14 settembre 2005
Aggiornamenti e focus, Speciale Salute del respiro
Malattie dal fiato corto
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In Italia 3 milioni di persone soffrono di asma e sono circa 2.6 milioni i pazienti affetti da BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva). Nel complesso le malattie cronico ostruttive sono al quinto posto tra le cause di ospedalizzazione e al terzo tra le cause di mortalità, dopo le patologie cardiovascolari e le neoplasie. Per far luce sui problemi di sottodiagnosi e sottotrattamento legati ad asma e BPCO, è stato stilato un documento che ha visto per la prima volta la collaborazione di associazioni di pazienti, Federasma e Associazione Italiana Pazienti BPCO, e società scientifiche, AIMAR (Associazione scientifica Interdisciplinare per lo Studio delle Malattie Respiratorie) e SIMER (Società Italiana Medicina Respiratoria).
"Il problema del sottotrattamento è molto delicato - ha ricordato il professor Claudio Donner, presidente dell'AIMAR, durante la conferenza stampa di presentazione del documento - infatti, si stima che solo il 17,5% dei pazienti con BPCO riceva un qualsiasi trattamento e di questi solo il 70% riceve un trattamento regolare adeguato". "Inoltre - ha sottolineato Giuseppe Girbino, presidente della SIMER - vi sono numerosi casi che testimoniano la scarsa aderenza al trattamento sia dei pazienti con asma, che tendono a sospendere la terapia ai primi segni di miglioramento, sia dei pazienti BPCO, che tendono a sottovalutare i sintomi attribuendoli all'abitudine al fumo o all'invecchiamento".
"Le patologie respiratorie ostruttive - continua Girbino - sono caratterizzate da limitazione del flusso aereo che provoca difficoltà respiratoria. E' opinione comune che si tratti di malesseri passeggeri, in realtà se non opportunamente diagnosticati e curati, portano a modificazioni anatomiche che possono sfociare in insufficienza respiratoria e al cronicizzare della patologia". A questo proposito ha parlato il professor Giorgio Walter Canonica, past president della SIMER: "L'asma è una patologia cronica che insorge nei bambini tra i 2 e i 6 anni d'età, però la malattia è recuperabile. Infatti i fenomeni di rimodellamento delle vie aeree, in conseguenza dell'infiammazione cronica dei bronchi, si manifestano dopo i 6 anni. E' quindi necessario iniziare precocemente la terapia, in modo da evitare l'insorgere dello stadio più grave della patologia".
La terapia migliore nel caso di asma e BPCO è rappresentata dai farmaci per via inalatoria i quali presentano numerosi vantaggi. "Innanzitutto - spiega il professor Mario Polverino, direttore del dipartimento discipline mediche dell'Asl 1 di Salerno - si somministrano dosi complessive più basse, ma con maggiori concentrazioni di principio attivo direttamente nelle vie aeree. In questo modo vi sono meno effetti collaterali e una maggiore rapidità d'azione. Attualmente i sistemi di somministrazione più utilizzati sono gli inalatori pressurizzati predosati e gli erogatori in polvere". Nel 2005 sono state pubblicate le linee guida riguardanti soprattutto l'ottimizzazione del trattamento, passando attraverso la diagnosi, l'educazione e il rapporto medico-paziente, grazie alle quali si è riscontrato una notevole riduzione della mortalità in varie parti del mondo. Nonostante ciò vi sono ancora difficoltà riguardanti l'adesione alla terapia, soprattutto legate al rapporto medico-paziente. Infatti circa il 50% dei pazienti non assume correttamente i farmaci somministrati per via inalatoria, in quanto non viene adeguatamente istruito sull'utilizzo dell'inalatore. "È necessaria una maggiore collaborazione tra medico e paziente nella scelta della terapia - ha ricordato Girbino - in particolare il medico dovrebbe prescrivere terapie il più possibile personalizzate, basandosi su capacità individuali, manualità e grado di comprensione del paziente in modo da individuare il dispositivo che meglio si adatti alle esigenze del malato e che assicuri un valido e efficace utilizzo".
Generici con brevetto
"Negli ultimi anni c'è stato un notevole avanzamento tecnologico per quanto riguarda gli inalatori - ha ricordato Maria Adelaide Franchi, presidente dell'Associazione Italiana Pazienti BPCO - quelli di ultima generazione sono stati sviluppati tenendo conto delle necessità dei pazienti in termini di efficacia, maneggevolezza e facilità d'uso. Tra qualche mese, però saranno disponibili sul mercato alcuni farmaci generici e il rischio è di fare un passo indietro in termini di somministrazione. Infatti - continua Franchi - scadranno i brevetti sulle molecole, ma non quelli relativi agli inalatori di ultima generazione. Il pericolo è che si abbiano ottimi farmaci dispensati, però, mediante un dispositivo obsoleto. In questo caso il risparmio derivante dalla disponibilità del prodotto generico verrebbe annullato da una minore accettazione da parte del paziente e dalla perdita dei benefici recentemente conquistati in termini di adeguata gestione della malattia attraverso la terapia inalatoria".Alla luce di tutto ciò risulta di notevole importanza che il paziente sia informato sui farmaci che gli vengono prescritti e che chieda al proprio medico la prescrizione del dispositivo più consono alle proprie esigenze. "Per quanto riguarda i farmaci generici - conclude Donner - è necessario accertarsi sul tipo di erogatore in dotazione altrimenti il risultato è pari a quello di avere delle gomme da Gran Premio su una 500".
