Cesareo solo quando serve

07 novembre 2007
Aggiornamenti e focus

Cesareo solo quando serve



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"Diminuire la frequenza dei parti per taglio cesareo e ridurre le forti differenze attualmente esistenti, arrivando entro il triennio a un valore nazionale pari al 20%, in linea con valori medi degli altri paesi europei......" così recitava lo schema di Piano Sanitario Nazionale 2002-2004. Ma, nonostante le buone intenzioni, le cose non sembrano granché cambiate. I dati del Rapporto CeDAP 2004 confermano un eccessivo ricorso al parto per via chirurgica. In media il 36,9% dei parti avviene con taglio cesareo; una percentuale più alta per i parti che avvengono in case di cure private mentre negli ospedali pubblici si ricorre al cesareo nel 34% dei casi. Circa un terzo dei parti in cui il feto si presenta cefalico avviene, comunque con il taglio cesareo. E l'età per esempio è uno dei fattori predisponesti, se, come dice l'indagine della Società Italiana di diagnosi prenatale, sei donne su dieci over 40 hanno fatto nascere il loro bambino con il parto cesareo e proprio per ragioni anagrafiche. Ma l'eccessivo ricorso al parto cesareo continua a lasciare perplessi molti osservatori. Un'ulteriore conferma arriva da uno studio pubblicato dal British Medical Journal, secondo il quale al cesareo bisogna ricorrere solo in situazioni particolari. Altrimenti i rischi aumentano.

Chirurgia in aumento


I presupposti dello studio statunitense sono analoghi a quelli italiani. I cesarei aumentano, ma questo non ha comportato qualche sostanziale beneficio per le donne o per i neonati, anzi. La questione perciò è internazionale. In Australia, per esempio, la percentuale di cesarei è salita dal 19,4% del 1994 al 29,1% del 2004 e cifre altrettanto elevate si riscontrano negli Stati Uniti, dove si è arrivati al 30,2% del 2005, Ma, commenta l'editoriale, nonostante una sempre maggiore accettazione sociale non si tratta di una chirurgia benigna per definizione. E lo studio induce ulteriore cautela, supportando l'ipotesi che l'intervento sia giustificato solo quando i benefici sopravanzano i rischi in maniera certa. Lo studio è stato condotto a partire da un rapporto OMS del 2005 sulla maternità e la salute perinatale. E i dati riguardano 410 strutture di cura in 24 aree di otto paesi dell'America Latina. I risultati evidenziano chiaramente come gli alti tassi di ricorso al cesareo non inducano necessariamente migliore salute, ne per le mamme ne per i bambini. Delle 97095 nascite prese in esame la morbilità materna è significativamente aumentata con il cesareo. Gli esiti neonatali, peraltro, sono strettamente legati alla presentazione alla nascita.

Dipende dalla posizione


Una mortalità fetale del 9,69% e neonatale del 8,55% è stata riscontrata nel parto podalico, contro lo 0,96% o l'1,79% col ricorso al cesareo. In questi casi, perciò, risulta evidente l'effetto protettivo dell'intervento. Per la presentazione cefalica del feto i dati non sono altrettanto rassicuranti e in questi casi il ricorso al cesareo è potenzialmente più pericoloso. E non si tratta del primo studio a mettere in guardia dal rischio chirurgico. In questi casi i dati parlano di una maggiore permanenza del neonato in cura intensiva, oltre sette giorni, e altrettanto lunga è la permanenza in ospedale della mamma, inoltre aumenta anche la possibilità di un nuovo ricovero materno dopo il parto, infine aumentano anche i rischi fatali per la madre sia per le complicazioni da anestesia, sia per infezioni, sia per tromboembolismo venoso. Inoltre aumentano i rischi per le successive gravidanze. Come molte procedure chirurgiche hanno effetti collaterali, la chirurgia nel parto è anche associata a problemi iatrogeni. Sono molte, perciò, come sottolinea l'editoriale, le variabili da valutare prima di effettuare la scelta. Molte donne, per esempio, scelgono di salvare il pavimento pelvico, per evitare problemi urinari in seguito. Ma se non ci sono altre indicazioni al cesareo, ne vale la pena? Spesso, va detto, le decisioni determinanti per la salute di mamma e bambino vengono prese nella fase immediatamente precedente o addirittura durante il parto, per esempio la decisione di indurre il parto o di ricorrere all'epidurale aumentano la probabilità di cesareo. Ma in gioco sono anche fattori ambientali: parto in ospedale o in casa? Levatrice o ostetrica? L'argomento è complesso, perciò, e le risposte definitive sono difficili da dare. L'auspicio è che si svolgano lavori in futuro che approfondiscano le questioni e aiutino il medico nel supportare le donne. La scelta è difficile.

Marco Malagutti



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