La crisi ricade sulle cure

01 aprile 2010
Interviste

La crisi ricade sulle cure



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Un italiano su dieci fa fatica a pagare le cure mediche ed è costretto a ricorrere a prestiti o aiuti quando la spesa si rivela irrinunciabile. A rivelarlo è un'indagine di Altroconsumo condotta su un campione rappresentativo di circa 1.200 persone, di età compresa tra i 25 e i 74 anni. A ciascuno di loro è stato chiesto di raccontare la propria esperienza in materia di cure mediche essenziali e dalle risposte emerge un quadro tutt'altro che rassicurante: il 19% del campione dichiara di aver rinunciato per motivi economici a una prestazione necessaria nell'ultimo anno; sempre per lo stesso motivo un italiano su tre ha dovuto rimandare o cancellare un intervento odontoiatrico, mentre uno su dieci ha dovuto fare ricorso a prestiti per poter sostenere i costi di una terapia medica. Sembrano percentuali da Sanità americana, quella che il presidente Obama sta riformando. Invece è la realtà con cui deve fare i conti una buona fetta di italiani, soprattutto tra le fasce meno abbienti. «È amaro doverlo constatare» commenta Lorenzo Zucchi, ricercatore di Altroconsumo e tra gli autori della ricerca «ma è evidente che lo Stato sociale non offre protezione adeguata ai più deboli».


È un'inadeguatezza che riguarda tutto il paese oppure sono coinvolte soltanto le Regioni in cui storicamente il Servizio sanitario lamenta le maggiori inefficienze?
In primo luogo c'è un sistema che nel suo insieme non riesce a coprire tutte le necessità. Basti dire che circa un terzo della spesa sanitaria a carico dei cittadini è assorbita soltanto dalle cure odontoiatriche, che non rientrano sotto l'ombrello del Servizio sanitario nazionale. Poi vengono le differenze territoriali, determinate da un federalismo incompiuto. Nel Nord le carenze del Ssn vengono coperte dalla spesa privata, nel Sud anziché pagare di tasca propria si rinuncia più spesso alle cure. In Calabria l'81% degli intervistati ha detto di aver dovuto rinunciare a un trattamento o di averlo rimandato.


Dal vostro punto di osservazione, qual è la diagnosi del problema? Colpa di un Governo e di Regioni che spendono per la Sanità meno di quello che dovrebbero o delle inefficienze del sistema?
Dalle risposte si avverte certamente che c'è un disagio legato alle inadeguatezze dell'assistenza sul territorio. Ma è soprattutto un problema di cattiva allocazione delle risorse: forse lo Stato spende meno di quel che dovrebbe, certamente spende male. E poi è sempre più urgente mettere in campo gli strumenti della Sanità integrativa: in Belgio, dove la spesa privata per le cure mediche ammonta a 126 euro al mese contro i 273 dell'Italia, il 77% dei cittadini ha un'assicurazione sanitaria. Nel nostro paese non sono più del 18%.


A proposito: la vostra ricerca ha messo sotto osservazione la realtà di altri tre paesi europei. Oltre al Belgio, Spagna e Portogallo. Che cosa esce dal confronto?
Tra i quattro l'Italia è il paese in cui la spesa sanitaria privata è più alta e rappresenta il 14% delle uscite complessive della famiglia. È uno di quei primati di cui non c'è da andar fieri.




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