antinvecchiamento “dei 5 premi Nobel”



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Due pillole al giorno per vivere più a lungo: è questo il succo di una campagna che sta promuovendo il consumo di un integratore alimentare chiamato Basis. Questo integratore è prodotto da una start up fondata da un ex-docente del Massachusetts institute of technology, Leonard Guarente, che vanta rapporti con ben cinque premi Nobel, ed è stato da poco messo in vendita negli Usa a un prezzo relativamente modesto, di circa 50 euro al mese.
Dica33 ha chiesto a Stefania Maggi, gerontologa (la gerontologia è una branca della geriatria che cerca di identificare i meccanismi biologici dell'invecchiamento) a capo del progetto invecchiamento del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), che cosa c'è dietro questi annunci mirabolanti, e se occorre diffidare.

Dottoressa Maggi, questo integratore anti-invecchiamento Basis rappresenta davvero una novità?
«Sicuramente occorre sottolineare una novità, non positiva, nel modo in cui questo prodotto viene immesso sul mercato. Sponsorizzato da cinque premi Nobel e prodotto da una società che ha deciso di non seguire le cautele previste dalle vie convenzionali, condivise dalla comunità scientifica, ma di proporre invece uno spregiudicato "approccio online" alla longevità umana.
Negli anni l'attenzione dei ricercatori si è concentrata su molte sostanze che si è ipotizzato abbiano un effetto contro l'invecchiamento umano, e sulla carta la base scientifica di Basis è indubbiamente più solida di quella di altre molecole.
La restrizione calorica rappresenta la principale strategia oggi conosciuta per l'allungamento della vita, almeno negli animali da esperimento. Il principio attivo di Basis è proprio un precursore chimico della nicotinamide adenin dinucleotide (Nad), una sostanza il cui accumulo, indotto dalla restrizione calorica, porta ad una maggior produzione energetica e un rallentamento dei processi di invecchiamento della cellula».

E nell'uomo, succede lo stesso?
«Certamente manca ancora una sperimentazione clinica controllata, che viene sempre richiesta prima dell'immissione in commercio di un farmaco. In questo caso però Basis viene proposto non come farmaco ma come integratore, e le procedure di approvazione sono diverse: mentre per i farmaci si valutano sicurezza, efficacia e qualità, per gli integratori vengono valutate sicurezza e qualità del prodotto, ma non l'efficacia. Nel caso di Basis, quindi, si prevede di raccogliere i dati sui consumatori, per capire se ha un effetto, perché non si sa se nell'uomo questo prodotto sarà o meno efficace. Ma come e quali dati si raccoglieranno? Non si sa. Chi saranno i consumatori? Giovani o vecchi, sani o malati? Non si sa».

Quindi si potrebbe anche scoprire che il trattamento che prevede l'assunzione di due pastiglie al giorno non funziona, o magari che sul lungo periodo causa effetti collaterali?
«Difficile rispondere, visto che non abbiamo un singolo studio sull'uomo, ma solo studi su topi anziani, e visto anche che l'uso cronico con alte dosi, come viene proposto ora, non ha precedenti. Certo mi pare preoccupante la prospettiva che questa operazione favorisca il fiorire di miriadi di proposte online di prodotti analoghi o presunti tali, non controllati, potenzialmente pericolosi».

Quali sono i consigli pratici che può dare?
«La ricerca scientifica sui meccanismi dell'invecchiamento e sulla possibilità di attivare dei geni in grado di proteggere dall'invecchiamento e dalle malattie correlate è in una fase di estrema produttività, ma non siamo ancora nella condizione di dire che abbiamo una sostanza somministrabile in pillola, in grado di contrastare l'invecchiamento umano.

Per ora, più che affidarsi ad una pillola miracolosa, la comunità scientifica continua a diffondere il messaggio che si invecchia in salute se durante tutto l'arco della vita si evitano i fattori di rischio certi che ci portano a sviluppare malattie croniche debilitanti in età avanzata. Siamo in una fase storica in cui abbiamo il problema dilagante dell'obesità infantile e del diabete ad essa associato che insorge in età sempre più giovane, e questo non predice certo un invecchiamento in salute per una larga fetta della popolazione.

Le raccomandazioni devono essere quelle di una promozione della salute e prevenzione della malattia attraverso adeguati stili di vita (attività fisica e dieta mediterranea per il mantenimento di un peso nella norma durante tutto l'arco della vita) e l'uso di farmaci di provata efficacia, quando necessari. Se nel frattempo verranno disponibili pillole anti-invecchiamento, con benefici provati scientificamente sull'uomo, saremo pronti ad assumerle in buona salute».



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