Senza sonno son dolori

30 novembre 2007
Aggiornamenti e focus

Senza sonno son dolori



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Apparentemente è estraneo al mondo infantile e adolescenziale, poiché di solito il mal di testa è associato alle donne, al ciclo mestruale, allo stress, alla stanchezza. Eppure è un disturbo che colpisce anche i bambini: il 70% ne ha sofferto almeno una volta, e i quindicenni hanno episodi ricorrenti, troppi visto i pochi anni vissuti e l'assenza di fattori di rischio tipici del mondo adulto. Nel tentare di comprendere le dinamiche e i fattori scatenanti, è stata osservata l'associazione tra l'insorgenza del mal di testa e i disturbi del sonno, indipendentemente dall'età: troppo sonno o troppo poco, durata non adeguata alle esigenze, e scarsa qualità sono circostanze comuni tra chi soffre di mal di testa da emicrania. Viceversa, il sonno può venire disturbato dal dolore a diversi livelli e modalità, e ciò accade sia negli adulti sia nei bambini.

Emicrania tra i banchi


La concomitanza delle due condizioni è stata osservata in diversi studi che hanno dimostrato che i bambini che soffrono mal di testa non dormono sonni tranquilli: non dormono abbastanza, dormono con i genitori, non si addormentano facilmente, hanno un sonno poco ristoratore, e lamentano risvegli notturni e incubi. L'associazione interessava problemi del sonno più specifici come parasonnia, insonnia, apnee notturne, sonnolenza diurna. Non a caso, gli interventi finalizzati a migliorare il sonno e lo schema sonno-veglia apportano miglioramenti anche sull'emicrania. Molti di questi studi sono stati realizzati all'estero ma anche in Italia gli esperti del sonno hanno dato il loro contributo con varie indagini la più recente condotta presso le scuole di Roma, quindi su una popolazione non clinica. I dati sono stati raccolti tramite un questionario di autopercezione del mal di testa e interviste specifiche per avere informazioni sulle abitudini legate al sonno, sulla tendenza ad svolgere attività mattutine o serali e sugli aspetti comportali di sonno-veglia. Sono stati intervistati più di mille studenti, bambini e adolescenti di età compresa tra 8 e 15 anni e in base alle risposte date divisi in tre gruppi: gruppo di soggetti emicranici (migraine group, MG), gruppo di soggetti non emicranici (non-migraine group, NMG) cioè che soffrivano di mal di testa ma non rispondevano ai criteri di diagnosi tipici, e il gruppo senza mal di testa (headache free group, HFG).

Ritmi sfasati


I dati raccolti corrispondevano a quelli della letteratura: la prevalenza nel campione non clinico era del 6,5%, solitamente valutata per l'età infantile scolare tra il 3 e il 10%, la comparsa degli attacchi avveniva per lo più nel primo mattino e nel tardo pomeriggio, e il cattivo sonno era percepito dagli intervistati come fattore scatenante più importante. Non c'erano grandi differenze tra abitudini, orari e durata del sonno, tuttavia i bambini che soffrivano di mal di testa, lamentavano anche di non dormire bene e, rispetto ai gruppi NMG e HFG, i soggetti emicranici accusavano sonnolenza diurna. Erano interessanti i dati raccolti sulle abitudini quotidiane legate all'alternarsi del giorno notte (circadiane): tra i soggetti emicranici, la tendenza più pronunciata era quella di svolgere attività per lo più verso sera, una tipologia di comportamento che non era prevalente negli altri due gruppi di ragazzi. Questa circostanza non è mai stata riportata nei bambini, un unico studio simile, sugli adulti però, aveva riscontrato che la tipologia circadiana meno frequente tra gli emicranici era quella "intermedia" mentre erano più comuni quelle estreme, cioè che concentravano le attività al mattino o alla sera. In realtà la tendenza a spostare verso sera le attività è tipica anche nei bambini sani con problemi di sonno, rilevata in altri studi che esulavano dal mal di testa. Gli esperti, tra i quali anche i sociologi, parlano di un social-jet-lag, cioè di un disallineamento tra il tempo biologico e il tempo sociale, e si direbbe che stia investendo anche il mondo infantile e adolescenziale. E' probabile quindi che già in età scolare i ritmi biologici non collimino con quelli imposti dalle attività sociali e scolastiche, e i problemi del sonno, la sonnolenza e il mal di testa non sono altro che la risultante di tutto ciò.

Simona Zazzetta



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