L’incognita influenza

08 gennaio 2010
Aggiornamenti e focus

L’incognita influenza



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Mentre impazza la polemica sull'opportunità della strategia vaccinale contro l'influenza H1N1 che è rimasta abbondantemente sotto l'obiettivo, si profila minacciosa la possibilità di una nuova ondata influenzale. Del resto siamo in inverno, quando la diffusione del virus è più facile. "Non è tanto l'esposizione al freddo in senso assoluto -precisa il virologo Fabrizio Pregliasco - quanto lo sbalzo termico a creare le condizioni ideali per un attacco da parte di virus e batteri. Il loro lavoro viene facilitato". E' successo proprio questo durante le feste, prosegue l'esperto: "Il passaggio repentino dal caldo al freddo ha provocato un incremento delle forme parainfluenzali, caratterizzate più da tosse, mal di gola e naso chiuso che da febbre alta. Stiamo registrando anche delle forme gastroenteriche dovute all'azione di enterovirus". Ma quale virus si deve temere? Sull'argomento c'è ancora incertezza, una delle possibilità è che in considerazione di un inverno ancora lungo "le due influenze possano incrociarsi e sovrapporsi provocando una nuova ondata epidemica". Nel caso ciò avvenisse il numero totale dei contagiati sarebbe particolarmente alto e si tratterebbe di una stagione influenzale molto aggressiva. Che cosa fare nel caso ciò accada?


Il primo consiglio è quello di non uscire con la febbre e l'influenza, anche perché si rischia di aumentare il contagio. E' bene ribadire poi che non hanno senso le terapie antibiotiche: l'influenza è malattia virale, nella quale i batteri non hanno alcun ruolo. Certamente se si presentano complicanze, soprattutto delle vie respiratorie, la terapia antibiotica può avere un senso, ma anche in questo caso si deve distinguere. Per esempio, non tutte le polmoniti, soprattutto nei bambini, sono sostenute da batteri e, anzi molto spesso sono a loro volta virali. Gli esperti poi raccomandano di non sottovalutare i sintomi influenzali. Generalmente l'influenza e le sindromi simil-influenzali presentano una sintomatologia trasversale che va dalla febbre al dolore alle ossa, dal mal di testa alla congestione nasale. La strategia ideale è attenuare i sintomi in attesa della guarigione definitiva. I farmaci di automedicazione (quelli da banco) sono molteplici e con antinfiammatori sistemici e decongestionanti locali (gli spray per il naso, per intendersi) si supera bene il momento difficile.

Per la cura vera e propria esistono farmaci antivirali da usare contro i virus dell'influenza, e appartengono alla classe degli inibitori delle neuroaminidasi, gli inibitori della M2, amantidina e rimantadina, come segnala il sito del Ministero della salute non sono più efficaci, in quanto i virus influenzali hanno sviluppato resistenza nei loro confronti. Una precisazione è d'obbligo: si tratta di farmaci non efficaci in via preventiva, che agiscono bloccando il virus quando è già presente nell'organismo e devono essere assunti in un arco temporale estremamente preciso. Utilizzarli quando non si è colpiti con certezza dall'infezione significa favorire la resistenza virale ai farmaci e, quindi, mettere a rischio la salute propria, dei familiari e della collettività poiché i medicinali sarebbero del tutto inefficaci e non si avrebbero più "armi" per fronteggiare la malattia. Gli inibitori della neuraminidasi (zanamivir e oseltamivir) sono efficaci nei confronti sia dei virus di tipo A sia di quelli del tipo B. In generale, i farmaci inibitori della neuraminidasi riducono di circa un terzo la durata dell'influenza non complicata ma, ai fini della riuscita del trattamento, questo deve essere iniziato al più presto possibile, e comunque entro due giorni dall'insorgenza dei sintomi.

Marco Malagutti



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