Ombretta Bandi
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Asma da non sottovalutare
"Il problema del sottotrattamento è molto delicato - ha ricordato il professor Claudio Donner, presidente dell'AIMAR, durante la conferenza stampa di presentazione del documento - infatti, si stima che solo il 17,5% dei pazienti con BPCO riceva un qualsiasi trattamento e di questi solo il 70% riceve un trattamento regolare adeguato". "Inoltre - ha sottolineato Giuseppe Girbino, presidente della SIMER - vi sono numerosi casi che testimoniano la scarsa aderenza al trattamento sia dei pazienti con asma, che tendono a sospendere la terapia ai primi segni di miglioramento, sia dei pazienti BPCO, che tendono a sottovalutare i sintomi attribuendoli all'abitudine al fumo o all'invecchiamento".
"Le patologie respiratorie ostruttive - continua Girbino - sono caratterizzate da limitazione del flusso aereo che provoca difficoltà respiratoria. E' opinione comune che si tratti di malesseri passeggeri, in realtà se non opportunamente diagnosticati e curati, portano a modificazioni anatomiche che possono sfociare in insufficienza respiratoria e al cronicizzare della patologia". A questo proposito ha parlato il professor Giorgio Walter Canonica, past president della SIMER: "L'asma è una patologia cronica che insorge nei bambini tra i 2 e i 6 anni d'età, però la malattia è recuperabile. Infatti i fenomeni di rimodellamento delle vie aeree, in conseguenza dell'infiammazione cronica dei bronchi, si manifestano dopo i 6 anni. E' quindi necessario iniziare precocemente la terapia, in modo da evitare l'insorgere dello stadio più grave della patologia".
Terapie su misura
La terapia migliore nel caso di asma e BPCO è rappresentata dai farmaci per via inalatoria i quali presentano numerosi vantaggi. "Innanzitutto - spiega il professor Mario Polverino, direttore del dipartimento discipline mediche dell'Asl 1 di Salerno - si somministrano dosi complessive più basse, ma con maggiori concentrazioni di principio attivo direttamente nelle vie aeree. In questo modo vi sono meno effetti collaterali e una maggiore rapidità d'azione. Attualmente i sistemi di somministrazione più utilizzati sono gli inalatori pressurizzati predosati e gli erogatori in polvere". Nel 2005 sono state pubblicate le linee guida riguardanti soprattutto l'ottimizzazione del trattamento, passando attraverso la diagnosi, l'educazione e il rapporto medico-paziente, grazie alle quali si è riscontrato una notevole riduzione della mortalità in varie parti del mondo. Nonostante ciò vi sono ancora difficoltà riguardanti l'adesione alla terapia, soprattutto legate al rapporto medico-paziente. Infatti circa il 50% dei pazienti non assume correttamente i farmaci somministrati per via inalatoria, in quanto non viene adeguatamente istruito sull'utilizzo dell'inalatore. "È necessaria una maggiore collaborazione tra medico e paziente nella scelta della terapia - ha ricordato Girbino - in particolare il medico dovrebbe prescrivere terapie il più possibile personalizzate, basandosi su capacità individuali, manualità e grado di comprensione del paziente in modo da individuare il dispositivo che meglio si adatti alle esigenze del malato e che assicuri un valido e efficace utilizzo".
Generici con brevetto
"Negli ultimi anni c'è stato un notevole avanzamento tecnologico per quanto riguarda gli inalatori - ha ricordato Maria Adelaide Franchi, presidente dell'Associazione Italiana Pazienti BPCO - quelli di ultima generazione sono stati sviluppati tenendo conto delle necessità dei pazienti in termini di efficacia, maneggevolezza e facilità d'uso. Tra qualche mese, però saranno disponibili sul mercato alcuni farmaci generici e il rischio è di fare un passo indietro in termini di somministrazione. Infatti - continua Franchi - scadranno i brevetti sulle molecole, ma non quelli relativi agli inalatori di ultima generazione. Il pericolo è che si abbiano ottimi farmaci dispensati, però, mediante un dispositivo obsoleto. In questo caso il risparmio derivante dalla disponibilità del prodotto generico verrebbe annullato da una minore accettazione da parte del paziente e dalla perdita dei benefici recentemente conquistati in termini di adeguata gestione della malattia attraverso la terapia inalatoria".Alla luce di tutto ciò risulta di notevole importanza che il paziente sia informato sui farmaci che gli vengono prescritti e che chieda al proprio medico la prescrizione del dispositivo più consono alle proprie esigenze. "Per quanto riguarda i farmaci generici - conclude Donner - è necessario accertarsi sul tipo di erogatore in dotazione altrimenti il risultato è pari a quello di avere delle gomme da Gran Premio su una 500".
Ombretta Bandi
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