24 marzo 2005
Aggiornamenti e focus, Speciale Mal di testa
Cefalea trattata dolcemente
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Dal Gennaio 2002 al dicembre 2004 sono stati osservati un totale di 49 pazienti affetti da cefalea cronica ricorrente: 34 femmine e 15 maschi per un'età media di 38 anni (range 12- 58 anni).Si trattava di pazienti affetti da Cefalea essenziale benigna, di tipo I- III° secondo la classificazione della International Headache Society, vale a dire cefalee primarie, generalmente cefalee di tipo tensivo episodiche frequenti (Cod. 2.2 della classificazione IHS) a prevalente insorgenza in età giovanile. In ogni caso la stragrande totalità dei pazienti osservati era stata trattata almeno una volta presso un centro cefalee tradizionale. Tutti i pazienti sono stati osservati presso l'Ambulatorio di Medicina Omeopatica dell'Ospedale Sacco di Milano, ivi sottoposti a visita medica tradizionale, seguita da visita ed interrogatorio omeopatico classico. 15 pazienti si sono presentati a una seconda visita e sono stati considerati persi al follow-up (31 %). I rimanenti 34 pazienti sono stati visti regolarmente in controlli ambulatoriali periodici (da 1 a 6 mesi). Alcuni sono stati raggiunti mediante colloquio telefonico. Il follow up medio e' stato di 16 mesi (range 6 - 34 mesi). Tutti i pazienti, in possesso di chiara documentazione che escludeva il sospetto di cefalea sintomatica non essenziale (nei quali la cefalea era dovuta ad altra causa) venivano quindi sottoposti ad approccio omeopatico secondo la scuola unicista. Questo prevede una prima visita di circa 60 - 90 minuto nei quali vengono considerati sintomi fisici e sintomi mentali (carattere, ansie, attitudini eccetera) del paziente e, alla fine del colloquio, viene posta diagnosi di rimedio, rimedio omeopatico che viene individualizzato sulla scorta di quanto emerso dalla visita omeopatica.
Nei dettagli la cefalea veniva isolata come sintomo prevalente o unico in 9 pazienti mentre nei restanti 25 si presentava in associazione ad altri disturbi o patologie croniche: in 7 casi con disturbi gastrointestinali, 3 casi con sinusite, 2 casi con allergia, 2 pazienti con sindrome menopausale, 3 pazienti con problemi cutanei, 2 pazienti con problemi osteomuscolari, 1 con cistite, 3 con problemi ansioso-depressivi e/o sessuali, 1 con ipertensione ed 1 paziente con vertigini. In accordo con la filosofia di scuola omeopatica unicista, la prescrizione è stata effettuata sulla scorta della totalità dei sintomi fisici e mentali del paziente e perciò individualizzata piuttosto sul paziente che non sulla malattia stessa. Sono stati quindi prescritti diversi rimedi in 34 pazienti: Lycopodium (rimedio più frequentemente prescritto) in 9 pazienti, Sepia in 4, Natrum Muriaticum in 4, Ferrum metallicum in 3, Psorinum in 2, Aethusa, Aurum metallicum natronatum, Sulphur, Cyclamen, Pulsatilla, Phosphorus, Calcarea carbonica, Barita carbonica, Hepar Sulphur, Mercurius, Ignatia amara e ferrum phosphoricum rispettivamente in un solo caso. Per quanto riguarda i risultati ottenuti, 26 pazienti (76%) hanno risposto positivamente al rimedio prescritto con un miglioramento significativo dei sintomi per qualità e quantità: ciò vuol dire riduzione della frequenza, della durata e dell'intensità degli accessi di cefalea. In particolare 14 pazienti (41%) sono definitivamente guariti senza recidive attuali mentre 12 pazienti (35%) sono risultati migliorati. I rimanenti 8 pazienti (23%) non hanno invece risposto al rimedio prescritto in modo soddisfacente.
