Infarto, meglio non fumare

07 gennaio 2010
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Infarto, meglio non fumare



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Smettere di fumare prima o dopo episodi cardiaci acuti incrementa in maniera significativa l'incidenza di sopravvivenza nella popolazione a rischio cardiovascolare. La conferma dei vantaggi per la salute del cuore con l'adozione di stili di vita sani, deriva da uno studio appena publicato su Journal of the American College of Cardiology. Yariv Gerber e collaboratori, presso la Sackler Medical School dell'Università di Tel Aviv, hanno, per la prima volta, effettuato una serie di valutazioni volte a stabilire nei pazienti colpiti da infarto del miocardio i benefici derivanti dalla cessasione o dalla riduzione del fumo. Nell'indagine sono stati coinvolti oltre 1.500 individui di età pari o inferiore a 65 anni, dimessi da 8 ospedali israeliani, che erano stati colpiti da questa patologia cardiovascolare tra il 1992 e il 1993. All'inizio dello studio, i fumatori erano più giovani, principalmente di sesso maschile e con una minore prevalenza di ipertensione e diabete rispetto ai non fumatori. Dopo un periodo di osservazione medio di 13,2 anni, sono stati registrati 427 decessi. Una diminuzione della mortalità è stata registrata per coloro che non avevano mai fumato, per chi aveva cessato di farlo prima dell'evento infartuale e per interruzioni successive all'infarto rispetto ai fumatori persistenti. Tra questi ultimi, ciascun decremento di 5 nel numero di sigarette fumate nel corso della giornata dopo eventi cardiovascolari è apparso associato a una riduzione del 18% del rischio di mortalità (L.A.).

J Am Coll Cardiol, 2009; 54:2382-2387



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