Inutili falsi positivi

14 gennaio 2005
Aggiornamenti e focus

Inutili falsi positivi



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L'intramontabile Pap test continua a mantenere il suo primato di efficacia e di rapporto costo-efficacia nella prevenzione dei tumori che colpiscono il collo l'utero. E' un esame poco invasivo che, sulla base di poche cellule raccolte durante una normale visita ginecologica, è in grado di identificare lesioni cancerose o precancerose, dando anche una prima indicazione sull'equilibrio ormonale del soggetto, in quanto i diversi ormoni sessuali (progesterone, estrogeni e androgeni) alterano in modo caratteristico le proporzioni tra le cellule che compongono i diversi strati dell'epitelio. E infine può rivelare la presenza di infezioni batteriche o virali oppure l'esistenza di una micosi. Non è raro che il test venga affiancato da altri esami come la colposcopia o la speculoscopia. Tuttavia gli esperti si interrogano sulla validità di tale aggiunta, in quanto non è detto che fare un esame in più sia la strategia migliore in termini di costi, a carico del servizio sanitario nazionale, e di risultati, spesso non veritieri. Ma se la colposcopia conserva la sua validità, soprattutto quando esiste una storia di lesioni o di infezioni da papillomavirus, è la speculoscopia che solleva i dubbi più nutriti.

Luce rivelatrice


La speculoscopia è una metodica che sfrutta la luce di una capsula chemiluminescente fissata a una valva del colposcopio. Dopo avere prelevato le cellule per eseguire il Pap test, tutta l'area esocervicale viene trattata con acido acetico, che reagisce nelle zone colpite della mucosa, si riescono a evidenziare lesioni di difficile individuazione a occhio nudo o anche con colposcopio. La luce blu-bianca emessa dalla lampada mette in risalto le aree colpite. Il metodo dimostra quindi un'elevata sensibilità ma bassa specificità: è stato proposto in associazione al Pap test per individuare i casi che col solo esame citologico potrebbero sfuggire alla indicazione per colposcopia. Ma una recente review, redatta però sulla base di solo tre studi, ha messo in dubbio l'approccio. In tutti veniva confrontata l'efficacia del Pap test da solo e in combinazione con la speculoscopia. Usando entrambe le tecniche si riusciva a identificare 62 lesioni ogni 1000 pazienti anziché 42, ma a questo risultato faceva fronte un raddoppio del numero dei falsi positivi, che passava da 55 a 111 ogni mille pazienti visitate.

Buon vecchio Pap test


L'aumento del numero dei casi in cui le cellule erano state erroneamente identificate come lesioni è tipico delle tecnologie diagnostiche, è un margine di errore praticamente atteso quando si aumenta la sensibilità della ricerca. Bisogna decidere se il gioco vale la candela. Gli autori della review non si sbilanciano in proposito ammettendo che i dati basati solo su tre studi sono deboli, ma il buon senso viene incontro. Va da sé che se il buon vecchio Pap test è efficace, poco costoso e rapido non si sussistono i presupposti per aggiungere esami che oltre al costo economico, potrebbe procurare ansie inutili nella paziente.

Simona Zazzetta



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