I risultati esposti appaiono ragguardevoli se si considera che la maggioranza dei pazienti trattati ha riscontrato un'autentico miglioramento della patologia in oggetto, patologia peraltro mai guarita e controllata solo palliativamente dalla farmacologia tradizionale. In ogni caso si ribadisce che la percentuale dei pazienti esclusi dal successo terapeutico dipende unicamente da un errore nella diagnosi prescrittiva piuttosto che da un vero insuccesso del trattamento omeopatico di per se stesso. Rimane purtroppo alto il numero dei pazienti perduti al follow up: questi pazienti,contattati telefonicamente,hanno manifestato scarsa fiducia nell'approccio e non hanno assunto i rimedi prescritti durante la prima valutazione: a mio parere questo riveste un problema di scarsa informazione e confusione riguardo alle medicine complementari e soprattutto sull'omeopatia che viene speso discreditata o accostata erroneamente ad altre discipline.
Salvatore Piraneo
Responsabile Ambulatorio di medicina omeopatica
Ospedale L.Sacco Milano
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Spesso sono associati altri disturbi
Nei dettagli la cefalea veniva isolata come sintomo prevalente o unico in 9 pazienti mentre nei restanti 25 si presentava in associazione ad altri disturbi o patologie croniche: in 7 casi con disturbi gastrointestinali, 3 casi con sinusite, 2 casi con allergia, 2 pazienti con sindrome menopausale, 3 pazienti con problemi cutanei, 2 pazienti con problemi osteomuscolari, 1 con cistite, 3 con problemi ansioso-depressivi e/o sessuali, 1 con ipertensione ed 1 paziente con vertigini. In accordo con la filosofia di scuola omeopatica unicista, la prescrizione è stata effettuata sulla scorta della totalità dei sintomi fisici e mentali del paziente e perciò individualizzata piuttosto sul paziente che non sulla malattia stessa. Sono stati quindi prescritti diversi rimedi in 34 pazienti: Lycopodium (rimedio più frequentemente prescritto) in 9 pazienti, Sepia in 4, Natrum Muriaticum in 4, Ferrum metallicum in 3, Psorinum in 2, Aethusa, Aurum metallicum natronatum, Sulphur, Cyclamen, Pulsatilla, Phosphorus, Calcarea carbonica, Barita carbonica, Hepar Sulphur, Mercurius, Ignatia amara e ferrum phosphoricum rispettivamente in un solo caso. Per quanto riguarda i risultati ottenuti, 26 pazienti (76%) hanno risposto positivamente al rimedio prescritto con un miglioramento significativo dei sintomi per qualità e quantità: ciò vuol dire riduzione della frequenza, della durata e dell'intensità degli accessi di cefalea. In particolare 14 pazienti (41%) sono definitivamente guariti senza recidive attuali mentre 12 pazienti (35%) sono risultati migliorati. I rimanenti 8 pazienti (23%) non hanno invece risposto al rimedio prescritto in modo soddisfacente.
Conclusioni:
I risultati esposti appaiono ragguardevoli se si considera che la maggioranza dei pazienti trattati ha riscontrato un'autentico miglioramento della patologia in oggetto, patologia peraltro mai guarita e controllata solo palliativamente dalla farmacologia tradizionale. In ogni caso si ribadisce che la percentuale dei pazienti esclusi dal successo terapeutico dipende unicamente da un errore nella diagnosi prescrittiva piuttosto che da un vero insuccesso del trattamento omeopatico di per se stesso. Rimane purtroppo alto il numero dei pazienti perduti al follow up: questi pazienti,contattati telefonicamente,hanno manifestato scarsa fiducia nell'approccio e non hanno assunto i rimedi prescritti durante la prima valutazione: a mio parere questo riveste un problema di scarsa informazione e confusione riguardo alle medicine complementari e soprattutto sull'omeopatia che viene speso discreditata o accostata erroneamente ad altre discipline.
Salvatore Piraneo
Responsabile Ambulatorio di medicina omeopatica
Ospedale L.Sacco Milano
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