Vitamina D in gravidanza, le donne sono informate?

08 febbraio 2022
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Vitamina D in gravidanza, le donne sono informate?



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Vitamina D e gravidanza, un argomento sul quale esistono diverse domande


Vitamina D e gravidanza, un argomento sul quale esistono diverse domande a cui manca ancora una risposta. Ne ha parlato Emily Carter, dell'Oxford Deanery nel Regno Unito, in un articolo apparso su evidentlycochrane.net, concentrandosi in particolare sulle prove più recenti che potrebbero essere utili per aggiornare le linee guida.

Come nota la specializzanda in ostetricia e ginecologia, sebbene il Royal College of Obstetricians and Gynaecologists (RCOG) sia a sostegno dell'integrazione della vitamina D per le donne incinte, non è chiaro cosa vada consigliato alle donne. È possibile infatti che 10 microgrammi, quantità di solito contenuta nei multivitaminici assunti in gravidanza, non siano sufficienti per le donne ad alto rischio di carenza.

Sembra poi che ci sia poca chiarezza anche in merito a cosa significhi "ad alto rischio". Non ci sono inoltre prove che supportino uno screening universale per il deficit di vitamina D o che indichino in quali gruppi di donne tale screening potrebbe essere utile - si noti che il RCOG lo raccomanda in alcuni casi. Come sottolinea l'autrice, fino alla pubblicazione di una revisione Cochrane del 2019, non c'erano dimostrazioni convincenti che l'integrazione di vitamina D migliori gli esiti dei bambini nati da madri con un deficit. La revisione, che ha incluso 30 studi, mostra come integrare la vitamina D riduca probabilmente il rischio di preeclampsia, diabete gestazionale e basso peso alla nascita e possa ridurre il rischio di grave emorragia post-parto. Ad ogni modo, sembra che l'integrazione faccia poca o nessuna differenza sul rischio di nascita prima delle 37 settimane di gestazione.

Alcuni dati, che necessitano ulteriori conferme, mostrano come l'assunzione concomitante di vitamina D e calcio potrebbe ridurre il rischio di preeclampsia, ma aumentare quello di nascita pretermine. Informazioni in merito al dosaggio di vitamina D sono emersi invece da un'altra revisione, apparsa nello stesso anno. Si è visto che, rispetto alla dose attualmente raccomandata di 600 IU al giorno, un dosaggio maggiore può ridurre il rischio di diabete gestazionale, ma non ha effetto sul rischio di preeclampsia e nascita pretermine. L'assunzione di una dose oltre il limite massimo, quindi pari o superiore a 4.000 IU al giorno, rispetto a una inferiore non sembra influenzare il rischio preeclampsia, diabete gestazionale, nascita pretermine o basso peso alla nascita.

Carter conclude l'articolo parlando della possibile utilità di dépliant informativi che possano stimolare la discussione tra la donna e gli specialisti, o di calcolatori che informino la gestante sulla necessità di vitamina D e di altri prodotti.

Fonte: Doctor33



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